Cucina Lucana

Basilicata in Cucina. Ricette, Eventi, Interviste

Focaccia ndrucchiulat’ (Pisticci)

Focaccia ndrucchiulat (Pisticci)
preparata da Anna Maria Losenno
intervistata il 20 maggio 2007 da Annunziata De Stasi

https://vimeo.com/128973582

MI HANNO DETTO CHE SAI CUCINARE BENE E SONO VENUTA OGGI CHE E’ DOMENICA PER SAPERE QUAL E’ STATO IL PRANZO DELLA DOMENICA?
IL PRANZO DELLA MIA DOMENICA E’ STATO LA SAGNA VERDE.

COME SI PREPARA?
SI PREPARA CON LA FARINA, L’ACQUA, LE SPINACI….E NIENTE PIU’, E’ SEMPLICE….. E DOPO SI STENDE E SI FANNO TAGLIATE LA SAGNA E SI LESSANO, SI LESSANO E DOPO SI METTONO NELLA TEGLIA E SI METTONO AL FORNO, SI METTONO DIVERSE COSE BUONE: IL SALAME, LE POLPETTE, LA MOZZARELLA…..TANTE COSE BUONE …E SI METTE AL FORNO; STA’ VENTI MINUTI ED E’ PRONTA.

QUESTI INGREDIENTI CE LI HAI PRONTI GIA’ OGNI DOMENICA O…
ME LI PREPARO, VADO A COMPRARE LA CARNE TRITATA, ME LA FACCIO TRITARE, QUELLA BUONA, NON NE VOGLIO QUELLA GRASSA, VOGLIO QUELLA BUONA, MAGRA. ME LA FACCIO TRITARE SUL MOMENTO…CHE NON VOGLIO QUELLA GIA’ TRITATA, E ALLORA MI FACCIO LE POLPETTE ME LE METTO NEL SUGO, E CUCINO…A ME QUELLA MINESTRA E’ LA PRINCIPALE, E’ LA REGINA DELLA MIA CASA QUESTA MINESTRA.

COS’ALTRO HAI CUCINATO OGGI A PRANZO?
HO FATTO IL SALAME ARROSTITO, QUELLO PICCANTE, UN PO’ PICCANTE, CHE A MIO MARITO GLI PIACE TANTO.

MA HAI QUALCHE SEGRETO PER FAR RIUSCIRE MEGLIO I TUOI PIATTI?
NESSUN SEGRETO, COSE SEMPLICI, A ME MI PIACCIONO DI PIU’ LE COSE SEMPLICI…E BUONE..: OLIO DI ULIVA DELLA CASA NOSTRA…DELLA NOSTRA TERRA…

TI E’ SEMPRE PIACIUTO CUCINARE?
SI’, SIì, A ME PROPRIO, PERSONALMENTE MI PIACE LA BUONA MINESTRA E IO FACCIO SEMPRE IN ABBONDANTE, CHE LASCIA PURE, MIO MARITO QUALCHE VOLTA MI SGRIDA CHE NE FACCIO TANTA…

QUINDI ANCHE PRIMA DI SPOSARTI…
A SI, LA MIA MAMMA NE FACEVA POCO E IO ERA TANTA… LASCIAVA SEMPRE… CON LA BOCCA ASCIUTTA CHE NON MI SAZIAVO CHE IO SONO UNA BUONA FORCHETTA, E ALLORA HO PRESO UN POCO QUELLA TENDENZA DI MIA MADRE CHE NE FACEVA POCA, CHE DICEVA SEMPRE CHE SONO PIU’ SAPORITE QUAND’E’ POCA.

E QUINDI PURE TU CUCINI POCO?
IONO! ALL’INVERSO DI MIA MAMMA NE FACCIO PIU’ ABBONDANTE E ALLORA MI LASCIA SEMPRE LA MINESTRA… ME LA MANGIO… DUE GIORNI.

QUINDI NON HAI IMPARATO A CUCINARE DALLA MAMMA.
ERA BUONA LA MINESTRA CHE FACEVA LA MIA MAMMA… LA MIA MAMMA, A TEMPO INDIETRO..SI FACEVA IL SUGO SOPRA IL BRACIERE, ERA SAPORITISSIMO QUEL SUGO, PURE CHE NON C’ERA NIENTE, C’ERA SOLO UN POCO DI BASILICO DENTRO…E ERA SAPORITISSIMO, MA LA MIA MAMMA NE FACEVA POCO E IO NON MI SAZIAVO…E MI E’ LASCIATA UN POCO DI NOSTALGIA DI QUELLA MINESTRA CHE ERA POCA E IO NE FACCIO SEMPRE MOLTO.

QUALI SONO GLI ALTRI PIATTI CHE TI PIACE CUCINARE?
MI PIACCIONO LE FAVE CON LE CICORIE…

LA VERDURA ALLORA?
IL FINOCCHIO CON I FAGIOLI, MI PIACCIONO MOLTISSIMO, PROPRIO A ME PERSONALMENTE QUESTA MINESTRA MI PIACCIONO MOLTISSIMO.

QUINDI PER QUESTO TI PIACE CUCINARE?
E MI PIACE PURE CUCINARLE, NON MI DO’ INDIETRO…FACCIO I TAGLIOLINI CON I FAGIOLI, CON I CECI, E ME LI MANGIO… UN BEL PIATTO, FORSE PURE DUE CERTE VOLTE… A ME MI PIACE MOLTO MANGIARE, PERSONALMENTE A ME MI PIACE MOLTO MANGIARE.

MA PER QUESTA SERA AVEVA DECISO DI PREPARARE UN PIATTO SPECIALE?
A NO, STASERA HO FATTO UN PO’ DI MASSA CHE DEVO FARE “LE FOCACCE NDUCCHIULAT” DICIM NUJ, LE FOCACCE ALLA JRADIZZ…

ALLA GRATICOLA?
ALLA GRATICOLA… MA, IO NON SO PARLARE, COMUNQUE, COME VE LO DICO COSI’ SO PARLARE….. NON HO STUDIATO, HO FATTO SOLO LA TERZA ELEMENTARE E NON MI……
QUESTE FOCACCE… QUESTE FOCACCE METTO UN PO’ D’OLIO…

MA SONO UN PIATTO TIPICO PISTICCESE O E’ UNA RICETTA NUOVA?
E’ UNA COSA PISTICCESE, CHE METTO UN PO’ DI PICCANTE, UN PO’ D’OLIO E LA FACCIO ARROTOLARE, DOPO LA SCHIACCIO E LA METTO SULLA GRATICOLA.

MI FAI VEDERE COME SI PREPARA QUESTA PIZZA PARTICOLARE?
SI’, PRONTO, MO VE LA FACCIO VEDERE.

VEDIAMO QUALI SONO GLI INGREDIENTI.
UN POCO DI PICCANTE…

QUELLO E’ L’IMPASTO CHE HAI PREPARATO PRIMA?
UN PO’ D’OLIO…

COME SI PREPARA L’IMPASTO?
ACQUA, SALE E FARINA.

HA MESSO UN PO’ DI PEPERONCINO PICCANTE?
hO MESSO…IL PICCANTE.
IL PEPERONE?
SI’, SI’ C’E’ IL PICCANTE.

QUESTO LO COMPRATE?
NO, LO FACCIAMO NOI

LO COLTIVATE?
SI, METTIAMO UN PO’ DI PIANTE…

E POI, COME SI FA?
POI, SI METTE SUL FUOCO, FUOCO LENTO…

CHE COSA?
LA CARBONELLA… SI METTE SOPRA LA GRATICOLA… SI METTE SOPRA LA GRATICOLA E CUOCE SULLA CARBONELLA… STA UN POCO SI RESIEDE… UN POCO QUESTA FOCACCIA…

DEVE LIEVITARE?
NO LIEVITARE, SI’ SI RIPRENDE UN POCO CHE L’HO SCHIACCIATA… E ALLORA VUOKLE STARE UN POCHINO.

CHI TI HA INSEGNATO AD IMPASTARE?
EH!… LA MIA MAMMA CHE FACEVA SEMPRE IL PANE. A PISTICCI SI FACEVANO LE PA…I PANI GRANDI DI CINQUE O SEI CHILI… A PISTICCI, PROPRIO LA PISTICCESA MANIERA, SI FACEVANO I PANI GRANDI GRANDI.

E L’AVETE FATTO ANCHE VOI QUALCHE VOLTA?
E SI’ L’HO FATTO, PRIMA…. TANTI ANNI FA, L’HO FATTO IL PANE… CHE ABBIAMO UN FORNO IN CAMPAGNA…E L’HO FATTO TANTI ANNI FA… ADESSO E’ MOLTO FACILE A MANGIARE CHE TENGONO I FORNI, MA PRIMA IN CAMPAGNA SI FACEVA IL PANE. CON QUESTA SERA SIAMO A POSTO CON QUESTE FOCACCE.

E’ LA CENA?
PER CENA VALE QUESTA. PER STENDERE QUESTA FOCACCIA L’OLIO E’ LA BASE.

SENZA OLIO NON SI PUO’ STENDERE?
E SENZA OLIO NON SI PUO’ STENDERE…

C’E’ UN TRUCCO PER FARLA VENIRE BELLA MORBIDA?
E… DEVI IMPASTARE… IO L’HO IMPASTATA… DEVI FARLA BELLA MORBIDA LA MASSA.

AVETE TRAMANDATO QUESTO MODO DI CUCINARE ANCHE AI VOSTRI…
SI, LA MIA MAMMA LE FACEVA SEMPRE, CHE PRIMA IL RISCALDAMENTO NON CE N’ERA, C’ERA LA CARBONELLA, SI METTEVA SULLA CARBONELLA…

E VOI L’AVETE TRAMANDATA AI VOSTRI FIGLI ANCHE QUESTO GUSTO DEL CUCINARE?
SI’… IO… MI HO FATTO VEDERE DALLE MIE FIGLIE, POI, SELE VOGLIONO FARE LE FANNO…

E PIACE AI VOSTRI FIGLI…
AH!…SII’! GLI PIACCIONO… MA E’ DIFFICILE A FARLI!

PERO’, QUANDO VE LO CHIEDONO SIETE CONTENTA DI FARLE?
QUANDO ME LO CHIEDONO LE FACCIO. BE… IO HO FINITO.

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Ciambotta (Grottole)

Ciambotta (Grottole)
preparata da Michelina Orecchione
intervistata il 14 gennaio 2015 da Camilla D’Aria

https://vimeo.com/127059427

Che cosa prepariamo oggi?
Facciamo la ciambotta.

E’ un piatto tipico di Grottole?
Sì è un piatto tipico di Grottole.

Chi ti ha insegnato a fare questo piatto?
Mio papà.

E in che cosa consiste questo piatto?
Peperone, melenzane ,sedano, cipolle… tutta questa roba.

Quindi è un secondo diciamo?
Un secondo, un primo, ognuno come lo vuole usare.

Che cosa hai messo l’olio nella pentola?
Ho messo l’olio, sto facendo la cipolla… abbondante di cipolla perché bisogna farla… ecco così.

Per fare questa ricetta e comprare questi ingredienti sei uscita a fare spesa stamattina?
Stamattina sono uscita a fare spesa… prima ognuno c’è l’aveva in casa perché c’avevano l’orto, facevano tutto tra di loro, ora invece si compra tutto.

Questi alimenti li compri sempre dalla stessa persona o cambi fornitore?
No delle volte cambio, vado dal fornitore più biologico.

E oggi come pranzo fai questo o hai preparato qualche altra ricetta?
No, come pranzo faccio questo, basta e sufficiente

In genere ti piace cucinare o lo fai per necessità?
No, mi piace cucinare.

E che piatti ti riescono meglio? Dolci, primi, secondi?
No più roba così, perché i dolci non mi piacciono, più roba di verdura, ciambotta, roba di pasta al forno tutta roba normale.
Peperoni, tolgo un po’ questo, faccio i peperoni…

Quindi in questa padella metti i peperoni hai detto?
E sì… faccio i peperoni. Peperoni e melanzane, li suddivido in modo che vengono più… così…

E questa ricetta chi te l’ha insegnata invece?
Mio padre…

Sempre tuo padre quindi…
Mio papà… io sono stata a Genova quando ero piccola… allora si andava a lavorare e ognuno quando in casa c’erano due o tre persone si andava insieme al papà e andavamo insieme e papà ci insegnava… non lavoravamo però stavamo in casa, lavoravamo in casa, facevamo da mangiare, lavoravamo, facevo, lavavo la roba facevo da mangiare… poi allora io ero piccola e mio papà diceva: “cosa prepariamo oggi?” E mio papà diceva “devi fare così così e così prendi fai la ciambotta ed era fatta.

Eravate una famiglia numerosa?
5 figli… 7 persone.

E cucinavi sempre tu o ti aiutava qualcuno?
No no cucinavo sempre da sola… anche se ero piccola cucinavo sempre da sola.

Quindi hai imparato da piccola a cucinare?
Sì sì da piccola mi è sempre piaciuto cucinare.

Quanti anni avevi più o meno?
12 -13 anni… e ora anche se c’ho 20 persone me la sbrigo immediatamente… preparo per 10 15 non faccio eccezione quello che è faccio.

E oggi ti aiuta qualcuno a cucinare? O cucini sempre da sola?
No no, cucino sempre da sola e pure insegno pure ai miei figli a cucinare… perché c’ho 3 figli maschi e loro quando io non ci sono devono imparare a cucinare e lo fanno pure loro… perché la vita non sai che ti riserve e bisogna saper far tutto al tempo d’oggi… se uno non sa far niente, che va trovando tutto ciò che si compra allora non è più buono il servizio… ed è così… adesso faccio soffriggere la cipolla e dopo soffriggo…

Prepari spesso questa ricetta o raramente?
Spesso.

In inverno in estate?
Quando ti piace… la preparo sempre…

E’ un piatto più per i giorni normali o lo prepari pure per le feste?
No no pure per le feste… se qualcuno lo richiede e dice invece di fare questo fai un po’ di ciambotta.

Chi decide cosa cucinare tu o i tuoi figli?
Decido io quel che mi va quel che non mi va non cucino qua non è che siamo al ristorante, quel che c’è si mangia, o vogliono o non vogliono, cara mia è già tanto quel che facciamo,

Ora che fai le melenzane a pezzi?
Sì le sbuccio un po’…

Togli pure la buccia?
Sì le sbuccio, così vengono più leggere più digeribili… e questo è… bisogna saper far tutto sulla vita se no non ci siamo.

I cibi li prendi sempre freschi o li congeli pure?
No, congelati non mi piacciono, ogni cosa ha il suo tempo. Io faccio pure le melenzane sott’olio tutta roba… faccio il salame, faccio tutto, il salame però… lo cresciamo noi qualcosa.

Hai l’orto? Hai gli animali?
Compro il maiale e dopo lo ammazziamo, un po’ di galline per uso casa, per roba nostra.

E di ortaggi hai qualcosa o compri tutto?
No di ortaggi i peperoni, i miei figli mettono i pomodori, facciamo la salsa, facciamo roba più che genuina facciamo la salsa perché se devi andare a comprare la salsa a me non mi piace… questo facciamo…

Quante melanzane usi per questa ricetta?
Due o tre pure una se una persona è una… due o tre, non è quello il problema.

E questa ricetta per quante persone è oggi?
Per 6 persone.

Quindi metti 3 melanzane?
Melanzane, peperoni, a occhio…

Quindi non ci stanno delle dosi? E’ a occhio?
A occhio a occhio.

Questa ricetta la fai a pranzo o a cena?
Di solito a pranzo a cena l’importanza che si fa… puoi mangiarla fredda, puoi mangiarla calda.

Quindi si può conservare e la mangi anche il giorno dopo?
Sì, questa non è che è come adesso che tutti si compra e si butta, no no, fino all’ultimo si mangia.

Poi dove sta la cipolla aggiungerai che cosa? Peperoni?
E sì, ecco qua… queste sono melanzane che poi devono soffriggere.

Per quanto tempo più o meno cucinano?
Fin quando… un dieci minuti… non c’ è orario… fin quando si ammorbidiscono un po’.. poi bisogna mettere un po’ di sale… olio è olio nostro è non è olio di semi.

Avete gli alberi di ulivo?
Sì, ma quest’anno niente olio.

Perché?
L’annata è andata male… ci abbiamo l’olio… l’olio nostro non è olio di semi, è olio di oliva veramente genuino… metto i peperoni.

Quindi tu usi soprattutto roba naturale non ti piace comprare le cose…
Roba naturale no no se c’è roba naturale… va bene così, perché roba comprata se devi fare questo non va bene, aggiungo un altro peperone…

Poi quali altri ingredienti serviranno?
Un po’ di patate, quant’è ci vuole un po’ di salsa oppure i pelati fin quando viene finita no?!… questo era il pranzo che più piaceva a mio marito.

Gli piaceva questa pietanza?
Tanto tanto tanto.

Perché?
Perché gli gustava tanto che c’era da vedere…tanto che gli gustava che diceva a me quann a fa a ciambott? metto il sale…

Quindi tu gliela preparavi spesso?
Spesso spesso, la sapeva fare pure lui.

La sapeva cucinare anche tuo marito?
Uuuuh sì sì, sapeva cucinare, perché lavoravamo, eravamo fuori in Germania e purtroppo dovevamo accorciare le braccia, non c’era nessuno per farci da mangiare e quindi dovevamo arrangiarci.

Quindi quando lavoravi tu cucinava lui?
E sì, cucinavamo entrambi chi arrivava prima, cucinava. Sempre chi arrivava prima era compito suo… così facevamo.

Sei stata tanto tempo in Germania?
6 anni… e sì la vita ti riserva, cara mia, tante brutte cose.

Stavi meglio prima o adesso?
Meglio prima, eravamo giovani, lavoravamo, avevamo un buon lavoro e poi qua abbiamo trovato i guai, senza lavorare, una vita da cani si fa qua, devi sempre lavorare per niente, lavoro, lavoro, se stavamo meglio in Germania?! Stavamo benissimo! Mio marito 12 anni.

Che lavoro faceva?
In fabbrica… si lavorava in fabbrica.
Questo è il sedano… lo faccio stare un po’ a bagno, che dopo si aggiunge e poi le patate all’ultimo ed è fatta la ciambotta

Il sedano dove lo metti? Dove stanno i peperoni?
Sì, mo bisogna apprim’ farl’ ben’ cucinare… rosolare… nelle melanzane aggiungo poco poco di acqua, prendo un bicchiere…
Ora sbucciamo le patate… proprj’ a casarola manier’, sbucciamo le patate e le aggiungiamo all’ultimo all’ultimo quando abbiamo messo già un po’ di salsa oppure i pelati quel che c’hai, aggiungiamo la salsa, le patate e dopo aggiungiamo pure se uno piacciono le uova, le uova le metti e sono buonissime.

E tu le metterai oggi le uova?
Sì, sì che le metterò le uova! Metto le uova, metto le patate.

Ma questa ricetta era una ricetta povera dato che è fatta solo di verdura?
Povera povera povera, di quel che hai in casa si fa, povera.

Conosci altre ricette tipiche di Grottole?
E sì, facciamo patate coi peperoni quelli secchi oppur patan’, mo ca ven’ ‘u carn’val’ fascim’ iavulicchj’ fuort’ e marang’l’ amar’.

Questo è un proverbio grottolese?
E’ un proverbio, ma è pure che si mangia lo stesso, sia roba da cucinare e mangiare, semp’ robb’. Viene chiamat a nzalat’, l’insalata perché si fa con arance amare e peperoni secchi.

E cucini anche quest’altra pietanza?
Sì, sì che cucino anche quest’altra pietanza. Quando mi piace… oppure faccio il pane duro… la mollica…la mollica la soffriggo… e a San Giuseppe faccio questa roba qua… fascim u pan com ven chiamat? Aspett’… mo nan’ m’ ven’… a past ca sagn’tedd’… a sagn’tedd’ ca m’ddica sfritt’! Ma buonissima! Quella è proprio tipica grottolese, ma buona ehhh! Si soffrigge…

Che cos’è? Un primo?
E’ un primo, sì, una pasta, un primo.

E come si fa?
Si prende la mollica e si soffrigge mollica aglio e mandorle no mandorle no madonn com’ s’ chiamav’n’ eee… mo non mi viene, non l’amen’l’ so’ le noci, le noci si fanno poco a poco e si fanno soffriggere con olio e aglio a pezzettini piccoli e poi aggiungi la mollica quand’ è fritta aggiungi la mollica e la fai rosolare bene bene e dopo prendi il sugo, lo fai a parte, cucini la pasta la sagna e metti come se usi il formaggio così metti la mollica ma buonissima…è un piatto che è buonissimo. Questa è roba che facciamo spesso, facciamo un po’ di brodo, quel che è…

Usi più spesso verdure o carne?
Insomma, uno e l’altro pure, non c’è che devi dire che non usi le carni, no l’uno e l’altro. Non è che proprio devo dire che non ne uso, uso uso le carni, uso qualsiasi cosa non è che è, quel che c’è da preparare si prepara. Ma a sagn’ ca m’ddica sfritta è nota specialità che tu non hai l’idea di come è buona… ca sagna’ recc’ quella che si compra oppure la fai tu un po’ di sagna.

Tu la pasta la compri o la fai in casa?
Delle volte la faccio in casa, delle volte la compro, se c’è la compro, non è che c’è sempre tempo da farla.

E la pasta fatta in casa chi ti ha insegnato a farla?
Mia mamma, mamma non è che è tanto un problema ,ci vuole poco poco di farina, non è che ci vuole tanto a farla, fascim’ l’ cavatiedd’, ‘n picch’ d’ sagntedd’, questo facciamo, non è che facciamo, questo è quel che si fa, a uso di prima che mo è tutto bisness mo è tutta robba che non serve. Si compra sì, e purtroppo devi mangiare… e così è… voi siete giovani e non vi piace tanto… e invece noi facciamo… c’è sempre da fare.

Quindi tu hai la passione per la cucina?
E bhe è logico, se non c’è passione non c’è niente. Faccio le focacce pure io, non è che compro sempre, quando mi piace compro qualcosa quando no, la maggior parte la faccio io, pure una focaccia normale la faccio sempre io, è normale si viene a risparmiare. Se tu vai al forno devi spendere sempre quelle 2 o 3 euro invece con 2 o 3 euro tu mangi, e così è se no non si arriva. Se vuoi comprare tutto non ci sei!

Tu pensi di essere brava a cucinare?
No.

Perché?
Lo devono dire gli altri, non lo devo dire io, non devi essere tu a dire che io sono brava a fare questo. No, devono essere gli altri quand’è che assaggiano, fanno l’assaggio allora puoi dire si o no. Io non mi ritengo di essere brava, mi ritengo di essere giusta per fare questo di essere brava no.

In casa hai una dispensa dove tieni i cibi?
Sì ,sì perché non è che si esce tutti i giorni per comprare, compriamo la pasta e la mettiamo a deposito e dopo… non è che si esce sempre a comprare, quel che c’è in casa si cucina…non è che si esce tutti i giorni a comprare, si compra il pane perché il pane devi per forza uscire per comprarlo se no…
Questi devono soffriggere poi quand’è che sono soffritti allora si può… Questa è la nostra cucina.

Quindi mo che cosa hai aggiunto? Il sedano?
Il sedano!

Alle melanzane?
Sì alle melanzane, è lo stesso pure ai peperoni, ma i peperoni non sono ancora fatti e li ho aggiunti qua che c’è più spazio. Ora li mettiamo insieme…

Quindi queste erano le melanzane col sedano?
Le melanzane col sedano, ora si amalgama e mettiamo un po’ di salsa e cuoce. Facciamo soffriggere un altro poco, mettiamo un po’ di salsa, la salsa normale, quella nostra. Allora aggiungiamo le patate e all’ultimo si aggiungono le uova, ho messo un po’ di più di patate in modo che piace. Vado? uno… due… tre… quattro… apposto! Ed è fatta!

Quindi mo è finita la ricetta?
E’ finita la ricetta! la mettiamo in un piatto?

Quindi le uova le fai fare per poco tempo?
Fanno subito… vedi?!

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Chiappere con baccalà e mollica fritta (Vaglio)

https://vimeo.com/148467784

Chiappere con baccalà e mollica fritta
pietanza preparata da Emilia Catalano
intervistata a Vaglio il 24 gennaio 2009 da Antonella Cufino

Mi trovo a casa della signora Emilia. Oggi cosa ci hai cucinato?
Oggi devo preparare delle chiappere con la mollica.

In quale occasione di solito viene cucinato questo piatto?
In tutte le vigilie invernali, perché era un piatto tipicamente invernale quando la vigilia si mangiava il baccalà.

Ci sono delle varianti di questo piatto?
Tante varianti perché ognuno può aggiungere un ingrediente ma noi la facciamo come si faceva all’antica, senza alcuna variante.

In che consistevano queste varianti?
L’uva passa, metter delle noci anche, insieme a tutti gli ingredienti che useremo.

Quindi veniva più dolce?
Veniva un agrodolce.

E invece questa che facciamo oggi?
É quella normale con il baccalà, quindi un sapore più da pesce, non dolce.

Oggi ti sei alzata presto per cucinare?
Beh, insomma, sempre al solito orario.

Cioè?
Alle sette di mattina.

Quanto tempo dedichi di solito alla cucina?
Prima dobbiamo pensare alla casa, poi alla cucina, quindi una volta messa a posto la casa, si pensa alla cucina.

Oggi sei andata a fare la spesa?
A prendere quello che era necessario per fare il piatto della giornata.

Dove ti sei rifornita?
Viene il pescivendolo alla piazzetta.

Quindi hai un rifornitore di fiducia?
Sempre la stessa persona che da anni viene a vendere alla piazza il pesce.

Perché ti rifornisce da lui?
Perché porta il pesce dalla Puglia.

E’ un pesce buono?
Molto, dalla zona di Molfetta, Bari, il pesce è buono.

Cosa hai comprato oggi? Solo quello che ti occorreva oppure hai comprato anche altro?
No, solo quello che mi occorreva.

Quindi fai la spesa giorno per giorno?
sì. sì.. sì..

Preferisce così. Come mai compri giorno per giorno? Pensi comunque che i prodotti siano più freschi?
sì.. sì.. sono più freschi.

Compri solo prodotti freschi o anche surgelati?
Compro anche surgelati perché nell’evenienza bisogna avere tutto in casa, preferiamo pensare giorno per giorno a cosa dobbiamo mangiare e andarlo a comprare.

Quali sono le ricette che sai cucinare? Quelle che ti riescono meglio.
Dipende da chi le mangia, se sono venute bene o meno.

In genere?
Diciamo che uno nella cucina ci deve mettere passione e amore però…

Che cos’è che ti può riuscire meglio, seconde te? Secondo il tuo proprio gusto personale?
Andiamo dal sugo con la carne, mettendo vari tipi di carne oppure alla fantasia delle persone.

Perché secondo te ti riesce bene?
Perché ci vuole amore nella cucina.

Cos’è che non ti piace cucinare?
Mah, non penso che ci sia qualcosa che non mi piace. Anche i dolci mi piacciono ma non li mangio.

Ecco, quindi ti piace cucinarli ma non mangiarli. Cosa hai cucinato oggi per la famiglia?
Oggi a pranzo abbiamo mangiato le verdure.

Come li hai cucinati?
Lessate. Erano delle cicorie catalogne, lessate e fatte poi con un pezzo di carne in brodo.

Chi è che ti ha insegnato a cucinare?
Mia madre, mia nonna insomma restando in famiglia se si fanno i servizi a casa uno, bene o male, guarda anche le persone che sono più grandi che cucinano e quindi impara.

Quand’è che hai imparato a cucinare?
Per necessità poi quando mi sono sposata.

Quando la prima volta?
Quando si studia, allora ti dicono sempre: “no pensa a studiare tu che qui ce la vediamo noi”, poi arriva la necessità, ecco che si inizia a mettere mani vicino le pentole.

Intorno ai vent’anni circa?
Ventisei.

La prima volta che hai cucinato per chi lo hai fatto?
Per la famiglia.

In quale occasione?
Nei giorni comuni, poi una volta che ti sei sposato diventa una routine.

Chi cucinava di solito quando eri piccola?
Mia madre.

E suo padre?
No, non era portato per la cucina.

Hai imparato per gioco oppure sei stata costretta?
No, non costretta. Si doveva fare e basta.

Come impari nuove ricette? Ti consigli con delle amiche, dai parenti o prendi spunto dalle riviste?
Dalle riviste in genere e adesso c’è internet che aiuta molto.

Chi è che ti aiuta in cucina?
Mio marito. E’ un altro appassionato di cucina al contrario di mio padre.

La pietanza che preparerai oggi è una ricetta tipica?
Sì, è tipica di Vaglio. L’ho imparata da mia nonna, da mia suocera e da mia mamma.

Che cosa significa, secondo te, tipico?
Usata nel luogo. Perché era un ingrediente della povera gente che si faceva alla vigilia della festa.

E’ un termine nuovo oppure esisteva anche quando eri bambina?
Quando ero bambina io esisteva senz’altro ma è anche un termine della mia nonna.

Si cucina anche in altri posti questo piatto?
Nelle vicinanze si.

Dove?
Nei paesi limitrofi.

Ad esempio?
Ad esempio a Cancellara.

C’è qualche variante, come la preparano questa ricetta?
Sì, abbiamo detto prima che ognuno alla propria casa mette una variante come l’uva passa oppure di farla con le noci.

Da chi hai imparato a preparare questa pietanza?
Dalla nonna. E poi ho visto anche mia suocera.

Hai cambiato qualche cosa nella ricetta?
No no è la tipica ricetta. Diciamo la ricetta base.

Qual è la cosa più importante in questa ricetta?
Il baccalà.

Ci dica gli ingredienti che ha utilizzato per questa ricetta.
Innanzitutto dobbiamo preparare la pasta con una semola rimacinata e le uova.

Quante uova sono?
cinque uova ogni 300 g. di farina, questo per la pasta. Sicuramente il sale per condire e poi faremo un sugo a parte fatto con una cipolla, i pomodori che facciamo noi in casa e in questo sugo metteremo il baccalà. Per il tutto useremo l’olio extra vergine di oliva a base di tutta la preparazione. Alla fine poi, della mollica di pane raffermo che verrà soffritta nell’ olio e cosparso a mo’ di formaggio sulla pietanza.

Quale sapore deve avere la ricetta per essere buona?
Il sapore del pesce. Il baccalà infatti è il pesce dei poveretti, un tempo, adesso so che costa un bel po’.

E’ diventato uno degli ingredienti più costosi.
Sì. Ce ne sono di varie qualità, prezzi vari però è sempre costoso. Anche perché non è un pesce della nostra zona. E’ un pesce che viene dall’Europa del nord, quindi se lo fanno pagare.

Ora cosa sta facendo?
Sto, facendo dei pezzettini di mollica. Abbiamo tolto un pezzo di mollica di pane da dentro la shcanata come dicono a Vaglio e adesso la stiamo rompendo con le mani a mo’ di formaggio.

Quindi questo andrebbe soffritto?
Sì. Possiamo iniziare l’impasto?

Cosa state facendo adesso?
Allora, prepariamo il sugo così nel frattempo che il sugo bolle ed è pronto per mettere il baccalà, noi impastiamo la pasta. E’ un sugo fatto di cipolle. Abbiamo messo l’olio extra vergine nel tegame e adesso sminuzziamo la cipolla preferibilmente bianca. Rossa non va bene.

Perché?
No, la cipolla rossa lascia il colore invece la cipolla bianca si sfrigge e resta quasi a non vedersi più. Adesso in cucina con il pesce usano lo scalogno. Andrebbe anche bene ma noi facciamo la ricette tradizionale.

Come si deve presentare nel piatto la pietanza?
La pietanza, è una pappardella larga, che messa nel piatto condita con il sugo del baccalà, viene cosparsa di quella mollica sfritta.

Di solito presti attenzione alla forma, ai colori, alle posate, non so alla tovaglia?
Quando c’è la festa si, quando invece sono le giornate così, normali, no. Diciamo che la vita frenetica, oggi, non ti permette di prestare attenzione a tante cose. Però i giorni di festa sì. La tovaglia rossa a Natale, c’è blu, dorate, mettere i segna posto, mettere i bicchieri del vino e dell’acqua.
Ecco adesso mettiamo a sfriggere la cipolla sul fuoco. La dobbiamo appena appena fare appassire. Nel frattempo abbiamo messo sulla spianatoia la farina ci mettiamo un po’ di sale e possiamo romperci le uova al centro a fontana. Le uova vengono sbattute al centro

Questo quindi è l’impasto per la pasta?
E’ una pasta all’uovo. Ripeto, le chiappere sono delle tagliatelle un po’ più larghe, a mo di pappardelle. All’epoca di mia nonna non si usavano. Nell’impasto si mette un po’ di olio, perché aiuta poi nella cottura. Un segreto per l’impasto per la pasta è impastarla con il latte.

Perché?
Perché diventa più elastica e non si rompe.

Più morbida quindi?
Più morbida ed elastica, nel senso che quando si va a cucinare non si spezza.

Chi è che le ha dato questo consiglio?
Innanzitutto la nonna, ma poi abbiamo degli amici che hanno dei pastifici a livello artigianale che hanno consigliato vivamente di non usare l’acqua per la pasta ma bisogna usare il latte. Il latte verrà intiepidito

A temperatura ambiente?
Si mai a temperatura di frigorifero. Nel frattempo sta andando la nostra cipolla lentamente.

Secondo te la dieta alimentare è cambiata?
Si senz’altro, perché la vita frenetica di oggi non ti permette di perdere tutto questo tempo in cucina per preparare i piatti come una volta, quindi si usano pietanze già pronte soprattutto se la donna lavora non può stare tanto tempo in cucina oppure prepara la sera per il giorno seguente.

Quindi ci sono delle pietanze che non si preparano più?
Sì, almeno nei giorni così, non di festa le pietanze sono più sbrigative

Ad esempio una pietanza più sbrigativa, quale può essere?
La carbonara, uno spaghetto aglio e olio. Qualcosa fatta così senza creare problemi di qualsiasi natura, poi ripeto in cucina basta aprire il frigo e vedere cosa c’è e inventarsi qualcosa.

Quindi utilizzare gli ingredienti che già si hanno?
Utilizzare gli ingredienti che si hanno a disposizione. Il latte si è intiepidito, a temperatura ambiente e possiamo continuare l’impasto.
Un occhio sempre alla cipolla, che deve appassire solamente.

Fermiamo un attimo questo soffritto e continuiamo.
A questo punto dovremmo aggiungere i pomodori ma devo prima liberare le mani. Dopo aver fatto appassire la cipolla aggiungiamo la nostra salsa. E’ salsa fatta in casa, con i pomodori che coltiviamo noi, perché c’è mia madre che si dedica all’orto.

Preferisci usare la salsa propria?
Si, si la salsa è quella nostra. Io preferisco almeno per queste piccole cose utilizzare quello che facciamo noi in casa.

Di solito non la compri?
No. Mi capita di comprare solo dei pomodorini ciliegina per fare determinati sughi rosé. Ma del resto se devo comprare della salsa no. Utilizziamo quella nostra fatta in casa. Aumentiamo un po’ la fiamma così che prenda il bollore. Il sale l’aggiungiamo dopo perché bisogna vedere se il baccalà è salato. Il baccalà è già spugnato pronto all’uso.

Perché altrimenti sarebbe venuto troppo salato?
Sì sì. Non ne mettiamo molto. Possiamo a questo punto tagliare i pezzi del baccalà che ci serviranno dopo.
Prendiamo il tagliere, leviamo la pelle, non ha tutti piace perché la pelle è sempre un po’ dura. Questo è un bel pezzo doppio che potrebbe essere utilizzato per qualche altra cosa.

Quante ne occorre di baccalà?
Un pezzo per persona, dipende dai commensali. Prediamo la parte della coda e togliamo un po’ di pelle. Giriamo questo sugo che facciamo mantecare .

Ti è sempre piaciuto cucinare?
Sì, diciamo di sì. Ci sono dei momenti che non mi piace farlo.
Dobbiamo spianare un po’, serve un po’ di farina. Questa è una dimostrazione di come spianare la pasta. Sempre con un po’ di farina, la nonna usava u’ lagnatur , si diceva, per fare la pennla, cioè sarebbe la pasta spianata. E’ pronta per essere tagliata. Oggi che dobbiamo fare la ricetta usiamo farla con il mattarello.

Prima come si faceva?
Prima si faceva con u’ lagnatur che era un mattarello molto lungo. La nonna era molto più brava, la faceva tondeggiante tondeggiante.

Ti piace mangiare bene?
Sì, si vede dalla mia corporatura, purtroppo. Io dico che uno quando si deve sedere a tavola è meglio mangiare che non soffrire altrimenti è meglio non sedersi proprio.

E’ importante per te saper cucinare?
Sì, per far felici quelli della famiglia, senz’altro.
Ecco, diciamo che va bene di questa grossezza ed adesso non faremo altro che piegarla su se stessa, prendere un coltello ben tagliente e tagliarla.
Un attimo solo, lo puliamo, e tagliamo. Queste sono le chiappere. Nel frattempo il sugo è andato. Ecco, in pratica questa è la pappardella larga. Basta mettere un po’ di farina sul quadro.
Nel frattempo il sugo sta bollendo e possiamo metterci il baccalà che va immerso così. Al momento della cottura verrà tolto dal sugo e verrà messo sul piatto separatamente. Chiudiamo la nostra pentola e facciamo cuocere il baccalà.
Abbiamo fatto bollire l’acqua ed adesso caliamo la pasta.

Quanto deve cuocere la pasta?
Siccome è pasta di casa, appena bolle, bisogna tirarla.

Quindi un paio di minuti?
Sì, più o meno. Un attimo che la giriamo, bisogna girarla bene.

Ti fa piacere sentirti dire che sai cucinare bene?
Beh, si abbastanza. Anche perché se uno riesce nelle sue cose fa sempre piacere.
Giriamo per bene perché i nidi si devono srotolare. Alziamo la fiamma e nel frattempo il sugo è andato con i pezzi di baccalà. E’ abbastanza denso e adesso soffriggiamo il pane. Abbiamo messo del l’olio, in una pentola e appena l’olio sarà caldo, la mollica che abbiamo precedentemente preparato e sbriciolato, la faremo soffriggere. Sarà il condimento di questo piatto.

Per quanto tempo si fa soffriggere?
Non appena diventa dorata. Bisogna stare attenti a non far andare l’acqua nell’olio altrimenti schizza. Vediamo se l’olio è pronto. Mio marito va pazzo per questo piatto.

Per i suoi figli, invece, cosa cucina di solito?
I figli vogliono sempre pasta asciutta. Sono quelli della pasta asciutta anche perché avevano il nonno che amava tanto la pasta asciutta. Con un bel pezzo di carne dentro, sicuramente al sugo.

Che carne di solito utilizza?
Carne di diversi tipi.

Maiale, vitello?
Sì, una braciola di vitello, un pezzo di pezzente, che è il salame delle nostre parti. Viene fatto con l’aglio.

Sempre carne che producete voi?
Sì, non sempre. Qualche anno sì, qualche anno no, facciamo anche il maiale. Mio marito è amante delle cose genuine, delle cose fatte in case e quindi anch’io, nonostante sono venuta da Bari, mi sono dovuta adeguare.

Per te qualcosa di genuino, quindi, è qualcosa che si produce in casa?
Sì, qualcosa fatta con le nostre mani.
Togliamo questo dal fuoco e mettiamola qui. Scoliamo la nostra pasta. Adesso la condiamo e la rimestiamo un po’.

La mollica di pane va messa per ultimo?
Sì, per ultimo. Adesso ci mettiamo al lato un pezzo del nostro baccalà.
Ecco il piatto è pronto.

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Raschiatelli con la mollica (Sant’Arcangelo)

Raschiatelli con la mollica (Sant’Arcangelo)
preparati da Domenica Michelina D’onofrio
intervistata il 2 apile 2011 da Angela Natalino

https://vimeo.com/147601567

Ti sei alzata presto per cucinare stamattina?
Stamattina mi sono alzata alle sei come tutte le mattine, perché io mi alzo presto la mattina.

Tutte le mattine si alza presto?
Sì, sì immancabilmente tutte le mattine, solo qualche volta che non sto tanto bene non mi alzo presto.

E quindi com’è una sua domenica, dove si presta a cucinare per la famiglia?
La domenica poi, naturalmente, essendo che sto in casa mi prendo più tempo. Mi alzo sempre presto, verso le sei, la prima cosa faccio il caffè e lo prendo. E dopo quando è verso le otto mi metto ai fornelli e cucino. Io la domenica, preferibilmente, faccio sempre la pasta di casa, la pasta del negozio la domenica non la faccio mai. Poi mi metto a cucinare e passa parecchio tempo.

Quindi tutta la mattinata?
La mattinata se ne va ai fornelli. Anche se vado in campagna, che il giorno sto anche in campagna, trovo sempre il tempo per stare ai fornelli.

E cosa prepara oltre la pasta in casa?
Oltre la pasta in casa, se sono in campagna faccio la carne arrostita sulla brace perché a casa non la posso fare che non ho il camino. Allora faccio la carne arrostita, o la teglia di carne e patate, faccio il rosbif, e tante altre cose.

E il sugo?
Io il sugo lo faccio con la carne, vitello e maiale tagliati a pezzetti e faccio il ragù. Io non parlo del ragù alla bolognese, quello con il tritato, perché da noi il sugo lo chiamiamo ragù, poi ogni paese ha la sua usanza. E lo faccio o con vitello e maiale, o con castrato caprino, non pecorino, perché quello pecorino non mi piace che si sente l’odore della pecora. Quello caprino è meglio e uso preferibilmente la carne del collo che è il miglior pezzo dell’animale, è saporita ed è buona.

Quindi la domenica mattina dedica più tempo alla cucina. E durante la settimana?
Durante la settimana lo dedico il tempo ma non tanto perché lavoro e la sera quando rientro a casa preparo da mangiare.

Per cucinare è andata a fare la spesa?
Qualche volta ci vado naturalmente, ma non faccio la spesa di chissà che cosa. Ad esempio la carne nei supermercati non vado mai a comprarla.

E dove la compra?
Io prendo la roba paesana, ho una mia persona di fiducia, che ha una masseria, è un pastore, io lo chiamo “u pasturiell mij”, e là vado a prendere l’agnello, il capretto. Me lo prendono, me lo ammazzano e me lo porto a casa.

Quindi per la carne alla masseria?
Sì, sì, sempre da privato, da persone private e di fiducia.

E per gli altri alimenti?
Per gli altri alimenti, al supermercato prendo la pasta, la farina, che qui non c’è un mulino e lo devo trovare per forza al supermercato.

Ha un suo supermercato di fiducia?
La Crai, quello è il mio supermercato di fiducia che c’è l’ho a quattro passi da casa mia e sono persone gentili, la roba è fresca, genuina e buona, e trovo gentilezza e cortesia da questi ragazzi.

E per quanto riguarda verdure e ortaggi?
Sono tutti di mia proprietà, di produzione propria, faccio dal produttore al consumatore automaticamente.

Quindi lei ha un orto?
Si ho la campagna e coltivo la roba.

E che fa più di artigianale, di suo?
Di mio faccio il vino, l’olio, i pomodori nelle bottiglie, cioè la salsa. Per esempio pianto anche la ciliegine, i pomodorini piccoli, le metto dentro le bottiglie con la salsa e le bollisco ( le bottiglie), e se devo fare gli spaghetti li faccio con quei pomodorini e vengono buoni.

Quindi fa diverse cose di sua produzione.
Si. Tipo il basilico non le metto nelle bottiglie quando faccio la salsa perché non mi piace, allora lo lavo, lo asciugo e lo metto dentro il congelatore, quando faccio il sugo lo prendo e lo metto direttamente.

Di produzione sua c’è qualcos’altro?
Ci sono le patate, la frutta, c’è tutto. Adesso stanno facendo le fave e i piselli.

Anche lei come tante altre persone, a gennaio, usa ammazzare il famoso “porco”? Lo fa anche lei?
Sì lo faccio, vado sempre in masseria a prendere il maiale. Quest’anno ne ho fatti due, uno l’ho fatto quindici giorni fa, bello fresco fresco.

Un po’ fuori tempo, perché di solito si fa a gennaio.
Sì fuori tempo. E l’altro l’ho fatto a fine dicembre perché a gennaio mi era impossibile, mia figlia doveva partorire e allora ho anticipato un pochino.

I prodotti tipici che si fa col maiale in questa zona?
I prodotti tipici di questa zona: è “a gandarat” dove si prendono le orecchie, la coda, il muso e si mette sotto sale dentro a un vaso di creta e poi ci va un peso sopra. Quando poi durante l’estate si vuole fare la verdura dei cavoli, prendo questa “gandarat” la metto nell’acqua perché è salata e bisogna togliere tutto quel sale altrimenti non è buona, e si fa il bollito. E la verdura si fa: cavoli con questo bollito, poi ci metto un po’ di pepe e formaggio pecorino. A dire la verità il formaggio pecorino lo uso molto.

E dove lo prende il formaggio pecorino?
Da uno di Moliterno, da uno privato.

Quindi sempre di produzione artigianale, non nei supermercati?
No, no niente supermercati. Ai supermercati prendo solo grana padana e parmigiano.

Giustamente qua non si fanno.
No, viene dall’Emilia Romagna.

Tornando al maiale, cosa si fa più con il maiale?
Con il maiale faccio: soppressata; salame; il sanguinaccio (un preparato dolce con il sangue del maiale); la gelatina; il guanciale del maiale (“u vuccular”); la pancetta arrotolata, che adesso la devo mettere sotto vuoto che appunto stamattina sono andata in campagna e ho visto che la posso conservare, faccio tanti pezzi e si consuma man mano; poi faccio il lombo del maiale, i famosi “capcuoll” (capicollo) che diciamo noi; poi faccio le braciole di cotiche e di carne; “ o frittl” ( i ciccioli) che ci faccio “a strazzat”, ,, cioè la pizza: preparo l’impasto del pane quando è cresciuto lo stendo e ci metto “o fritll”, il pepe, la sugna (grasso del maiale sciolto) e formaggio, l’arrotolo e poi la stendo di nuovo e diventa a sfoglia.

Quindi, in conclusione, molti dei prodotti che consuma sono di produzione artigianale, mentre carne e formaggi li acquista alla masseria. Perché decide di acquistarli proprio lì e non al supermercato?
Perché la vedo che la roba è genuina. Prima cosa devo aspettare la sera quando il pastore rientra dal pascolo e mi ammazza l’animale, al supermercato che ne so io da dove viene questa carne? E che carne mi mangio?

Quindi per una questione di fiducia?
Di fiducia si, di fiducia e genuinità perché poi a casa mia ci sono sempre i miei nipoti, lasciamo perdere i miei figli che sono grandi. Io ho quattro nipoti, l’ultimo arrivato è il quinto, devo dare la roba buona ai miei bambini. Anche le uova prendo quelle buone.

Per “buone” intende di coltivazione propria?
Sì di coltivazione propria, di produzione propria. Le galline quelle che si allevano a terra, non quelle che stanno nei recinti che fanno le uova dentro la gabbie.

Sa come sono stati allevati?
Sì, sono andata di persona e ho visto come venivano allevati, e beccavano per terra e la massaia li gettava i pugni del grano. Anche se costano un po’ di più non mi interessa.

Quando fa la spesa compra volta per volta? Com’è il suo modo di fare la spesa?
La roba che non è a breve scadenza vado con la macchina con mio marito e, la pasta, zucchero e latte sono le cose che ne prendo di più. La farina perché qua non c’è il mulino. Anzi mio padre era mugnaio e io la farina la voglio come dio comanda.

Quindi cerca anche quella fatta bene.
Addirittura a mio marito l’ho mandato diverse volte vicino Castronuovo, al Terzo (zona che fa parte del comune di Castronuovo) a prendere la farina.

C’è ancora il mulino lì?
Si c’è, è distante però fa questo sacrificio per il bene dei nipoti e il nostro, perché oggi come oggi bisogna vedere cosa ti mangi.

E per le altre cose invece?
Quelli di facile consumo ne prendo di più, ma cose di scatolame non ne faccio uso perché sono contro a queste . Preferisco che la roba me la faccio io. E pure ai miei figli non piacciono tanto queste cose di scatolame, al di fuori di cioccolata e nutella.

Quali ricette sa cucinare lei?
Veramente so fare quasi tutto, e faccio di tutto. Poi la mattina quando mi alzo quello che mi dice la testa preparo, poi dipende dagli ingredienti che mi trovo. Che se ti vuoi mettere a cucinare e manca la materia prima non puoi fare niente.

Dei piatti che sa cucinare, c’è qualcosa che le riesce meglio rispetto ad altri?
No, ringraziando a Dio mi riesce sempre tutto bene.

C’è qualcosa invece che non tanto le piace cucinare?
Il pollo.

Perché?
Perché non lo mangio che non mi piace. Ma non per questo non mi riesce bene, se lo devo fare arrostito glielo faccio, se lo devo fare alla pizzaiola glielo faccio.

Lo fa alla famiglia?
Lo faccio ai miei figli e a mio marito, ma a dire la verità non lo assaggio neanche se è buono di sale.

Quindi va a occhio?
A occhio.

E le riesce bene comunque?
Loro lo mangiano e non dicono niente. Io però non so che sapore ha.

Quindi si presume che sia buono.
Sì. Per esempio a Natale faccio il tacchino intero, ricevo tanti complimenti per questo tacchino intero ma io non so che sapore ha, perché carne di penne (volatili) non ne mangio.

Oggi invece che cosa ha cucinato?
Oggi ho fatto le rape “pu’ zif’t’” (peperone rosso in polvere versato nell’olio caldo)

Sarebbe?
Prima ho dovuto lessare le rape, anzi stamattina sono andata in campagna a raccogliere le rape.

Quindi fresche fresche…
Fresche fresche, perché la verdura deve essere fresca raccolta che ha tutto un’ altro sapore. Sono andata a raccogliere le rape, le ho pulite, lavate e lessate, e poi scolate.
Ho preso un tegame con abbondante olio, aglio e peperoncino (e peperone in polvere), perché a me il piccante piace. Quando è diventato color oro l’aglio ho versato la rape e le ho girate, infine le abbiamo mangiate. Poi ho mangiato “u vuccular’” ( il guanciale del maiale).

Sempre fatto da lei?
Si, si, quello del maiale.

Chi le ha insegnato a cucinare?
Veramente nessuno, poi qualche ricetta moderna c’è mia figlia, ma quelle antiche le ho guardate perché a casa mia non ho mai cucinato che sono l’ultima di sette figli (quasi tutte femmine).

Quindi a casa sua non ha mai cucinato?
Mai,mai,mai. E dopo sposata per necessità mi sono messa a cucinare. All’inizio non sapevo fare niente però dopo con il passare degli anni ho imparato.

In famiglia lei quando era bambina non ha mai cucinato?
No mai.

Dopo sposata ha imparato?
Si dopo sposata, all’inizio non sapevo friggere nemmeno un uovo.

E’ stata costretta?
Costretta proprio.

Da suo marito?
Da mio marito altrimenti non poteva mangiare.

Come le impara le nuova ricette?
Quelle più moderne mia figlia. Veramente a me piace usare i libri, in particolare quello di Luigi Carnacino, che è un cuoco che a me piace.

Per le ricette nuove. E per le ricette antiche?
Per le ricette antiche guardavo mia madre.

Quindi osservando lei (la madre) ha imparato?
Osservando lei, ma non le facevo. Dopo sposata le ho fatte.

Dunque ha messo in pratica ciò che ha osservato da piccola?
Sì, sì.

Chi la aiuta in cucina?
Nessuno, sono sola.

E’ sola perché non ci vuole nessuno, o perché…
Sono sola perché della cucina sono gelosa, devo dire la verità. E’ tutta mia la cucina, deve essere mia ed esclusivamente mia.

Il modo di mangiare di ieri, la dieta alimentare di ieri e cambiata rispetto ad oggi?
Per i giovani è cambiato tanto, perché loro mangiano queste salsine, le cose congelate, surgelate, le cose precotte, invece io queste cose non le uso perché non mi piacciono.

Quindi a casa suo si mangia ancora come una volta? Roba fresca?
Sì, roba fresca e sostanziosa.

C’è qualche pietanza che ormai non si prepara più?
Sì, “o raschattiell pa millic”” (raschiatelli con la mollica), i giovani di oggi non li fanno più.

Qualche altra ricetta a parte questa che vedremo dopo?
”O pauppacc’ crusch” (peperoni cruschi o croccanti), che i giovani di oggi non li fanno ma se li mangiano.

Se li mangiano fatti dai nonni.
Eh…

Qualche altra ricetta che le viene in mente?
I maccheroni “a canniciell” (al ferro), “u pan cuott” (il pancotto), “a cucin’ maritat” (la cucina maritata), che io la faccio sempre il 15 agosto.

Che cos’è la cucina maritata?
La cucina maritata comprende tutto il raccolto che si fa durante l’anno, i cereali: fave, grano, ceci e cicerchia. Tutto questo raccolto si pulisce per bene e si mette a bagno (in acqua) la sera prima, il mattino dopo si mette dentro una pentola larga, si accende il fuoco, io la faccio in campagna, e si mette a cuocere ed è buonissima.

Si mangia ancora in famiglia sua?
A casa mia sì, io la faccio tutti gli anni. Un’altra cosa che faccio più spesso e che piace a mio marito sono “ o faf’ arrappat’”.

Che sono?
Sono le fave dure (si fanno seccare dopo la raccolta), la sera prima le metto in acqua e la mattina dopo le cucino. Piacciono anche a mia nipote Michela. Le fave arrostite le faccio la sera sul forno delle stufa e mio marito le accompagna con un bicchiere di vino. Le fave arrostite sono una cosa che si va in disuso.

La pietanza che preparerà oggi, di cui ci darà la dimostrazione, è una ricetta tipica?
Sì.

Perché?
Perché questa è una ricetta che viene tramandata da madre in figlia, e la tradizione continua. E rimane sempre quella, non si cambia l’ingrediente.

Quindi è una ricetta antica?
Sì, sì.

A lei l’ha tramandata sua mamma?
A me mia madre, a mia mamma la madre, alla mamma la mamma.

Quindi di generazione in generazione?
Sì, da diverse generazioni.

Conosce qualcuno che questa ricetta la prepara in modo diverso?
Ma no, perché la gente non la fa. Addirittura ci sono persone che non sanno neanche che esiste.

Quindi è andata quasi persa.
Quasi persa ed è peccato, perché poi si perdono l’origine delle cose e non è giusto. La tradizione secondo me ci dovrebbe sempre essere, perché è una cosa bella quando la tradizione continua.

Questo piatto si cucina anche in altri posti?
Nei paesi intorno si fa, ma di rado, quando c’è qualche manifestazione, tranne qualche vecchietto che la fa perché gli piace.

Lei ha cambiato qualcosa in questa ricetta o è quella originale di sua mamma?
Quella originale. Come la faceva mia mamma la faccio io, non ho cambiato niente.

Qual’è l’ingrediente più importante di questa ricetta?
L’ingrediente più importante è la farina, il pangrattato (cioè la mollica), l’olio, l’aglio e l’alloro.

Praticamente tutto.
L’unica cosa che io ho cambiato che nell’impasto ci metto l’uovo.

Quindi una particolarità sua?
Si perché ai miei figli la pasta in casa senza uova non piace.

Allora iniziamo a vedere la preparazione di questo piatto. Che piatto è, ci dica lei il nome.
” O raschattiell pa millica fritt” ( i raschiatelli con la mollica fritta ).

Allora iniziamo a vedere i vari ingredienti e la procedura.
Si prende la farina, si fanno “o sciummell” (giunta di mani),in base a quante persone siamo a mangiare. Se la famiglia è numerosa per ogni persona si fa una giunta di mani ( “na sciummell” ). Poi si fa la fontanella, ci vuole il sale. Nei raschiatelli ci vuole l’acqua tiepida, non l’acqua fredda. Adesso ci metto l’uovo, che ai miei figli piace con l’uovo, sopratutto a mio figlio Vito, specialmente adesso che durante la Quaresima fa il ramadan.

Cioè?
Lui non mangia carne.

Per tutti i quaranta giorni?
Si e mangia solo la sera.

Quindi un fioretto?
Sì, diciamo un fioretto. Secondo me è pure peccato metterci l’uovo, secondo me l’uovo è carne.
Metto l’acqua e faccio la croce per ringraziare nostro Signore. L’impasto non deve essere dura, deve essere abbastanza morbida.

Va lavorata tutta a mano?
Si si, la pasta in casa va lavorata a mano, non con la macchina. Anche il pane di pasqua va lavorato a mano: “a curnat” (dolce di pasqua), “u pastizz” (dolce salato di pasqua). Questa cose tra un po’ vanno fatte. A dire la verità li faccio sempre il giovedì santo, che fino a mercoledì lavoro.

Che lavoro fa?
Collaboratrice scolastica, bidella.

Quindi va d’accordo con i bambini.
Sì.

Ma ha lavorato anche con la cucina?
Quando ero dipendente comunale ho lavorato sempre in cucina, poi è uscita una legge e lo Stato ci ha assorbiti. Io potevo anche rimanere al comune, ma ho preferito stare con i bambini.

Quindi ha preferito i bambini alla cucina?
Sì, ma adesso il comune ha dato tutto in gestione ai ristoranti.

E’ quasi pronto l’impasto?
Si è quasi pronto. Hai visto “a rasoll” (palettino di ferro), l’ho fatto fare dal fabbro. Adesso lo metto a riposare (l’impasto).

Deve riposare?
Si si altrimenti diventa nervosa.

Nervosa la pasta?
Sì sì, nervosa. Si deve riposare altrimenti si innervosisce e si ritira la pasta quando si fanno i bastoni.

Più o meno quanto tempo deve riposare?
Una mezz’oretta.

E’ pronto?
Sì sì, deve riposare adesso.

Allora facciamo riposare l’impasto.
dopo il riposo… Adesso devo fare i bastoni per fare i raschiatelli. Una cosa mi sono dimenticata di dire, in cucina la prima cosa ci vuole la pulizia. Quando faccio la pasta in casa mi metto: il camice, il grembiule, il fazzoletto in testa.

Quindi l’igiene la prima cosa.
Si. Le pentole devono essere bene lavati, i piatti per essere puliti devono suonare quando si passa il dito.

Adesso ha preparato i bastoni?
Sì. Vedi non si stendono bene ( l’impasto ha riposato poco). Si tagliano i bastoni a pezzettini, a dadini. E adesso si inizia a cavarli.

Questi sono i famosi “raschattiell’”?
Si, a un dito e a due dita. Poi ci sono anche quelli “alla mulinar” (al mugnaio ) che sono a otto dita ma non li so fare. Che prima a Sant’Arcangelo i mulini erano in campagna ed erano ad acqua, allora stavano lì giorno e notte che la farina la usavano tutti, non è come adesso che c’è la pasta secca. E stesso i mugnai si facevano la pasta, che prima gli uomini si davano da fare. E si chiamano “raschattiell alla mulinar”, ed erano grandi.

Lei come li fa di solito?
A uno o due dita, eppure mio padre era mugnaio. Ma mio padre era già di un’altra generazione. Quello era un mestiere che veniva tramandato da padre a figlio, mio nonno era mugnaio, mio bisnonno era mugnaio…

E con suo padre è finita questa tradizione?
Sì, sì è finita nel ’71, che mio padre era malato e mio fratello non ha voluto fare il mugnaio.

Oggi i tempi sono cambiati.
Sì, e si è persa questa tradizione

Li sta facendo con un dito?
Sì. Ad esempio anche in estate quando si va in montagna, io adesso non ci vado perché soffro di ipertensione e allora si alza la pressione, si fanno i raschiatelli con “pauppacc e pmdor ” (il sugo con i peperoni), e con la ricotta dura.
Adesso vediamo come si prepara la mollica. Si prende la mollica di pane, si fa arrotolare nelle mani e diventa a pezzettini piccoli. Ci vuole il pane raffermo, non quello fresco, quello di due o tre giorni. Quando la faceva mia madre e vedevo il buco nella pagnotta di pane pensavo che c’erano i topi, avevo paura e non lo volevo più quel pane.

E invece era la mamma che preparava la mollica.
Sì era lei che preparava la mollica. E mi chiamavo stupida, mi diceva “sta ciot, non u vid ca già tirat ij po man” (stupida, non la vedi che l’ho tolto ij con le mani). E avevo paura dei topi. Ma io ho paura dei topi. Non ho paura di niente, dei topi ho paura.
Prendo il tegame, metto l’olio, che deve essere abbondante perché la mollica del pane assorbe l’olio.

L’olio d’oliva?
Naturalmente, ce l’ho olio d’oliva, mica uso quello del negozio o l’olio di semi. L’ho già detto uso solo roba buona e genuina, nostrano, di produzione propria

Cosa ci va insieme all’olio?
L’aglio. Poi quando metto la mollica ci aggiungo due foglie di alloro, che ne danno profumo.

Per quanto tempo deve soffriggere l’aglio?
Fino a quando diventa color oro. Adesso è pronta e verso la mollica. Sentito che rumore che ha fatto quando ho versato la mollica?!

Quando fa quel rumore vuol dire che l’olio è pronto?
Sì, che l’olio è pronto.

E si fa soffriggere la mollica con l’alloro?
Si. Quando diventa color oro ci metto un po’ di “pauppacc pisat” (peperone in polvere). Ci metto un po’ di sale. Dopo devo fare anche due peperoni cruschi.

Quando si capisce che la mollica è pronta?
Quando diventa color oro. Alla fine ci metto un po’ di peperone in polvere.

E quando si cucinava questo piatto? Era un piatto della domenica?
Questo era il piatto dei poveri, perché non avevano il formaggio. Tanto tempo fa non tutti avevano la possibilità di comprare il formaggio e di farne largo uso come adesso, allora lo facevano con la mollica che veniva chiamato “formaggio a landese”, che significa improvvisato. In mancanza di formaggio usavano la mollica, per chi ce l’aveva il pane.

Quindi la mollica sostituiva il formaggio?
Si si, la mollica sostituiva il formaggio.

La mollica adesso è pronta?
Si. Deve bollire l’acqua e cuocere i raschiatelli.
In questo momento i raschiatelli sono cotti e li devo scolare e condire. Questa è una cucina che si dovrebbe fare al fuoco. I raschiatelli sono stati scolati, ho tolto le foglie d’allora dalla mollica, e adesso condisco i raschiatelli con la mollica. Questi sono i raschiatelli con la mollica fritta (presentazione del piatto).
Adesso devo preparare “o pauppacc crusch” (i peperoni cruschi o croccanti). Andiamo a vedere.
Ho messo l’olio nel tegame, l’aglio in camicia che deve friggere, e quando e pronto l’olio si mettono i peperoni che in un momento fanno perché sono sottili.

Come sono questi peperoni?
Sono peperoni secchi, sempre del mio orto. Li inserto e ci faccio delle catene.

Vengono seccati al sole?
Veramente all’aria non al sole. Io li metto sotto la tettoia e seccano.

E come si conservano?
Così, come sono insertati si conservano. Io li inserto con l’ago. Poi se li friggo ci faccio i peperoni cruschi, oppure in polvere.

Questi peperoni come si mangiano? Da soli o accompagnati con un’ altro piatto?
Preferibilmente con il salame, hai visto che l’ho già messo a tavola?! Per le cose caserecce non ci vogliono i secondi sofisticati.

Pronto l’olio?
Ancora no.

Come deve essere l’aglio?
Color oro.

Anche qui?
Sì. Il segreto è sempre il fuoco.

Deve essere alto?
Non troppo alto e nemmeno troppo basso. Se è troppo alto si brucia e rimane cruda dentro, se è troppo bassa ci muore (questo riferito in generale).

Quindi una via di mezzo.
Sì. Adesso ci metto i peperoni.

Pronti?
Sì. Devo spegnere il fuoco altrimenti si bruciano. Poi il sale si mette dopo al momento che si mangiano altrimenti diventano morbidi.
Allora stasera abbiamo fatto: primo i raschiatelli con la mollica fritta, secondo il salame, contorno i peperoni cruschi. E poi naturalmente ci va un’arancia sempre nostra (non comprata).

Questa è una tipica cena antica?
Sì antica, di prima.

Come deve essere un piatto per essere buona, come si deve presentare?
Deve essere cotta al punto giusto e saporita, e deve essere condita bene perché è il condimento che da il sapore.

E come si deve presentare nel piatto la pietanza?
Questa si deve presentare nel piatto di creta, quelli dei nostri nonni.

Come questa?
Sì, questa era di mia madre. E’ antica, che mia madre era del 1909, è abbastanza antico questo piatto, che adesso non si usano.

E la tovaglia?
La tovaglia deve essere di fiandra come questa. Essendo che il lino è una fibra naturale è sempre esistita, come il cotone, solo che gli antichi usavano più il lino che il cotone.

Questa tovaglia è antica?
Non è antica me è lino ed è fiandra, è come la ricetta antica, è sempre esistita e va tramandata.

Ti piace mangiare bene?
A me sì.

E’ di buona forchetta?
Si vede che sono di buona forchetta, sono quasi novanta chili.

Le fa piacere di sapere che sa cucinare bene?
Mi fa piacere quando me lo dicono, quando mi fanno i complimenti, devo dire la verità.

Che importanza dà alla cucina?
La cucina ha molta importanza, specialmente per una donna.

Perché?
Perché, non è il vestiario, i tacchi, le calze a rete o non ha rete, che ti fanno sentire una donna, o stare a letto con il marito, è in cucina che ci si sente donna, una donna realizzata, una mamma.

Quindi suo marito lo conquista con la gola?
Sì sì, con la gola.

E apprezza la sua cucina?
Sì.

Glielo dice?
Se siamo soli non me lo dice, però se ci sono gli altri lo dice.

E i suoi figli?
Anche.

E i suoi nipoti?
Ne ho una che è di bona forchetta come me, e mi dice “nonna quanto mi piace la pasta asciutta tua”.

Abbiamo qui davanti un pranzo, o una cena, tipica povera: raschiatelli con la mollica come primo, il salame fatto in casa come secondo, e i peperoni cruschi.
Questo è un pranzo povero.

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Acquasale (Rionero in Vulture)

Acquasale (Rionero in Vulture)
preparata da Maria Nicola Santoro
intervistata 29 giugno 2009 da Roberta Cesira Marino

https://vimeo.com/130078028

Quanto tempo impieghi per la cucina?
Poco,dipende da ciò che devo cucinare.

Sei andata a fare la spesa?
Sì.

Dove?
Al supermercato, dal fruttivendolo, il panetteria, dall’ortolano.

Hai dei fornitori che preferisci? Perché acquisti da quei determinati fornitori?
Perché ritengo che abbiano la merce più fresca rispetto agli altri a prezzi contenuti.

Che cosa hai comprato?
Il pane, le uova, i peperoni.

Hai comprato solo quello che occorreva oggi?
Perché preferisco farlo così, giorno per giorno perché ritengo che la roba sia più fresca se acquistata quando serve.

Quali sono le ricette che sa cucinare?
La pasta asciutta, la pizza…

Cosa le riesce meglio?
Diciamo la pizza con il pomodoro.

Cosa non le piace cucinare? Perché?
Il pollo perché a me non piace.

Che cosa hai cucinato oggi a pranzo?
La pasta alla amatriciana.

Chi ti ha insegnato a cucinare?
Qualcosa l’ho imparata dalla mamma che cucinava quando io ero bambina, altro leggendo i libri e le riviste di cucina.

Hai imparato per gioco o sei stata costretta?
Sono stata costretta perché essendomi sposata era necessario che io sapessi cucinare per la famiglia.

La dieta alimentare è cambiata? Come?
Da noi, a casa mia, no perché più o meno mangiamo le stesse cose che mangiavo io da piccola.

Ci sono pietanze che non si preparano più?
Direi di no.

Oggi cosa ci prepari?
L’acquasale.

La pietanza che preparerai oggi è una ricetta tipica?
È il piatto tipico delle nostre zone, perché la maggior parte va in campagna e questo era il piatto che si usava prima e che mi piace cucinare per mantenere le tradizioni.

Conosci qualcuno che questa ricetta la prepara in un modo diverso?
L’unica variente è il formaggio che io non utilizzo e nemmeno la cipolla.

La pietanza che sto preparando è per una sola persona; dipende generalmente dal numero delle uova, in questo caso una. Si mette l’olio d’oliva in una padella, lo si fa soffriggere. Poi si prendono i peperoni secchi, si puliscono un po’ con un canovaccio, si tagliano e si soffriggono. Anche i semi vanno bene. Bisogna farli rosolare un po’ in modo da farli colorare un po’. Poi si aggiunge un bicchiere d’acqua spostando la padella dal fuoco e si lascia sul fuoco ancora per un po’. Quando arriva ad ebollizione. Si versa l’uovo nella padella che deve cuocere nell’acqua.Far cuocere il tutto fino a che si sia riassettato a proprio piacimento e fino a quando si sia essiccata un po’ l’acqua.Così com’è si mette sul pane e a piacimento si può aggiungere del formaggio.

Quale sapore deve avere la ricetta per essere buona?
Il sapore del pane nostrano, della roba nostrana insomma.

Dove ha acquistato questi peperoni?
A un supermercato, sono imbustati e già pronti. Generalmente li secchiamo noi però adesso li abbiamo già consumati per tutto l’inverno.

Quindi si lasciano essiccare nel tempo?
Sì. Si prendono d’estate e poi si lasciano essiccare e si utilizzano per tutto l’inverno.

È una pietanza che mangiavi anche tu da bambina?
Qualche volta si perché a mio padre piaceva e quindi l’ho assaggiata; piaceva anche a me quindi l’ho mangiata più di qualche volta.

Come si deve presentare nel piatto la pietanza?
Va presentato in un piatto possibilmente di terracotta con sulla base una fetta di pane.

È importante saper cucinare?
Sì, abbastanza.

Ti fa piacere sentirti dire che sai cucinare bene?
Certo!

Cosa altro diresti di te per dire chi sei?
Sono un’impiegata di Rionero in Vulture, sono sposata,ho una famiglia di quattro persone: mio marito è anche lui un impiegato e i miei due figli studiano.

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Strascinati con la mollica di pane e i peperoni cruschi; Salsiccia e patate al forno (Pignola)

Strascinati con la mollica di pane e i peperoni cruschi; Salsiccia e patate al forno (Pignola)

preparati da Maria Cerroni
intervistata da Filomena Rosa

https://vimeo.com/149629427

Quanti anni hai?
Settantacinque.

Dove vivi?
Vivo in una frazione di Pignola, Potenza.

Comune della Basilicata?
Sì.

Quali sono le tue origini?
La mia mamma era di Pantano di Pignola, il mio papà era perugino, di Gubbio.

Cosa ci cucini oggi di buono?
Oggi ho pensato di fare gli strascinati con la mollica di pane, e di più peperoni cruschi messi sul piatto.

Benissimo, del secondo ne parliamo dopo, possiamo cominciare.
Questa è la farina e la passo con il “setaccio”.

Quanta farina?
1 Kg di farina.

Per quante persone stiamo facendo questi strascinati?
Per otto persone.Questa è la farina, mettiamo un uovo; poi si mette un po’ di acqua calda.

Perché deve essere calda?
Perché combacia meglio con la farina, si lega meglio.
L’acqua, quella che ci vuole, non è che devi fare mezzo litro o un litro, quella che ci vuole, quella che si tira la farina.

Da quanto tempo fai la pasta di casa a mano?
Da quando tenevo sei anni.

Chi te l’ha insegnata?
Mia mamma.
Pronto l’impasto deve stare sotto un piatto a riposo.

Quanto tempo deve stare a riposo?
Una mezz’oretta.

L’impasto come deve essere, duro?
Normale, non deve essere troppo duro. Poi si ammorbidisce sotto il piatto, sotto qualunque cosa che metti.
Ora la taglio, e così incominciamo a fare gli strascinati.

Che farina hai usato?
Di grano duro.

Si prende un vassoio di cartone?
Quello per dolci, si mette un po’ di farina se no si attaccano al cartone, e si comincia a fare il mestiere.

Quante dita usi nonna?
Io, tre dita uso, perché questa mano è stata offesa da quando ero piccola, e non li posso fare gli strascinati che si usavano una volta, grandissimi, perché sono offesi “i due primi diti”.

Se no si fanno con tutte e quattro?
Sì, con tutte e quattro, l’usanza nostra, mia mamma li faceva con tutte e quattro, tutte e otto le dita.

Quanto tempo ci impieghi a fare un chilo di strascinati?
Un’oretta. (…) Poi dopo aver finito gli strascinati, preparo la mollica, e i peperoni cuschi, e dopo bollita la pasta, fatta cuocere nella “caldaia” si butta sopra questa mollica di pane, come il formaggio, e si mettono i peperoni cruschi sopra questa mollica.

Poi ci fai vedere come si fa!
Sì.

Gli strascinati li mangi sempre freschi?
Delle volte sì, delle volte no perché mi rimangono qualche vassoio, e li conservo nel freezer. Dopo che si sono congelati li metto nelle bustine del freezer.

Per congelarli come si fa?
Sempre nel vassoio come sono, che li faccio, li metto con una tovaglia sopra, nel freezer, dopo stati un’oretta li posso conservare nelle bustine.

Ma prima di metterli nel freezer quanto tempo devono asciugare?
Un’oretta, un’oretta e mezza, devono essere belli asciutti.

Bene. Nonna vuoi dire quanti figli hai?
Ho sette figli, e tredici nipoti.

E dei tuoi figli chi è che ha imparato a fare la pasta di casa?
La prima, Anna Maria.
Gli altri figli non la sanno fare, solo Anna Maria la sa fare perché non è andata a scuola. E’ stata con me e le ho insegnato a fare tutto.

Ci fai vedere, nonna, come si fanno le orecchiette, che non abbiamo visto?
Così!

Col pollice?
Col pollice, oppure con la “rasoia”.

E poi li giri al contrario?
Sì.

Dopo un’ora di lavoro nonna Maria ha fatto cinque vassoi di strascinati. Ora stanno un pochino ad asciugare, circa un’ora, un’ora e mezza. Alcuni li mangeremo e altri verranno congelati.

E adesso nonna che facciamo?
Io sto preparando la mollica per il condimento degli strascinati. Poi faccio i peperoni cruschi che aggiungo sul piatto.
Questa è la mollica e si “smollichea” bene, deve essere bella raffinata, se no vengono a pezzi.

Il pane di quanti giorni deve essere?
Di quattro, cinque giorni perché se no non si sfarina.

Quindi non deve essere fresco.
No.

Quanta mollica ci vuole più o meno?
Sui 300/400 grammi di mollica.

Da quanti chili la panella?
Due chili. Ora metto l’olio.

Si deve bagnare tutta la mollica?
Deve essere bagnata, se no si fa bruciata nella padella. (…) ci vuole un altro poco (di olio).

L’olio è di oliva?
Sì, è olio di casa.

Diciamo che la mollica deve prendere il colore dell’olio!
Sì, il colore dell’olio. Deve essere bagnata. E ora la metto sul gas e la faccio fare piano piano.

Bisogna girarla?
Sì, se no sotto si brucia e sopra è cruda. Questa si fa un po’abbronzata. Ora ci vuole un po’ di tempo per la mollica, allora prepariamo i peperoni cruschi, così faccio uno e l’altro.
I peperoni si mettono tutti una volta e si gira sempre continuato, e li devi togliere subito(dai fornelli), perché se no si bruciano.
Diventano neri!

E poi sono amari!
Sì, sì.

Quanti peperoni più o meno?
Sono quattro peperoni.

E la fiamma come deve essere?
Deve essere bassa se no li bruci tutti una volta. Questi poi li devi togliere subito, quando sono pronti. Non li devi lascare neanche un istante, devi essere sempre un continuo a girarli, se no dove si bruciano e dove sono crudi, e non si sfarinano quando vai a sfarinarli sugli strascinati.

Devono rimanere croccanti?
Sì, sì croccanti.

Quanto tempo deve stare la mollica?
Vedi che si sta facendo qua.

Si friggono sempre nell’olio di oliva?
Sì, perché ha un altro senso; l’olio di semi nella pasta poi si sente.

Il sale non si aggiunge?
Mo vediamo, se c’è il sapore del pane non si aggiunge, se no si aggiunge un pochettino, una spolverata.

Invece sui peperoni no!
Sui peperoni no, solo se li devi mangiare cruschi così, ma se li metti sfarinati sulla mollica non si deve mettere il sale. Il momento che li mangi così, devi mettere il sale, ma prima no perché si ammorbidiscono. Ci vuole l’olio assai, perché se è poco si bruciano.

Sono già pronti?
Sì.

Quindi si tirano senza olio?
Sì, così. L’olio se vuoi lo puoi pure usare, però senza peperoni.
Filomena io ora l’assaggio un po’ (la mollica), perché se no non posso dire se ci vuole il sale o non ci vuole.

Sì.
Ci vuole un pochettino!

Ci vuole un pochino!
Sì.

Quindi dipende da quanto è saporita la mollica.
Sì, devi sentire un po’ di sapore, se no viene proprio …
Adesso è buona, con un pizzico di sale ha un altro sapore.
E’ già pronta!

Quindi, anche la mollica è pronta, è diventata dorata
Si lascia senza coperchio perché si fa uscire il vapore, e dopo che si è raffreddata un poco si copre.

E adesso, nell’attesa del pranzo, di vedere cucinati gli strascinati, prepariamo il secondo. Che cosa ci prepari, nonna, per secondo?
La tortiera di patate con salame di maiale.

Bene. Che patate sono?
Le patate della campagna nostra non sono ancora pronte, sono quelle comprate, sono le patate quarantine.

Per quante persone sarà questa tortiera?
Sempre per otto persone.

Quante patate?
Sono circa un chilo, un chilo e mezzo di patate. Adesso le vado a lavare e le preparo. Ora metto il sale, metto uno spicchio di cipolla.

Fresca?
Fresca. Un pochino d’aglio, un po’ di formaggio.

Che tipo di formaggio?
Parmigiano, perché i ragazzi non è che mangiano tutto, se no io uso il pecorino.. Metto un po’ d’olio e le giro. Sempre con le mani bisogna farle, perché le mani sono quelle che…
Prendo un pomodoro

Il pomodoro deve essere da insalata?
Un pomodoro normale, che non sia troppo maturo, ma manco senza arrivare a maturazione.

L’olio sempre di oliva?
Sì, comunque io cucino sempre con l’olio di oliva, soltanto le patatine fritte faccio con l’olio di semi, ma poi tortiere, cose, tutto con l’olio di oliva.
Prendo il salame, il salame fresco, e lo metto in mezzo alle patate, così.

Ne hai messi solo tre pezzi, perché oggi siamo di meno di otto?
Siamo di meno, sì, si fa mezzo ciascuno, siamo sei persone.
Ora per farla venire cotta bene, si mette o una tortiera della stessa dimensione, o si mette la stagnola.

La carta argentata!
Sì, si crea il vapore e si cuoce bene, dieci minuti prima di mangiarli, togli questa carta, e vengono rosolate tutte le patate.

Quanto tempo stanno per cuocere?
Tre quarti d’ora.

A che temperatura del forno?
A 250°.

Nonna vuoi dire qualche cosina sulla salsiccia? La fai tu o la compri la salsiccia?
No la faccio io, perché mio figlio alleva dei maialetti, e quando arriva ora, dicembre, gennaio, si ammazzano, e si fa salame, prosciutti, culatelli, si fa di tutto, speck etc. Il salame viene fatto in tre divisioni

In tre tipi?
In tre tipi. La “sopressata” viene fatta con tutta carne magra e spezzettato un po’ di lardo, tutto a pezzettini piccolini, con il pepe, e si riempiono queste budella di maiale. Invece la salsiccia grassa viene fatta con tutti i resti che si scartano dalla salsiccia magra, buona. Si mette 26/27 grammi di sale per ogni chilo di salame, si mette il finocchietto, una spolverata di peperone, oppure peperoncino forte, quello che vuol mettere la persona.

Gli stessi ingredienti sono uguali anche per la salsiccia magra?
Sì, sono uguali. La salsiccia magra contiene meno grasso e ha la carne più scelta. Invece gli odori, le spezie sono a scelta. Del gusto delle persone.

Nell’attesa della cottura della pasta che cosa facciamo nonna?
Io preparo già gli ingredienti per condire la pasta, sono già preparati, soltanto “spezzetto” un po’ di peperone crusco e un po’ li metto sul piatto così.

Interi!
Interi.

Bene, vediamo!
Questi li resto, e questi li faccio spezzettati.

Dal rumore si può notare quanto sono croccanti.
Vedi sono spezzettati, e mo è pronto.

Bene.
Filomena adesso è l’ora che butto la pasta nell’acqua e la cuocio, e la tortiera è già pronta. Ora la scopro per fare rosolare le patate.

E quanti minuti deve stare per rosolarsi?
Giusto il tempo che mangiamo, e già si “rosolea”. E ora butto la pasta.

L’acqua è già salata?
Oggi non ho messo il sale, lo metto adesso.

Sale fino?
Ora mi trovo il sale fino e butto il sale fino, se no quello che si trova.

Quanto tempo necessita?
Dopo che viene a “bollere”, non più di tre o quattro minuti. Tre minuti, così, perché la pasta è fresca, cuoce subito.

La pasta è quasi cotta!
E’ arrivata l’ora.

E’ arrivata l’ora di mangiare.
Ora butto la mollica nella pasta, la giro e poi la metto un po’ sul piatto, come il formaggio.

Quindi un po’ di mollica va nella pasta.
Nella pasta. (…) Un po’ di peperone macinato.
Si mescola il tutto.
Aggiungiamo un altro poco di mollica.
Questo è il nostro piatto di strascinati con mollica di pane e peperoni cruschi.
Si aggiunge della mollica, come se fosse del formaggio, si aggiungono i peperoni interi e il piatto è pronto.

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Quattrodita al sugo (Matera)

Quattrodita al sugo preparati da Grazia Stella. Intervistata a Matera (MT) il 2009-01-10 da Floriana Scalcione.

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Focaccia di granone (Matera)

Focaccia di granone

preparata da Giustina Azzilonna intervistata a Matera il 17 marzo 2003 da Imma Cosola.

Ciao Giustina, grazie per avermi ospitato a casa tua. Come sempre sei gentilissima

Grazie.

Grazie anche perché mi hai ospitato a quest’ora; sono le 8 di mattina. So che tu ti svegli presto per cucinare, giusto?

Si

Allora così non ostacolo la tua giornata…

No, no, no, non ostacoli niente, non ti preoccupare!

Oggi a che ora ti sei svegliata per cominciare a preparare?

Mi sono svegliata alle 3 ma mi sono alzata alle 6 anzi alle 5.30

E come mai così presto?

Perché mi alzo tutte le mattine a quell’ora!

Ma poi hai cominciato anche a preparare qualcosa?

Dunque, ho fatto tutte le mie cose di casa, poi ho incominciato a preparare le cose da mangiare…

Cosa cucini oggi?

Oggi devo fare la pasta con il sughetto alla san giovannina.

Hai già preparato?

Si, tutto!

E la pasta?

Gli spaghetti

Ah ok, quindi oggi non fai la pasta fatta in casa?!

No

E per oggi invece cosa cucini? Qua vedo qualche ingrediente…hai già preparato tutto!

Questa è una focaccia che si faceva ai tempi della guerra, praticamente ai tempi antichi però di più quando c’era la guerra perché nessuno poteva avere quello che voleva! E’ una focaccia di farina di grano turco che si faceva tempi fa

E gli ingredienti?

la farina di grano turco, poi lievito, sale e un pochino di olio, si impastava e poi si portava al forno per cuocerla

E la farina tu da dove l’hai presa? Si trova facilmente?

Adesso al supermercato, prima c’erano le botteghe di generi alimentari. Ora ci sono i supermercati e si va ai supermercati.

Vogliamo cominciare a preparare?

Allora, questo è il lievito; prima si faceva il lievito madre. Si chiamava così perché quando impastavi il pane lasciavi un pezzettino di massa nella scodella. Lo coprivi perché poi serviva quando rifacevi il pane.

E tu facevi il pane?

Si, facevo il pane fatto in casa, pasta fatta in casa, sempre!

Questo lievito non è quello che si compra di solito?

G: Questo è un lievito di birra però è quello di Pan degli Angeli. Non è quello a pezzo.

Tu preferisci usare questo?

Preferisco usare questo perché è più buono ancora perché è secco, e lo puoi tenere tranquillamente finché scade. E’ maggiore la scadenza… Allora, mo ho messo il lievito… metto il sale.

Tu però mi hai detto che ti sei svegliata alle 6 per mettere il lievito? Perché?

Si, per farlo lievitare.

E’ proprio il procedimento di questo lievito?

Si mette l’acqua appena appena calda, due cucchiaini di zucchero e questa bustina di questo lievito qua. Si fa sciogliere e poi, vedi, diventa lievito come una volta.

Ho capito, così era il lievito?

Prima era di pasta e mo si fa di questo che viene lo stesso gonfio per fare pane, focacce, quello che vuoi fare! Mo si mette su mezzo kg di farina, ho messo un pochino di sale.

E la farina però è più sottile questa di quella della polenta…

L’ho macinata al mio macina…al mio frullatore, dove si fa che si macina qualsiasi cosa: caffè e via di seguito, lo zucchero a velo… Ho messo il macinato perché questa è un po’ grossa, serve per fare la polenta, allora per far venire la focaccia l’ho macinata io.

Ma pure prima…?

No, prima no. Prima si faceva com’era perché non esistevano queste cose…

Quindi veniva più dura la focaccia?

E si, veniva più massiccia praticamente. Proprio a pezzi come viene la polenta praticamente. Tu l’hai mai fatta la polenta?

No, io no! La prossima volta me la fai assaggiare!

Allora si mette un po’ di sale, l’acqua calda, si scioglie e si mette nella farina. Poi si mettono 2 cucchiai di olio.

E l’olio l’hai comprato dal supermercato?

No, è l’olio di oliva nostro. Lo fa mio nipote

Preferisci usare sempre le cose…?

Si si si. No, roba di supermercato no perché non è olio naturale. Allora, questo lo possiamo togliere… allora, adesso si impasta.

E quando impasti, preferisci impastare sempre tu?

No, impasto io, impasto io perché queste sono cose che si impasta uno che lo sa fare.

E’ da tanto che cucini tu?

Dall’età di 8 anni!

Eh eh, lavoro minorile! Chi ti ha insegnato a cucinare?

Un po’ mia madre, qualcosa che sapeva fare lei. E poi piano piano ho preso la mia mano.

Quindi tu eri la cuoca della famiglia?

Si. Ecco vedi, ora si fa lievitare.

Ma nella scodella hai messo la farina?

La farina per non fare attaccare vicino alla scodella la pasta che deve lievitare.

Ah, non lo sapevo! Si vede che non sono una brava cuoca! Più o meno quanto tempo ci vuole per lievitare?

Dipende, una mezz’oretta. Dipende da come è il lievito. Il lievito più è fresco e meno sta a lievitare la pasta.

Ma non mi hai ancora detto il nome di questa ricetta!

Dunque, la focaccia di grano turco!di farina di grano turco

E originariamente aveva un nome questa focaccia?

La fccozz d granaun si chiamava prima!

Ma perché prima non era possibile comprare la farina …?

No, non era possibile comprare perché c’erano pochi soldi.

E questa costava meno?

E questa costava meno e questo era un mangiare dei poveri praticamente. Il mangiare di uno che stava in bolletta! E uno che aveva dei soldi si mangiava anche questo, anche noi l’abbiamo fatto con tutto ciò che in casa grazie a Dio non mancava niente. Lo facevamo pure noi a casa. Però questo era di più roba di quando non si poteva mangiare niente, allora si faceva questa che era una cosa più comune, più economica. E allora si faceva questa per far mangiare perché allora erano tanti figli e per farli mangiare ci voleva una bella….

una bella spesa!!e non era possibile…

Non era possibile! Mo quando si fa si prepara nella teglia, si mette un goccino di olio nella teglia, si stende, si mette un po’ di pomodoro sopra fresco, 2 pezzettini di pomodoro…

Tu hai già comprato queste cose?

Si

Hai la provvista?

No, li ho fatti comprare perché mo non è tempo di pomodoro fresco e li ho fatti comprare

Quindi non vai tu a fare la spesa?

No, va mio marito a fare la spesa!

E compri le cose giorno per giorno o fai la scorta ogni settimana?

Dipende…vedi, questi sono i pomodori. Dipende da come ci vuole la roba

Comunque sono pomodori freschi? non sono le conserve?!

Non sono pomodori freschi della pianta però sono quelli che mo si usano queste cose della serra, diciamo coltivati

Tu senti la differenza?

Tantissimo, evoglia come si sente!

Aspettiamo che lieviti la pasta….ma non metti sopra una coperta?

Ora ora, mo devo coprire…aspetta che tolgo queste cose…. La devo coprire, devo mettere qualcosa sopra in modo che…

Qui la pasta ha quasi finito di lievitare?

Un altro poco e poi facciamo la focaccia e la mettiamo nel forno.

L’hai coperta nel frattempo?

L’ho coperta con la tovaglia in quattro e poi ho messo il setaccio sopra che lievita prima.

Ah, non sapevo questa cosa!

Si

Ma è un’usanza?

Un’usanza vecchia

Cioè, l’hai sempre fatta così?

Si, noi l’abbiamo sempre usato questo

Anche quando facevi il pane?

Si, anche quando facevo il pane fatto in casa tempi fa!

Nel frattempo poi magari mi piacerebbe sentire qualcosa su come facevi il pane…

Nel frattempo siccome che prima c’era il lievito del pane fatto in casa ora invece il lievito del pane non c’è più, ci sono le cose chimiche che sono i lieviti di birra.

Allora visto che prima me lo sono perso, ora mi fai vedere come si fa! A te ora questo lievito per cosa serve?

Serve perché devo preparare le focacce che si facevano anche una volta, con la cipolla….si faceva “u’riccl“ c’u ziccr saup

E com’è questo….?

La pasta si metteva nella teglia con un pochino di olio nella teglia, si metteva la pasta dentro; poi si bucava con le dita, si metteva l’altro olio e lo zucchero sopra e si rimetteva nel forno

Quindi nella teglia?

Si, nella teglia!

E’ simile un po’ alla focaccia che faremo oggi?

E’ simile solo che lì si mette la cipolla, si mette della roba dentro con prosciutto e via di seguito; oppure quando si faceva con la ricotta forte. In tanti modi, con la cipolla e il pomodoro e ricotta forte. L’ impastare è sempre lo stesso, la pasta è sempre quella come quando si faceva il pane. E poi ci si mette le altre cose dentro e quando è lievitato si mette la cipolla, sempre nella teglia con l’olio.

Adesso stai versando?

Adesso sto versando per fare la focaccia però siccome che è farina di grano turco si rompe, si apre tutta.

Infatti non è venuta bella gonfia…

No perché non può venire gonfia questa perché è di grano turco e non lega bene

Qua hai già messo l’olio nella teglia?

Si

Ah, quindi si fa così?

E si perché questa non si può lavorare come quando si fa la farina, capito?questa non lega perché è di grano turco…allora bisogna farlo…

Ma poi nel forno viene comunque soffice o no?

Soffice soffice non viene, viene un po’ duretta però si mangia bene.

La fai spesso questa ricetta?

Beh, adesso era da un po’ di tempo che mio marito la voleva a tutti i costi.

Allora abbiamo fatto un favore a tuo marito?

Si, eh eh! Oggi veramente abbiamo fatto un favore!

Oggi è anche il suo compleanno quindi devi preparare anche qualcos’altro?

Devo preparare un po’ di focacce, devo fare una torta alla frutta…

Tutto tu farai o ti lasci aiutare da qualcuno?

No, tutto io faccio, tutto io! Non mi faccio aiutare da nessuno. Mah, è brutto questo che non lega bene questa farina di grano turco! Non è come la farina che poi tu la impasti e ti viene bella….

A te piace cucinare?

A me piace tantissimo cucinare? Fare dolci fare un po’ di tutto, io dove mi metti li ci sto!

Eh e, quello fai!

Ecco vedi!

E cosa ti piace di più cucinare? In cosa pensi che sei più brava?

Beh, di bravura non lo so se ce l’ho la bravura!

Eh, non sarei stata qui!

Cucino innanzitutto però come bravura non lo so se ce l’ho!

Però cosa pensi tu di saper fare meglio?

Oddio, non lo so Imma! Questo non lo so cosa so fare meglio perché penso che viene tutto bene! Qualsiasi cosa che faccia!

E c’è qualcosa che invece non ti piace proprio cucinare perché magari non ti piace mangiare?

No, di cucinare mi piace cucinare tutto, però non mi piace mangiare! Non mi piace mangiare perché di cucinare mi piace tutto da fare da mangiare! Faccio qualsiasi cosa…verdure, legumi, qualsiasi cosa insomma! L’essenziale è che non mangio io poi quando non mi piace qualcosa! Adesso facciamo le focacce di farina normale bianca, poi dopo lievitate le riempiamo con la cipolla, prosciutto, salame

Hai già preparato…?

Gli ingredienti? Si!

Mi cogli impreparata! Pensavo che avremmo fatto solo….! Va bene dai, visto che stiamo facciamo anche questa ricetta!

Le faccio con la cipolla già pronta e ci metto tutto dentro, e poi la metto nella pasta già lievitata…

E la cipolla come l’hai fatta?

L’ho tagliata pezzettini pezzettini. Pulita, tagliata, poi l’ho fatta andare sul fuoco con un goccino di olio e si è cotta così, con l’acqua della cipolla stessa! Senza mettere acqua, senza niente! Poi si mette nella pasta quando è lievitata la pasta, uno strato prima sotto, poi la riempi di cipolla, poi si copre di nuovo sopra; si mette l’olio sotto e sopra e si mette nel forno.

Anche questa è una ricetta tipica materana?

Materana materana materana!

Solo a Matera si fa?

Penso di si , non so se si fa anche dalle altre parti

Tu hai vissuto tanti anni a Reggio Emilia…

Ho vissuto 17 anni a Reggio Emilia

E lì non c’era, non l’hai mai vista?

Nee, non ho messo i pomodori! No! Lì non si fanno queste cosa qua…propri jund o studquarj prepr…li avevo preparati e tutto i pomodori!

Eh, l’emozione della telecamera! Dai, tanto sappiamo che sei brava quindi ti perdoniamo!

E’ la testa proprio che non ci sta!

Ah, interi si mettono?

No, a metà. Speriamo che viene bene però! Perché nel forno così non l’ho mai fatta!

Quindi era proprio da tanto che non la facevi?

Sii, da quando c’era il forno a legna!

Ah, figurati! Speriamo allora sul risultato!

Speriamo che viene bene!

Il forno a quanto l’hai messo?

A 200°

Ma tu così sei andata un po’ a senso?

No no, questo è elettrico, va bene a 200. Più forte no se no poi si brucia!

Perché se lo facevi sempre a legna…

Si, quello veniva fatto a legna… Mo con l’elettricità va bene a 200 perché altrimenti si brucia. Vedi la focaccia. Praticamente questa non può venire come quella di farina bianca perché…

Quindi non cresce? Non aumenta volume?

No, no. Lievita ma non può diventare come quella bianca perché quella è sottile la farina bianca invece questa è più pesante cioè è più leggera quella, questa invece è più pesante. Hai capito?

Ho capito

Che devi guardare ancora qua?

Vediamo…ma poi questa mangiandola, che sapore ha? E’ come la polenta? O è uniforme?

Ha il sapore che è un po’ duretta, il sapore della farina che è pesante, è di grano turco che è pesante. Non è diciamo soffice che tu poi quando la mangi è bella morbida. Capito…allora, mo dobbiamo rifare quella con la farina bianca, la farina normale. Mo ti faccio vedere come si fa quella.

E questa invece la fai più spesso?

Si questa la faccio più spesso perché ogni tanto ci vuole anche cambiare un po’. Ti viene il desiderio di tempi fa!

E questa ricetta invece, chi te l’ha insegnata?

Questa la facevamo nell’antichità quando impastavamo il pane che facevamo la focaccia…Quando si faceva il pane faceva mola focaccia nelle tortiere , la focaccia a terra che viene chiamata “a terra” perché si schiacciava un pezzo di pasta, si schiacciava e si infornava e veniva tutta la cosa della cenere sotto, si metteva un pomodoro sopra…

Ma ha un nome proprio?

La fccozz n’darr s chiamev!

E quella alla chionc?

E quella è! O n’darr o alla chionc…pccè nel forno c’erano tutt u chiancaredd allora questa focaccia veniva infornata là dentro…chi la chiamava la focaccia alla chionc e noi la chiamavamo la focaccia a terra. …

Per te è importante cucinare?

Per me è importante cucinare, cucinare bene!

Nonostante i problemi di salute…

Si, nonostante i problemi mi piace cucinare, piace che devo stare vicino a tutte le cose che so fare! Questa è la fontana che si fa quando metti l’acqua, metti il lievito e cose dentro. Se non fai questa fontana non è che poi dentro…

Ah, e tu a 8 anni hai imparato a fare la fontana…

Io a 8 anni ho iniziato a lavorare. Mia madre non mi ha fatto andare più a scuola. Non mi ha fatto finire neanche la seconda di fare perché eravamo in tanti in casa…

Quanti figli eravate?

Fino all’ultimo eravamo 14 figli

Mamma! E tu sei…?

La grande, cioè la seconda…c’è un maschio prima e poi io

Ah, quindi la prima donna…

La prima donna di casa. E allora mi ha messo a lavorare poi a casa

E lei lavorava?

No, lei non faceva niente, faceva la signora mia madre! Non ha mai lavorato. Non ha mai fatto niente! Allora prima di me c’erano le mie zie che aiutavano a casa. Poi sono arrivata io ed ho incominciato a fare io..lavavo…

Ma chi ti ha insegnato proprio: tua madre o le tue zie?

Mah, diciamo che non mi ha insegnato nessuno perché tu vedi poi le cose come si fanno e la prendi man mano che la prendi poi tu con le tue mani perché so vedeva quando si impastava, quando si lavava la roba, si andava a riempire l’acqua…

Quindi guardando gli altri?

Guardando gli altri. A me veramente non mi ha mai insegnato nessuno. A cucinare diciamo mi metteva mia madre un po’ l’olio nella pentola. Prima si accendeva il carbone, si accendeva la legna. Avevamo la cucina a vapore e allora si accendeva il carbone perché facevamo il sugo, facevamo tutte queste cose qua, i legumi si mettevano a fare iund o pignet. Il coso di terracotta… come quelli là (indicando sopra il mobile, ndr) vedi, in terracotta lì si mettevano i legumi. Erano grandi poi apposta per far cucinare. Si mettevano là dentro poi si mettevano i legumi dentro, si metteva tutto l’uovo e si faceva cucinare. O sul bracere che il fuoco andava lento lento oppure mettevamo il carbone nel…iund a la fornacedd…com s chiamev cara caus in italien?

Il bracere?

No, u fornacedd iund a… cé, c’era un buco e c’era come una griglia. Si metteva il carbone dentro, si accendeva e lì poi metteva bel piano piano il sugo…qualsiasi cosa che si faceva, i legumi….qualsiasi cosa che si faceva si metteva là dentro.

Ma a te piaceva più…cioè noti la differenza tra le cose cucinate in quel modo e le cose cucinate oggi con la cucina a gas?

C’è tanta, tantissima differenza perché li vengono cucinati veramente bel piano piano e ti dà proprio il gusto. Primo perché erano veramente tutte cose naturali, senza concime, senza medicina e senza niente e ti dava il sapore proprio buono, proprio veramente fatta come si deve! Invece adesso prima che tu prendi già la roba tutta piena di medicine perché non è più roba naturale. Poi cuocendolo così anche se lo metti…che io c’ho sempre il vizio di metterlo basso basso il fuoco però è sempre alto perché purtroppo il gas è quello! Dovessi abbassarlo tanto quanto sia però è sempre che bolle un po’ di più di quello di quando si cuoceva prima!

Quindi ti piaceva di più il sapore di prima?

Tantissimo, è cambiato tanto, di tutto!

E della cucina di oggi cosa non ti piace?

Le salse comprate no, come..come si chiama quella che abbiamo detto prima?

La maionese?

La maionese no, per l’amor di Dio neanche a pensarlo! Non esisteva proprio, non si usava e noi non lo capivamo neanche. Questo ketchup che chiamano…mai sia! Mai usato e non lo userò mai perché a me non mi viene voglia. Faccio ancora la salsa fatta in casa, faccio ancora i pomodori fatti in casa. Qualche volta che lo compriamo dal negozio lo faccio però non lo mangio con gusto perché non mi piace. Si sente che non è una cosa fatta da te! E anche il pomodoro adesso non è più il pomodoro di una volta…quando li faceva mia figlia sapevo che era naturale e veniva bene la salsa ma mo che si comprano da quelli che si vendono non viene più la salsa di una volta, non viene più niente di una volta perché mò quelli che li fanno se non mettono le medicine non fanno niente!

Adesso cosa si fa?

Adesso metto il lievito.

E’ particolare questo lievito…

Hai visto quanto è fatto bello?

Quanto tempo è stato per lievitare?

Quanto sarà? Un’oretta forse…metto un pochino di olio così viene più buona! Mo metto un cucchiaio di sale e mezzo perché è 1,5 kg di farina. Ho messo un po’ di acqua calda e mò lo devo amalgamare con la farina e poi ti faccio vedere come si impasta questo!

Ha un procedimento diverso rispetto a quell’altra?

Si, cioè è uguale nell’amalgamarla e tutt cos però poi viene lavorata in modo diverso! Si fa così…vedi questa è la procedura di quando si impastava il pane…un po’ di acqua sopra così e si impastava prima tutta sulla farina e poi quando finiva la farina si metteva un goccino di acqua sotto finché si amalgamava bene.

Fai spesso pranzi e cene…ti piace avere la compagnia?

Mi piace avere la compagnia in casa, mi piace tantissimo, mi piace a stare insieme con gli altri perché passi un’altra giornata diversa e passi un altro momento diversamente…sono contenta quando venite!

Quindi per te è un piacere cucinare?

No no, mi piace cucinare…a mangiare no!

Forse a furia di vedere tanto cibo poi ti viene la nausea…

No, ma sono sempre stata così, non ho mai mangiato tanto io. Mangio un po’ però dopo…mi piace vedere gli altri di mangiare perché sono contenta che gli altri mangiano, che apprezzano la mia cucina, apprezzano la persona, apprezzano tutto.

Quindi non vai spesso a mangiare fuori? Preferisci sempre cucinare a casa tua?

Beh, preferisco cucinare a casa mia però se mi invita qualcuno senz’altro…quando vado a casa di mia figlia oppure a casa di qualche altro…

Conosci qualche altra persona che cucina bene?

Io posso dire mia figlia che poi gli altri non lo so!

Che sta qui perciò…

Anche a lei piace cucinare…

Ha preso dalla mamma! Mo guardo anche io così chissà magari imparo…

Mia figlia di Reggio Emilia non le piace cucinare a quella, Anna meno fa e meglio se la passa

Quindi quando vai tu a Reggio Emilia i tuoi nipoti…

I miei nipoti! E i miei generi no? Anche mia nuora, i miei figli…tutti quanti! Apprezzano tutti la mia cucina. Dice mio genero quando vado a Reggio Emilia, dice alla moglie “Mo se ne va tua madre, mo possiamo fare la dieta!”. E’ forte Gino subito dice alla moglie “Mo se ne va tua madre e mo possiamo fare la dieta!”. Mo sta imparando mio nipote che fa la scuola alberghiera, Andrea.

E’ diversa la cucina di ora, anche per le cose che si preparano?

Oddio, non è che sono diverse le cose che si preparano perché noi veramente sempre quell’abitudine di una volta perché veniamo da tempi fa, capito? Sappiamo come si faceva e io vado avanti così come si faceva una volta, è solo che mo è cambiato perché prima si faceva…per esempio facevi la pasta al forno? Si faceva solo al tempo di Pasqua, Natale, la Bruna, quelli che la potevano fare! Quelli che non la potevano fare, niente. E allora si portava al forno, noi ad esempio avevamo u firn in cambogn che si metteva il carbone sotto,, poi si metteva un coperchio largo così che copriva tutta la pentola intorno intorno e sotto si metteva tutto il carbone acceso e si faceva la pasta al forno o le patate al forno. Capito, queste cose qua…

Sostituiva un po’ il forno…

Se non li volevi portare al forno… noi avevamo questo aggeggio qua che si poteva fare anche in casa. E quando non volevamo andare al forno lo facevamo in casa
!
E quindi prima solo nelle grandi occasioni…

Si faceva la pasta al forno

Invece oggi? Com’è più o meno il menu della settimana?

Allora io, cioè noi avevamo il vizio a casa mia che mio padre aveva sempre quella sua tradizione che faceva il lunedì d’inverno i legumi oppure le cime di rape oppure le fave, questa cose qua. Il martedì il sugo in qualsiasi maniera o con la carne o senza carne, alla San Giuannin

Ah, infatti oggi è martedì!

Ti ho detto prima che si metteva l’aglio il prezzemolo, le olive e tutte questa cose qua, capito? E poi prima si usava assai il peperoncino mettere in queste minestre. Mo io non lo posso mangiare, né io né lui e non lo mettiamo più. Ah, i capperi, quelli li metto!

Invece il mercoledì?

Il mercoledì poi di nuovo diciamo…dipendeva da quello che avevi fatto il lunedì. Cambiav se il lunedì avevi fatto i legumi, il mercoledì facevi la verdura o le cime di rape o qualsiasi altra cosa

Il giovedì invece?

Di nuovo pasta al sugo. Il venerdì poi di nuovo o il pesce o…

Non la carne però…

No, no, no. Mai la carne. Dipendeva di fare il menù che cambiavi per non fare sempre la stessa cosa. Se per esempio un giorno facevi i fagioli l’altro giorno facevi le fave, i ceci o facevi u ciciarhjr ca sa usevn na vet ca mo jsn ancar ( le cicerchie che si usavano una volta e che si usano ancora).

E il sabato?

E il sabato il brodo o le patate al forno

Invece la domenica abbiamo detto la pasta al forno…

Mo si usa la pasta al forno la domenica…prima c’era il ragù misto con le braciole, un po’ di agnello, un pezzettino di nervetto…

Quindi tu anche da piccola potevi mangiare la carne la domenica?

Si si, grazie a Dio c’è sempre stata a noi, non ci possiamo lamentare. A parte tutto…

Adesso è finito l’impasto. Bisogna aspettare che lieviti.

Questa è la croce…e si dà il bacio pure…

Mettiamo tutto…E sopra hai messo di nuovo la farina?

E beh si, perché altrimenti si attacca che poi dopo non è…le pettole si, allora quelle si fanno senza farina. Però per fare le focacce, il pane e cose si mette la farina se no si attacca. La pasta è pronta. Adesso la copriamo.

Hai messo il setaccio sopra?

Ho messo il setaccio perché tempi fa, insomma mia madre, mia mamma dicevano che lievitava prima la pasta. Dice che ci vuole per forza il setaccio sopra

E tu quindi continui a metterlo

Io porto sempre quella tradizione…

Allora vediamo com’è lievitata questa pasta…

Adesso la scopro…

Ah, questa è cresciuta!

Questa è lievitata bene!

Adesso si lavora un altro po’?
Si, adesso si lavora un altro poco…e poi si comincia a fare la focaccia. Ecco, così si faceva il pane prima, vedi? Così andavamo al forno. Poi il fornaio lo faceva così e lo infilava. Abbiamo fatto un pezzo e mo si stende per metterlo nella teglia…

Ah, hai messo l’olio nella teglia…

Si, ho messo l’olio nella teglia

Ce ne vuole parecchio di olio?

Dipende anche da come la vuoi, Se la vuoi più olio se ne mette di più. Altrimenti…solo per intingere un po’ la teglia per non fare attaccare la focaccia.

Ora metti l’impasto che avevi già preparato, giusto?

Si, l’impasto della cipolla…

Quindi sottile la cipolla…

Si, sottile sottile si fa…si stende bene bene la cipolla dentro

Poi che più si mette?

Si mettono le olive, le acciughe, un po’ di salame un po’ di prosciutto cotto.

E in questo impasto con le cipolle, che hai messo? Le cipolle, il formaggio…?

Solo le cipolle con un pochino di olio e un po’ di formaggio dopo cotto. E Basta, più niente! Un goccino di olio appena appena per non farla attaccare

Un po’ di sale pure?

Beh si, il sale si, si mette sempre perché la devi condire la cipolla

Hai messo il salame…

Ho messo il salame, adesso sto mettendo la mozzarella.

Ma proprio così era la ricetta o ci sono anche altri modi?

C’è il modo di mettere solo alici e olive

E tu invece la fai più condita…

E poi c’è quello che si faceva così

Quindi hai messo le alici, le olive

Le alici, le olive,la mozzarella, il prosciutto cotto e il salame…

E adesso invece hai tagliato un pezzo di pasta per coprire. Poi questa va messa in forno a 200°?

Si a 200° va bene. Vedi come si copre…

Ma poi si buca sopra?

Si, si buca, si mette un altro po’ di olio

Questo serve per attaccarla di più? O così fai i buchi?

No no, è per attaccarla! Si buca così….

Per evitare che si rompa?

Si perché poi se quando si gonfia si rompe, allora è meglio bucarla così prende aria.

Metti un altro po’ di olio sopra?

Si, sopra ci vuole l’olio per forza!

E’ una bomba!

Il piatto è pronto…

E’ venuto bene?

E’ venuto bene, adesso bisogna solo mangiarla per vedere se è venuto bene!

Non ti preoccupare che provvederemo a verificare il risultato. Sei soddisfatta?

Sono soddisfatta, mi piace anche farle e sono contenta quando arrivo a farla a quando vengono a mangiare che dicono che la roba è fatta bene!

E ha un bell’aspetto…

Si, e ha un bell’aspetto!

Ci tieni all’aspetto?

Tengo tantissimo all’aspetto. L’aspetto vale più di altre cose. Vale il lavoro e vale l’aspetto!

Grazie di tutto!

Niente, è stato un piacere!

Sarà un piacere anche assaggiarla!

E’ stato un piacere veramente!

Preparazione

INGREDIENTI:
1 lievito di birra
Acqua tiepida
400 g di farina di granturco
150 g di farina di grano duro
Pomodori freschi
Sale e olio

La focaccia di granone è un piatto tradizionale della cucina contadina materana. E’ un piatto molto semplice e veniva consumato soprattutto dalle persone più povere perché i fornai le infornavano gratuitamente quindi ogni qualvolta si impastava il pane e lo si portava al forno, si provvedeva a cucinare anche queste focacce.
La sua preparazione è inoltre molto semplice:
Versare l’acqua, il sale e il lievito nella farina di granturco e lavorare per un po’ l’impasto. Poiché la farina di grano turco non lega, è consigliabile aggiungere ad essa la farina di grano duro (che deve costituire all’incirca la terza parte dell’impasto). In questo modo è possibile ottenere un impasto più uniforme.
Dopo averla fatta lievitare, si distende la massa in una teglia e la si condisce con olio e pomodorini a pezzetti.
Si inforna la teglia ad una temperatura di circa 200° C.

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Sagna lata (Matera)

La sagna lata preparata da Bruna Paolicelli
Intervistata a Matera il 23 maggio 2012 da Maria Stigliano.

Intervista a Bruna Paolicelli

Avanti

Buongiorno signora Bruna

Buongiorno, buongiorno.

Cosa cucinate di buono oggi signora Bruna?

Oggi devo preparare la “SAGNALATA” che è buonissima e si fa in poco tempo.

Va bene andiamo

Mettiamo un po’ di sugo prima e poi impastiamo la pasta.

Che sugo preparate signora?

Il sugo semplice che è buonissimo.

Con quali ingredienti?

Si mette l’olio, la cipolla, i pomodori un po’ di salsa, io metto tutto insieme che è buonissimo, non fa male.

Che olio usate signora Bruna?

Olio di oliva.

Dove lo avete acquistato?

Questo olio è di mio nipote è olio normale è buono.

Da dove proviene lo sapete?

Da dove viene? Da La Martella.Prima si faceva così il sugo, ora metto 4 – 5 pomodori, li laviamo bene.

I pomodorini con la buccia?

Beh! Tutto con la buccia si faceva prima, tutto con la buccia. Perché è buona, la buccia ha preso proprio il sole dell’estate e fa bene. Mettiamo un po’ di basilico, tutto insieme, un po’ di sale. Allora ora prepariamo la pasta, mettiamo l’acqua.

Per cucinare la pasta?

Sì, l’acqua per cucinare la pasta, mettiamo il sale.

Quindi mentre cucina il sugo, voi preparate la pasta?

Sì, ora la pasta.

Che ingredienti occorrono per la preparazione della pasta?

Acqua, solo l’acqua e la farina…

Niente altro?

Farina buona non doppio zero, farina per fare la pasta.

Come fate a misurare le porzioni?

Faccio per due persone, io e mio marito: le porzioni io le faccio così 2 pugni per 2 persone. Ora impasto, farina e acqua.

Prego, prego. Non si aggiunge sale all’impasto?

No, il sale non si mette, si mette quando non devi mangiarla lo stesso giorno, quando devi mangiarla dopo 3-4 giorni o 5 giorni o 10 giorni allora sì. Adesso stesso la cuciniamo il sale non ci vuole.

Anche l’acqua non la misurate?

No, l’acqua non la misuro.

Signora Bruna chi vi ha insegnato questa ricetta?

Questa è una ricetta antica prima si metteva tutti i giorni il tavoliere e si faceva tutti i giorni, la moglie si regolava dal tempo: il sole è arrivato lì, prendi il tavoliere e fai la “SAGNALATA” o la taglierina e si faceva tutti i giorni.

Chi ve l’ha insegnata?

Me l’ha insegnata la mamma.

Qual è il segreto per un buon impasto?

Si bagna un pezzettino di questa pasta e si mette alla metà e si lavora che si “alliscia” la pasta.

Quindi quando l’impasto è liscio vuol dire che è pronto?

Quando diventa liscio si fa la “SAGNA”.Ora accendo il fuoco per la pasta. Andiamo a lavorare la pasta. Il mese di giugno, luglio si andava in campagna.

Si raccoglieva il grano?

Sì! Si facevano le orecchiette, si faceva la pasta per un paio di mesi e quando si tornava dalla campagna si cucinava.

In quel caso all’impasto si aggiungeva il sale per conservare la pasta?

Sì, in quel caso si metteva il sale, se non devi cucinarla lo stesso giorno, si mette il sale. Allora, giriamo un po’ il sugo, così è quasi pronto, così poi finché tagliamo la pasta e si cucina la pasta, il sugo è pronto. L’acqua per la pasta è presto ancora…

Come viene tagliata questa pasta?

Viene tagliata larga. (la signora mette la pasta già tagliata sopra uno strofinaccio) si taglia senza dimensione, uguale, precisa no, più o meno la larghezza è quella poi se viene più larga o più stretta non succede niente. Ecco è pronta la “SAGNALATA!” già per cucinare! A quest’ora veniva il marito da lavoro e la donna si trovava pronta, un’oretta prima si accendeva il fuoco, si metteva il tavoliere (vedi quanto tempo sono stata?), arrivava il marito dalla campagna, si buttava la pasta dentro la “caldara” (pentola grande). Ecco pronta!

Pronta la sagnalata ora solo da mettere nell’acqua.

Vediamo se l’acqua bolle?

Sta bollendo, hai visto? Allora possiamo buttare (versare la pasta nell’acqua che bolle)

Quanto tempo di cottura?

6 – 7 minuti. Prima si metteva la “conserva” : sai quella che era indurita sul tavoliere, un poco di quella e un po’ di pomodori.

Come si preparava questa “conserva”?

Si faceva la salsa e si metteva sul tavoliere al sole in tanti giorni 4 -5 giorni al sole, si asciugava, diventava dura e si metteva nei vasetti. Poi quando si faceva il sugo, si prendeva con il cucchiaio, secondo il sugo che si faceva: 4 -5 persone, 10 persone, si prendeva 1 cucchiaio di questa conserva, e un po’ di salsa che si faceva con i pomodori nelle bottiglie e si faceva il sugo ed era buonissimo. Oppure si metteva un po’ di lardo quando si “accidev” (uccideva) il maiale, un po’ di olio, un pezzettino di maiale tagliato a pezzettini, si rosolava un po’ e si metteva lo stesso i pomodori e la salsa e veniva un buon sugo. Se si ammazzava il maiale durante l’inverno metteva un pezzettino di lardo o un pezzettino di pancetta e si faceva il sugo, quello era il secondo prima, non ce n’era secondo.

Il formaggio lo preparavate voi?

Il formaggio si prendeva a pezzetti, una forma alla volta, lo prendeva già curato mia madre. Affianco a casa nostra c’era una persona che vendeva proprio il formaggio, erano dei pastori, quando lo vendeva il formaggio era già maturo, mia madre ne prendeva due pezzi, secondo la quantità che ci serviva e lo grattugiava con la grattugia.

Il formaggio si grattugiava al momento?

Sì, al momento, si grattugiava sopra i piatti, perché ne andava di meno. Questa pasta è fresca si cucina in poco tempo.

Ci vuole poco tempo di cottura?

Sì, 5 – 6 minuti, nemmeno.

Devo aggiungere un po’ di acqua al sugo

Avete aggiunto l’acqua di cottura della pasta?

Sì, quella metteva mia madre, quella metto pure io, quella è già con il sale, è già pronta.

Che formaggio aggiungete?

Questo è “grana padano”, è buonissima la qualità buona. Il sugo è pronto, basta anche un quarto d’ora che bolle bene, metto tutti gli ingredienti insieme e vedi come “sep” (vedrai che sapore ha).

Allora possiamo condire e assaggiare?

Sì, poi vedi ciò che ti mangi. E’ pronto.

Mi fate vedere il piatto? Il risultato com’è venuto?

Allora avete preparato sig.ra Bruna?

“La Sagnalata” è buona, assaggia…

Assaggiate, assaggiate com’è il risultato?

E’ buonissima.

Signora Bruna io la ringrazio e arrivederci alla prossima volta.

Grazie, quando volete venire io sono qui.

Preparazione

Per il sugo: Mettere nella pentola l’olio di oliva, la cipolla tritata, i pomodori pelati (gr.400) tagliati a pezzetti 4-5 pomodori freschi tagliati, 2 – 3 foglie di basilico, il sale q. b., mettere sul fuoco con fiamma media per circa 15-20 minuti. A cottura ultimata se il sugo risulta denso, aggiungere un po’ di acqua di cottura della pasta.

Per la pasta: Unendo le mani prendere due manciate di farina (equivalente per due porzioni) e impastare con acqua q. b., lavorare l’impasto fino a quando diventa liscio. Stendere la pasta con il matterello fino ad ottenere una sfoglia sottile, tagliare a fasce larghe e ancora a strisce larghe, posare sopra uno strofinaccio, lasciare asciugare un po’. Quando l’acqua bolle versarvi la pasta e aggiungere il sale, lasciar cucinare per 5-6 minuti, poi scolare la pasta e condirla con grana grattugiato e il sugo di pomodoro e basilico.

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Scorze di mandorla con cime di rapa (Matera)

Scorze di mandorla con cime di rapa preparate da Bruna Fabrizio, intervistata a Matera il 30 gennaio 2009 da Giuseppe Vinciguerra.

Intervista a Bruna Fabrizio

Ti sei alzata presto per cucinare?

No, verso le 7:30

Quanto tempo impieghi per la cucina?

1 oretta

Sei andata a fare la spesa?

Si

Dove?

Al mercato della frutta

Hai dei fornitori che preferisci?

Si

Perché acquisti da quei determinati fornitori?

Mi fido dei prodotti che hanno.

Perché?

Perché rispetto agli altri fornitori, i loro prodotti li vedo più genuini.

Che cosa hai comprato?

Le cime di rape e dei mandarini.

Hai comprato solo quello che occorreva oggi?

No

Quali sono le ricette che sai cucinare?

la pasta fatta in casa a 4 dita (u’gnittl ), Ravioli (u’cazin), la cialda (la cialled), la pappardelle (la signalet), le orecchiette (u’ricchited), la focaccia bianca con zucchero (u’rikkl), biscotti (vscuttl), gli schiumetti (u’sckmett).

Cosa ti riesce meglio?

Tutto

Perché?

Sono brava nel cucinare tutto.

Cosa non ti piace cucinare?

Piatti complicati

Perché?

Mi piace sentire il sapore di piatti semplici

Che cosa cucini oggi a pranzo?

Scorze di mandorla con le cime di rapa (scherz d’amell cu cimd’rep)

Chi ti ha insegnato a cucinare?

La mamma

Quando hai imparato?

da bambina

Cosa hai cucinato la prima volta?

Le cime di rape.

Per chi?

Per la famiglia

Chi cucinava in famiglia quando eri bambina?

la mamma

Hai imparato per gioco o sei stata costretta?

Le condizioni di vita mi hanno portata a saper cucinare già dall’età di 13 anni

Come impari nuove ricette?

Vedendole dalle mie amiche

Chi ti aiuta in cucina?

Nessuno, faccio tutto da sola

La dieta alimentare è cambiata?

Si

Come?

Prima si mangiava alla poverella, in modo semplice, oggi si mangia in modo più complicato.

Ci sono pietanze che non si preparano più?

No

La pietanza che preparerai oggi è una ricetta tipica?

Si

Perché?

Perché a Matera la si cucina da tanto tempo.

Che significa “tipico” secondo te?

Che è un piatto tradizionale di Matera.

Conosci qualcuno che questa ricetta la prepara in modo diverso?

No, la preparano tutti alla stessa maniera.

Si cucina anche in altri posti?

Si

Da chi hai imparato a preparare questa pietanza?

Dalla mamma.

Hai cambiato qualche cosa nella ricetta?

No

Qual’ è la cosa più importante di questa ricetta?

La pasta fatta in casa e l’olio fritto con aglio e peperoncino.

Come ti fai a regolare sulla quantità degli ingredienti?

Considero 100gr di farina a persona.

Quali sono i tempi di cottura per preparare questo piatto?

15 minuti

Come si deve presentare nel piatto la pietanza?

Così come viene.

Presti attenzione al colore e alla forma dei piatti o alle posate?

No

Alla tovaglia?

No

Ti piace sempre cucinare?

Si

Ti ritieni brava?

Si

Come lo sai?

Me lo dicono tutti quelli che vengono a mangiare da me.

Ti fa piacere sapere di essere brava?

Si

Conosci altre donne brave in cucina?

Si, le donne della mia generazione

Che cosa sanno fare bene?

Tutte le minestre di una volta

Perchè lo sanno fare bene?

Perché prima alle donne veniva subito insegnato a cucinare

Ti piace mangiar bene?

Si

È importante saper cucinare?

Si

Ti fa piacere sentirti dire che sai cucinare bene?

Si

Preparazione
L’informatrice mette la farina sul tavoliere (100g a persona), poi crea un buco al centro con le mani e aggiunge un pò di acqua (q.b.) e un pizzico di sale.

Comincia a lavorare l’impasto per circa 20 minuti, fino a renderla morbida. Successivamente lo taglia a pezzi e, con ciascuno, forma dei bastoncini.

Poi taglia i bastoncini in pezzettini e, uno per volta con il dito indice, forma le scorze di mandorla.

Pulisce le rape, servendosi soprattutto delle cime, le lava accuratamente ed in fine le cala in acqua bollente. Dopo 5 minuti di cottura, l’informatrice vi cala la pasta. Quando il tutto è cotto, lo versa nello scolapasta, poi in un piatto capiente ed in fine aggiunge i pezzetti di aglio e peperoncino precedentemente rosolati nell’olio.

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Cicirata preparata da Angela Posilipo. Intervistata a Matera (MT) il 2011-07-08 da Giuliana Paolicelli.

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Uova al purgatorio

Uova al purgatorio preparati da Franca Riccardi. Intervistata a Matera (MT) il 2009-06-15 da Andreina Guarini.

Preparazione

Ingredienti:

-una cipolla

-due-tre cucchiai di olio extravergine di oliva

-uova (preferibilmente fresche)

-basilico (facoltativo

Procedimento:

Tagliare a juliènne la cipolla; dopo aver fatto riscaldare in una padella con olio, lasciarla imbiondire bene per un pochino. Procedere aggiungendo dei pomodori tagliati precedentemente in piccoli pezzetti; far rosolare il tutto:sia la cipolla che i pomodori devono essere ben soffritti. Infine,aggiungere le uova e in caso il succo dei pomodori tendesse a ritirarsi troppo, correggere la pietanza con acqua. A cottura ultimata, servire il piatto aggiungendo un paio di foglie di basilico.

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Pasta e fagioli preparata da Bruna Coretti. Intervistata a Matera (MT) il 2012-09-15 da Anna Bruna Santeramo.

Intervista a Bruna Coretti

Buongiorno “Nonna Bruna”

Buongiorno!

Presentati?

Bruna Coretti.

Quando sei nata?

Il 27 luglio del ’40, c’ho 72 anni compiuti.

Dove sei nata?

A Matera “ j’s o soss” (giù ai sassi).

Che cosa ci cucini oggi di buono?

j’asc ma ffè n’zic d’ post je fasjl, ca tutt l’dì c’è put c’ci’né!! (oggi facciamo un po di pasta e fagioli, che tutti i giorni che cosa puoi cucinare!).

è una ricetta tipica materana?

Ma proprio materana materana! Evoglia! Cà tant timb o drat si fasc’ev in d’ PIGNATIDD! U’ pignatidd d’ret. T’nemm u f’cler ò a picciam m’temm u pignatudd o cust e s cscnev lentamente, je po’ fascemm la post fott in c’hes e la picciamm! (tanto tempo fa si faceva nel contenitore di creta, lo mettavamo affianco al focolare e si faceva cucinare lentamente, e poi si faceva la pasta fatta in casa e si cucinava!)

Ti sei alzata presto per cucinare?

Noo, non tan’d, perché nan tagn tant preoccupazion, prim sin ma maj! roba che ho bb’n schitt mio figlio josc! Allora faccio pasta e fagioli. ( noo, non tanto perché non ho tante preoccupazioni come prima! Deve venire solo mio figlio oggi!)

Quanto tempo impieghi per la cucina di solito?

Se è una cosa sbrigativa n’ora, n’ora e mezz, na cos d’cuss c’è jet chiù complichet n par d’or! ( se è una cosa sbrigativa un’ora un’ora e mezza, una cosa di queste , se è più complicato un paio d’ore!)

Allora vediamo gli ingredienti e la preparazione:

All’ar je m’ttubb u’fasjl a bogn a jer sar, e mò l’schèl. (allora io ieri sera misi a bagno i fagioli e adesso li devo scolare). Lì lavet bell bell, mo mamett l’occ cà chir je profumet, m’ttim n’zic d’petrsin, fomm’l dè nà sciaccquet. La lavè bell bell… s’pot m’né l’occ, po’ p’ggjem u pmmdaur…(li ho lavati bene bene, e adesso mettiamo il sedano che è profumato, mettiamo un po’ di prezzemolo e li sciacquiamo. Bisogna lavarli bene bene… mettiamo il sedano e prendiamo il pomodoro …)

Quali sono le ricette tipiche materane oltre pasta e fagioli?

Oltre post je fasjl stonn l fev, facemm u fev m’nnet opprim, chir muzzuquet con la scherz, post je l’ntecch’, l cicerch, s scev n’nond a bott d’ljm. Sessont s’ttanton n’drat, c canscev la corn! Ma ci la canscev!!! ( oltre pasta e fagioli, ci sono le fave, facevamo le fave mannate, quelle mozzicate con la buccia, pasta e lenticchie, le cicerchie, e si andava avanti solo con i legumi. Sessanta settant’anni indietro chi conosceva la carne! Ma chi la conosceva!!)

Chi ti ha insegnato a cucinare?

Monn’sgnet ma’monn quann scemm for l’arrubamm com fascev, ca tond sciamm tutt u dì for e ciò ca ptiv a r’bbè d v’dè v’damm. ( mi ha insegnato mia madre, quando andavamo in campagna gurdavamo come cucinava e cercavamo di imparare. Prima andavamo tutti i giorni in campagna)

Quanti anni avevi?

Tnev a jutt’onn o no’vonn soggit già far tnev abbess desc o jnsc onn quonn vdev a momm d cscnè, a diciasett’onn po’ m so spset e mi pgghjet tutta la drett da me. E la cipodd…so mis tutt gli ingredient: c’podd, l’occ , ptr’sin, u pmmdaur, e mò l’mett sop o fuc, sop o gos cà mò chir s’js..eh immet pur n’squicc d sols, mò m’ttjm l’ocqu e mttjml sop o fuc. C’è bella abbondonz! U fuc oggì bell l’nt non oggì jart sennò…u ljm vol la c’ttr piano. ( avevo 8 9 anni quando sono andata in campagna, e vedevo a mia madre di cucinare, a 17 anni mi sono sposata e ho imparato da sola…ehhh e la cipolla…ho messo tutti gli ingredienti: cipolla, sedano, prezzemolo, il pomodoro e adesso mettiamo sul fuoco,anzi sul gas perché questo si usa adesso…devo mettere pure un po’ di salsa, mettiamo l’acqua e mettiamo sul gas. Che bella abbondanza!! Il fuoco non deve essere alto deve essere basso, il legume vuole la cottura lenta)

Quanto tempo bisogna farli stare sul gas?

Fino a quando deve alzare a ferv ng’vol chiù d na mezz’oretta, e poi s n vè nn’aur nn’aurimezz, bisogna vdè come jet pur u ljm, cè cur cà jet chiù crdugnl e ci vuole chiù temp a cscnè. Mo mett pur u sel… non è cà so tutt na manar. ( fino a quando deve bollire ci vuole più di una mezz’oretta, poi in tutto ci vuole un’ora , un’ora e mezza, bisogna vedere com’è il legume, c’è quello più duro che ha bisogno di più tempo di cottura. Adesso metto il sale…non sono tutti uguali)

Qual è la cosa più importante di questa ricetta?

Tutto! È l’occ, u ptr’sin, la c’podd, se tu nan t n jucch ptr’sin com’affè nan a csc’né? Na n matt, però è nzic chiù sciapit. Invec mttonn tutt chiss bell caus, ind a post je fasjl, van la finn du minn! (tutto! Il sedano, il prezzemolo, la cipolla, se non hai il prezzemolo come devi fare, non devi cucinare? Non ne metto, però viene più sciapito. Invece mettendo tutte questi bei ingredienti, dentro pasta e fagioli viene la fine del mondo!)

Come si definisce nel dialetto locale una pietanza con molto olio?

ehh..com s d’fnusc, s d’fnusc tutt in’zvet, tutt britt…né assaj e né pucc, com jet u cristien, stann cur ca mangian c juggh a mong l’chen e stonn cur ca mong’n scn’dit. (e come si definisce, si definisce tutto olioso, tutto brutto, ne assai e né poco, poi dipende dalla persona, c’è chi mangia molto condito e chi mangia scondito).

Come si dice piccante?

amer d’scemm opprim! (amaro si diceva prima).

Crudo?

Vuol dire che nan so cutt nà caus… ( vuole dire che non è cotto bene)

Come si dice nel dialetto?

crid (crudo).

Ti è sempre piaciuto cucinare?

Da sempre, la mia passione.

Ti ritieni brava?

Brava, l’ho sempre fatto con amore, cè t la c’cin la fè con amaur ven megghj (se si cucina con amore, viene meglio).

Che stai facendo adesso?

Mo stoch a mett l’ocqu p la post, cà stonn a coscn l fasìl, la post già la so preparet, chiss so fott o gn’tt’luggh, com fascev momm opprim con nù dusct stonn fott. Pasta fresca. Alle 13.30 da mangiare!!! Tutto apposto!! (Adesso stò mettendo l’acqua per la pasta, che i fagioli stanno cuocendo, la pasta già l’ho preparata, sono i cavatelli, come li faceva mia madre, con il dito sono fatti. Pasta fresca!)

Allora nonna bruna sono cotti questi fagioli?

Aon a jess cutt, buonissimo, bhà vdim l’ocqu, o stè ferv, mo menj la post, la saliamo ( saranno cotti, buonissimo, vediamo se l’acqua bolle così calo la pasta)

Come si chiama questa pasta?

Chiss sond u gnittl (questi sono i cavatelli) com l facemm opprim (come li facevamo prima) ecco saliamo e mò vdim la cottur. (vediamo la cottura).

Come si dice nel dialetto locale quando la pasta è dolce di sale?

jè dosc d’sel.

Quanto tempo ci vuole per la cottura della pasta?

umm…un dieci minuti jè fott, jè fott in ches! (è pronta è fatta in casa).

Vediamo allora è cotta la pasta nonna Bruna?

è cotta è cotta!

Stai immischiando i fagioli con la pasta?

Si stò immischiando! Andiamo a mett in do piott! (andiamo ad impiattare!) la pasta jè pront sim imm’schet la post cò j fasjl è pronto da mangiare.

Pasta e fagioli è..?

Pronta!

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Stufato di carne in pignatta (Matera)

Stufato di carne in pignatta

Stufato di carne in pignatta proveniente da Matera (Matera) preparata da Liugi Sanrocco nato il 1960/01/11 e residente a Matera. Intervistato a Matera (MT) il 2012-06-16 da Nadia Barletta

Preparazione
Sbucciate e tagliate a pezzi le patate,lavate e tagliate a pezzetti anche i pomodorini,affettate le cipolle e il sedano e versate il tutto nella “pigneet”(vaso di terracotta)insieme alla carne,al salame affettato e al pecorino grattugiato,salate e condite con olio extravergine di oliva,mescolate tutti gli ingredienti ed infine aggiungete quattro bicchieri di acqua . Sigillate la pignatta con un coperchio di argilla fresca o fatto con pasta di pane e cuocete al fuoco per due ore.Servite caldo.

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Scorze di mandorla con cavoli e ventresca (Matera)

Scorze di mandorla con cavoli e ventresca
Ricetta preparata da Filomena Antezza, intervistata a Matera il 20-06-2009 da Debora Dimichino.

Intervista a Filomena Antezza

Buongiorno signora Filomena sono qui per fare l’intervista che abbiamo precedentemente concordato. Cosa ci preparate oggi? Cosa ci fate vedere?

In dialetto o in italiano?

Come vuoi!

Oggi preparo i cavoli con le scherz da mel e ventresca.

Ah! Bene! Ma ti sei alzata presto per cucinare?

E si! Per fare la pasta, pulire i cavoli, fare il sugo ci vuole tempo perciò ti devi alzare per forza presto.

Di solito quanto tempo impieghi per la cucina?

Bè…Un paio d’ore se ne vanno.

Sei andata a fare la spesa?

Eh si sono andata pure a fare la spesa.

Dove vai di solito?

In piazza.

Ha dei fornitori particolari?

Sì vado sempre al …ricattiere.

E perché?

Perché poi tu ti abitui sempre con uno e quello ti tratta pure bene e allora eh..

Ho capito. E ha comprato soltanto quello che occorreva oggi?

Sì soltando quello che occorreva oggi perché ogni giorno è meglio fare la spesa fresca.

Quali sono le ricette che sai cucinare?

Oggi devo fare questo pranzo però ci sono altre cose, altre ricette materane come fave e cicorie …e… .

Di solito cosa ti riesce meglio?

Tutto. Mi riesce tutto meglio perché noi da piccole siamo state abituate così eh…

E cosa non le piace cucinare?

A me piace cucinare tutto. Mi piace proprio la cucina. Stare in cucina.

Oggi cosa cucina a pranzo?

Questo pranzo, questa minestra.

Chi ti ha insegnato a cucinare?

I genitori. Mia madre. Noi portiamo sempre quella mentalità di prima e ci piaceva sempre le cose che facevamo noi.

Quando hai imparato?

Da piccola come si cresce così ti metti a fare la pasta, ti metti a fare tutto della cucina.

E per la prima volta?

La prima volta, e da quando ti fai grande da tre anni vedi, dai tre anni si insegna a impastare, a fare il pane, si lavava a mano, tutto a mano.

Quindi quando eri bambina chi cucinava?

Cucinava mia madre però noi stavamo appresso, e aiutavamo a mia madre. Ci si aiutava a vicenda. Noi aiutavamo a pulire, a lavare..

Quindi cucinavi per gioco o per …..

No, no noi aiutavamo a mia madre, eravamo tanti figli, una famiglia numerosa..

Quindi le ricette le impari dalle amiche parenti.

Crescendo, non dalle amiche, in casa, crescendo si vede alla mamma che cucina e vedi pure tu e quindi ti insegni, ti metti anche tu alla cucina.

Chi ti aiuta in cucina?

Anche gli altri sarebbero sorelle, quindi che stanno appresso a noi.

E’cambiata secondo te la vita alimentare?

Sì perché adesso non sono più cose naturali, prima prendevamo tutte le cose di campagna. Adesso ci sono i supermercati però le cose non sono belle fresche. Comunque sia tu vai in piazza dove invece le cose sono più fresche del supermercato.

Ci sono pietanze che non si preparano più?

Sì non si preparano più per esempio la pasta in casa. Chi la fa più! Non la fa più nessuno o fave e cicorie o la cialledd. Noi usavamo, stavamo sempre a fare il pane duro,e facevamo la cialledda e facevamo quello e quell’altro … adesso no. Non si usa più. Quando fai la verdura il pane si butta. Invece prima no, non si buttava niente, e tu porti sempre questa mentalità di prima? Quando sta il pane duro tu fai le polpette, quando avanza il pane duro tu fai la cialledda o il pane bagnato, come dicono adesso fanno le bruschette.

La pietanza che cucina oggi è una ricetta tipica?

Sì è una ricetta di prima.

Perché?

Perché così si faceva prima. Tenevi i cavoli e facevi i cavoli, tenevi le rape e facevi le rape … e ogni giorno sempre che ne dovevi fare … pasta comprata non se ne usava proprio. Si faceva sempre tutto in casa.

Quindi per te è tipico che significa?

Che sono tutte cose naturali, sono tutte cose naturali … che tu fai. Mica vai a comprare le cose … c’è la scadenza la …

Quindi per te tipico è un termine nuovo o lo conoscevi già da bambina?

Da bambina. E da bambina che si facevano tutte queste cose naturali. Si facevano i biscotti, focacce, e si impastava il pane, se si teneva un po’ di pasta si facevano anche le frittelle, quando si portava il pane al forno.

E questa ricetta che mi devi presentare la cucinano tutti allo stesso modo o in maniera diversa?

Bè io non lo so se chi la cucina in maniera diversa. Non lo so, però io uso sempre la ricetta mia da quando sono piccola. Mi piace questa cosa che faccio io.

Ma questa pietanza si fa anche in altri posti oltre Matera?

Sì, si fa pure in altri posti anche i baresi.

Nel cucinare questa ricetta tu cambi qualcosa, metti qualcosa di tuo?

No, non cambio niente perché questa cosa la faccio sempre e volentieri. Quando ho un po’ di tempo si fa un pò di pasta fatta in casa.

Qual è la cosa più importante di questa ricetta secondo te?

La pasta, perché la pasta si prepara in più tempo poi facciamo un po’ di sughetto con ventresca, pomodori, una foglia di basilico e il sugo semplice.

Entriamo nei dettagli.

Vediamo di iniziare. Si prende la farina, adesso mettiamo l’acqua.

Che cambia la quantità a seconda delle persone?

E si, perché quando sono di più … che devo dire, di solito ne faccio due chili. Si mette un po’ di sale, si vede che se ne mette di più, che qua ne faccio due chili, invece quando sono poche persone se ne mette poco.

Di solito ne fai di più?

E si ne faccio di piu. Siccome adesso è per poche persone ne faccio più poco. Però devi vedere la quantità delle persone.

E come misuri la quantità?

Si misura anche così, cioè a persona, tu fai quante persone sono tanti pugni di farina. Senza, misurare, bilance, questo e quest’altro.

E cambiano pure i tempi di cottura, se aumentano le persone?

E si, no la cottura è sempre quella. Perché questa subito si cucina la pasta fatta in casa.

Secondo te che sapore deve avere la ricetta per essere buona?

Tu quando fai la pasta fatta in casa ciò che sia sia cambia tutto, cambia tutto il sapore di come tu la vai a comprare la cosa. Se fai la focaccia, se fai la pasta, tutto ciò che fai in casa è tutto un altro sapore. Si conosce la differenza della cosa comprata, alla cosa fatta in casa. Allora quando si ha tempo è sempre buono saper fare le cose in casa.

Quindi prima si impasta …

E si, prima si impasta e poi facciamo il sugo.

E la pietanza come si deve presentare, presti attenzione al colore, alla forma, i piatti …

No, niente proprio, prendi i piatti e si mette a tavola. Anzi più semplice le fai e meglio è.

Ti piace sempre cucinare?

Sì mi è sempre piaciuto, da quando inizia la vita ti insegni perché ci vuole aiuto in casa, se ne va di tempo,allora cominci a giocare: fai i biscottini, le paparelle, noi facevamo le bamboline, gli uccellini. Quando era Pasqua si faceva le pannar ielle, ho visto che si fanno pure adesso.

Che cosa sono le pannar ielle?

Quelle sono le cose di prima, se era maschio si faceva il cavalluccio, se era femmina la bambolina, quelle erano le cose di prima.

Sono dei pasticcini?

Sì quelle con l’uovo al centro.

Ti ritieni brava a cucinare?

Sì, io so sempre che sono brava a cucinare.

Come lo sai?

Lo so che mi piace a me! Cucinavo e mi piace ancora, quando mi stanco mi siedo. Adesso non puoi fare più tante cose per l’età avanzata. Non posso fare più 2kg di pasta però mi aiutano i nipotini così imparano anche loro come abbiamo fatto noi. Non si può mai sapere come va il mondo. Ci sono stati pure i tempi di guerra, abbiamo visto la miseria. Speriamo che non venga più.

Conosci altre donne brave in cucina?

Sì, come si stava prima col vicinato, ci si aiutava pure l’uno con l’altro. Mi vieni ad aiutare che devo fare la pasta, mi vieni ad aiutare che devo fare i biscotti? Certe volte alle feste ci mettevamo pure sorelle e sorelle.

Che cosa sanno fare bene le altre donne?

E lo stesso come a me. Perché prima era per tutti così, era cosa di tutti.

Quindi perché anche loro le sanno fare bene?

Perché da piccoli si impara, e quando si impara da piccoli una cosa va sempre avanti. Adesso invece se dici:”Uè fai la pasta “, non la sanno fare. Però se tu incominci a dire alla piccolina si insegna. Si mette vicino i nipotini e si imparano, orecchiette tutto. Perché quando fai la pasta anche voi vi dovete insegnare. E si mettono a fare le orecchiette ed è vero.

Ti piace mangiar bene?

No mi piace mangiare normale, non bene, le cose semplici. Che poi mangiare anche assai non fa bene. Deve essere semplice come si faceva prima. Quante volte dico non fate il secondo, fate solo il primo e va bene, pure per la salute, per tutti.

Secondo te è importante saper cucinare?

Sì è importante perché la cucina è la prima cosa che serve: tu ti mangi un piatto di minestra e stai a posto.

Ti fa piacere quindi sentirti dire che sai cucinare bene?

Eh. E voglio che anche i nipotini imparino e dico: voi insegnatevi, insegnatevi che è buono fare tutto.

Chi è che ti dice che sai cucinare bene?

Lo dico io stessa, perché vedo che se faccio una cosa bella naturale è meglio.

Cos’altro diresti di te per dire chi sei?

Io direi a tutti che bisogna fare le cose naturali. Quando si ha un po’ di tempo è bene insegnare ai piccoli, soprattutto adesso che non vanno a scuola; cosicchè anche loro capiscano che è un altro sapore pure la pasta fatta in casa.

Quindi adesso cosa avete fatto?

Le scherz da mel così si chiamano e si fanno con le verdure, le rape, i cavoli.

Sono molto simili alle orecchiette, vero?

E sì, le orecchiette tu le devi girare, queste invece no. Vuoi che ti faccio qualche orecchiette?

Come vuole.

Si possono fare pure le orecchiette però con le verdure vanno meglio queste. Adesso con l’università, la scuola si sta sempre vicino ai libri, non si possono fare più tutte queste cose.

Impiegate tanto tempo?

E sì, tenevamo pure i nonni che erano anziani e ci aiutavano pure. Tutti i giorni si faceva la pasta fatta in casa, poi si preparava un piatto e si dava ai nonni. Si stava in casa.

La mattina quindi la passavi in cucina?

Sì, le ragazze, non come adesso, non potevano fare la passeggiata. Chi teneva la campagna andava in campagna. Queste erano le cose di prima. Non si usava andare al mare come adesso, il mare non esisteva proprio, invece adesso si va al mare a prendere il sole.

Adesso cosa fate?

Faccio indurire un po’ la pasta, metto a fare il sughetto e i cavoli a bollire.

Che pentola è questa?

E’una pentola di prima perché mi piace usarla ancora adesso. Sono cose di prima come le tenevamo una volta e cucino ancora con quelle. Mo devo fare il sugo con la ventresca e qualche pomodoro, si frigge prima la cipolla. Questa pasta è adatta con un po’ di pancetta.

Questa ricetta la facevate spesso?

Sì, prima si faceva così: un giorno tagliolini e lenticchie, un ‘altro fave e cicorie, i ceci con i cavatellini. Questi erano i pranzi di allora: la settimana era tutta così. Intanto ho messo a friggere un po’di pancetta, aspetto che i cavoli bollino perché la pasta si fa subito. Per fare il sughetto mettiamo i pomodorini che rendono il sugo leggero.

Prima si usavano sempre i pomodorini?

Sì, perché la salsa non tanto si usava, si usava la conserva: si faceva bollire i pomodori e si mettevano dentro i tavolieri grandi al sole e seccavano. Allora prendevi un po’ di conserva e pomodori e facevi il sughetto.

Ma questo è il tuo piatto preferito?

No ho detto che mi piace tutto, tutto ciò che si faceva prima, piatti semplici come ceci, fave, fagioli con cipolla fritta o con sughetto. I ceci con i cavatellini prima si chiamavano gnitligg. Invece i giovani di oggi vanno trovando sempre pasta asciutta e questa cosa non mi piace. Quando fai tutti i giorni pasta asciutta non è neanche bene. Intanto si fa rotolare un po’ la ventresca mettiamo qualche foglia di basilico così odora di più. Stamattina ho pulito i cavoli, fincchè la pasta indurisce cuciniamo i cavoli.

Preferisci i cavoli bianchi o verdi?

E’ la stessa cosa, la verdura verde però è più saporita. Mettiamo un po’ di sale, facciamo bollir e un po’ e poi aggiungiamo la pasta. Adesso aspettiamo, mi siedo e ci riposiamo un poco.

(Dopo 15 min. controlla la pasta )

La pasta è pronta! Aggiungiamo un po’ di formaggio, c’è chi usa anche il piccante, io lo preferisco di inverno, ognuno ha i suoi gusti. Mettiamo un po’ di sughetto, bello leggero che subito si fa. I giovani invece vanno trovando pasta asciutta. Piatti semplici e buoni. Ai bambini magari senza niente, poi possiamo aggiungere la verdura che è sempre buona. Il piatto è pronto se volete assaggiarlo assaggiatelo, se vi piace mangiatelo con gusto speriamo che vi piace.

Grazie tante signora!

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Il pane (Matera)

Il pane preparato da Gennaro Perrone intervistato a Matera (MT) il 2009-07-03 da Teresa Russo.

Intervista a Gennaro Perrone

Buongiorno signore!

Salve buongiorno.

Piacere sono Teresa, lei come si chiama?

Io mi chiamo Gennaro Perrone.

Quanti anni ha?

Settantasette.

E’ sposato?

Sì.

Da quanto tempo?

40 anni.

Che lavoro fa?

Il panificatore.

Da quanti anni ha la passione per la panificazione?

Sono oltre 50 anni che ho la passione per il mio mestiere.

Quanti figli ha?

Tre figli.

A che ora si è svegliato?

L’orario per noi è sempre dalla sera alla mattina… le tre le quattro secondo come sta il lavoro, giustamente.

A quanti anni ha cominciato a lavorare?

A 15 anni, ma forse anche prima… a 12.

Quando lo ha fatto per la prima volta?

Nel 1948.

Le è piaciuto da subito?

Sono stato sempre appassionato, altrimenti se non c’è passione in questo mestiere non ne fai fortuna.

Da allora lo ha fatto sempre?

Continuato sempre, ho fatto tanti di quegli aggiornamenti per la panificazione sia per il forno che per i macchinari ho girato tutti i panifici d’Italia per vedere i tanti tipi di lavorazione come oggi, che sono al completo di tutto; quello che fanno al nord lo facciamo pure noi.

Per chi ha lavorato?

Ho lavorato con mio padre al forno a legna di sua proprietà.

Quindi suo padre glielo ha insegnato?

Sì, ovviamente.

Come è cambiato il modo di fare il pane?

Il pane negli anni 20-30 si lavorava soprattutto conto terzi, la gente impastava in casa, i fornai trasportatori andavano a prendere il pane la mattina e lo portavano al forno, operai sempre dell’azienda, questa è tutta la storia del nostro mestiere.

Da quanto tempo è aperta questa attività?

Io il primo panificio l’ho avuto in via De Sariis negli anni 50, poi ho comprato qua nel ’60, questo panificio.

Fa solo il pane in questa attività?

Facciamo tutto, dal pane alla pasticceria, biscotti, tutta la roba secca, focacce, tutta quella roba là.

Qual è la cosa più difficile da fare?

Il pane è facile, perché noi a Matera siamo specializzati sul pane di semola e purtroppo per mancanza di operai non possiamo lanciarlo.

Qual è il trucco per renderlo più buono?

La lievitazione, il lievito naturale, è un lievito che facevano i nostri nonni, però si usa solo in questo panificio, questo tra un’ora diventa acido e poi si rinfresca, si fa l’impasto, la metà di questo va in quella vaschetta poi rimane un’ora a riposo per lievitarsi, poi si alza sul banco e si fanno le forme rotonde… e poi per infornarlo bisogna aspettare due ore ( questo è tutto.. che altro?)

Quali sono gli ingredienti?

Lievito naturale, con l’aggiunzione di 100 g, un kilo, ogni quintale di farina, mezzo kilo, di lievito di birra. Quello che è importante per il pane, per il sapore, è questo, perché se c’è l’aggiunta del lievito di birra, per non stare fermo, se no se ne vanno due ore di lavoro per la lievitazione, questo è tutto!

Ci sono fornitori di cui si fida particolarmente?

No, nessuno, non ti puoi fidare. Prima che arriva la merce viene controllata, il controllo lo faccio con l’impastatrice, e se vedo che la pasta non è come dico io, chiamo il mulino e vedo che fare…

Le piace fare questo lavoro?

Certamente!

Si ritiene bravo?

Non sarò io a dirlo, lo devono dire gli altri, io per conto mio mi sento di essere abbastanza bravo.

C’è altra gente che fa il pane, secondo Lei è brava?

No, non tutti lo fanno bene, perché sono fuori mestiere, stanno parecchi a Matera che lavorano malissimo, male, sono proprio schifosi, perche sono gente che subito si sono massi a fare i panificatori, non posso fare nomi.

Ci sono dei trucchi?

No, nessun trucco. Ci vuole solo il mestiere. Ci dobbiamo regolare con il tempo, per esempio questo scirocco, abbiamo l’acqua a 5 gradi, quasi ghiacciata; l’umidità che rovina tutto è la che devi stare attento; poi l’inverno quando fa freddo nell’impasto bisogna aggiungere qualche secchio di acqua calda.

Grazie per la per la sua disponibilità, noi aspettiamo la cottura per vedere il prodotto finale.

Va bene tra due ore sarà pronto.

Arrivederci e grazie ancora.

Prego.

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Bietole ai pomodorini (Matera)

Bietole ai pomodorini

Bietole ai pomodorini proveniente da Matera (Matera) preparata da Antonietta Azzilonna, intervistata 7-02-2007 da Mariana Malvaso.

Intervista a Antonietta Azzilonna

Buonasera

buonasera
Come va?
tutto bene
Come ha passato la giornata ?
bene non c’è male
Che ha cucinato a pranzo ?
il minestrone
Si è alzata presto stamattina?
io mi alzo sempre in orario……sei e mezzo …sette…
Andate a fare la spesa ogni giorno?
no…la faccio quasi per tutta la settimana
Dove vi fornite di solito?
o in piazza o da Fabiano per frutta e verdura
Cosa hai comprato oggi?
oggi?…il pane
Quali sono le ricette che sapete cucinare?
so cucinare tutto
Quali principalmente?
pasta al forno..ragù..bolognese…matricina..insomma tutto…perché sono una anziana e penso che avrò imparato tutto fino a quest’età….ottanta anni quasi..
complimenti !
grazie
Ci sono dei piatti che non le piace cucinare?
mi piace tutto cucinare.Ho pazienza.
Le piace mangiare?
pure sono una buona…….
forchetta?
Si! Forchetta
Che cosa ci prepara stasera?
per stasera le bietole
Vediamo come si cucinano ?
si
Come si prepara questo piatto ?
adesso metto l’acqua per lessare la verdura
Quali sono gli ingredienti principali?
si mette l’olio con la cipolla …si fa friggere appena appena e si mettono i pomodorini
Quant’è di solito il tempo di cottura di questo piatto?
venti minuti….al massimo mezz’ora!
Di solito a che età ha imparato a cucinare?
bè…ho visto mia madre…poi uno si fa grande sa…si impara sempre di più
Ha che età ha cucinato per la prima volta?
ho cucinato da piccola perché io ero la grande…mamma quando non stava bene ero io che cucinavo …allora ho imparato bene…
Quanti eravate in famiglia?
eravamo sei figlie tutte femmine …mia madre e mio padre e i miei nonni vivevano con noi..
ci racconta la sua prima occasione che ha cucinato?
ho cucinato da fuori di casa che ho portato a un pranzo di condoglianze avevo quattordici anni! (nota 2)
Che piatto ha cucinato?
ho fatto pasta e melanzana al forno
Le piace cucinare?
molto
Cosa è cambiato oggi nel modo di cucinare?
Oggi i giovani cucinano un pochettino diverso da noi..queste cose che fanno…diciamo…più…come posso dire…la carbonara….per esempio…a noi non piacevano questi
piatti…diciamo non siamo proprio portati a queste minestre…
Gli alimenti che oggi acquista sono uguali a quelli del passato?
era…diciamo…cose più naturali!
Ma il sapore è diverso o uguale?
E’ diverso…è diverso!…le cose di prima mangiare un piatto semplice e più profumato mentre oggi come oggi sono sempre più sciapite le cose (nota 3)
Ed ora che sta facendo?
adesso sto spezzettando i pomodori che sto friggendo la cipolla che devo mettere le bietole dopo..
E qui che c’è in pentola?
ho messo l’acqua per lessare le bietole
Quanto tempo deve restare così la pentola?
quando bolle le bietole e poi li passo nel pomodoro…
Cucina spesso?…cioè due – tre volte al giorno ?
io prepara per mezzogiorno e sera tutto la mattina
Per quante persone cucina?
io sono sola…quando siamo tutti ….che ciò due figli sposati..un maschio e una femmina…vengono i figli …i nipoti e i pronipoti…io sono già bisnonna!
complimenti!!
grazie
E ora cosa sta facendo?
sto pulendo le bietole che ora li devo lessare
Come si puliscono le bietole?
si puliscono man mano che si toglie il torso quello brutto e poi si lavano e si mettono a cucinare.
Pure questo piatto ve l’ha insegnato vostra madre ?
bè…si…queste sono cose semplice ..ho imparato qualcosa di più dalle mamme perché le mamme di prima facevano un piatto più semplice…noi adesso per i giovani facciamo un po’ più complicate
Quante le lavate di solito le bietole?
bè…si lava la verdura…dipende io ci metto un po’ di bicarbonato nelle verdure..nell’insalata..perché oggi come oggi mettono i concimi
e ora che fa?
sto girando i pomodorini nell’olio con la cipolla e ora devo mettere la verdura qui dentro con un poco di formaggio…questa è la cena…
Conosce altre donne che sanno cucinare?
E come no! C’ho tante sorelle, amiche
Usa determinati trucchi in cucina oppure no?
bè …io per la verità cucino semplice..non metto cose sofisticate…metto le solite cose più naturali..
Le altre donne sapete se usano trucchi in cucina?
Evoglia!! Io per me uso cose semplici, naturali..quasi come cucinava mia madre
E’ rimasto nel ricordo la cucina di vostra madre?
certo
Qual’era il piatto di vostra madre che ci piaceva di più?
faceva le lasagne fatte in casa con un sugo semplice. Quando tornavo dalla sarta sentivo già da in mezzo alle scale …sentivo già il profumo che mamma stava cucinando questa pasta con il sugo semplice ma era tutto diverso prima perché la roba era naturale ….(ritornando al piatto)..deve bollire l’acqua..
Quanti minuti ci vogliono ancora per vedere che bolle l’acqua?
roba di minuti
Nel frattempo che aspettiamo, cosa diresti di te per farti conoscere meglio? ..Che lavoro ha fatto?
Io ho fatto la sarta
Per quanti anni?
da sempre…io lo faccio ancora oggi a ottant’anni quasi
A che età si è sposata?
A vent’anni quasi.
Giovanissima per la nostra era
e sì… per voi che studiate…per noi era il tempo giusto
Le piaceva quando vostro marito le diceva che sapeva cucinare?
Era contentissimo..mio marito è morto che farà sei anni ed era contentissimo di me… di molto….. non mi scambiava con nessuno …diceva lui ..e purtroppo …poi si arriva che si muore…
Ora che mette?
metto il sale
Qual’era il piatto preferito di vostro marito?
pasta e fagioli….quando io dicevo lui rispondeva <> e dicevo io : <> ….ma io per tenerlo contento ubbidivo e facevo pasta e fagioli
Ora quanto tempo devo stare?
bè poco…quando si ammosciano diciamo… non li farai scuocere…così poi si finiscono di cucinare nell’olio con i pomodorini…metto il formaggio.
Come è la vostra settimana tipo ? …cioè cosa cucinate dal lunedì alla domenica?
io adesso che sono sola quello che mi viene in mente cucino. Io un giorno mi faccio riso e patate al forno….un giorno spaghetti col pomodoro…un giorno mi faccio fagiolini e spaghetti che mi piacciono tanto …mi faccio un brodino certe volte…questo più o meno…
La domenica che piatto cucinate?
O il ragù o la bolognese …per i figli sa…se vengono qui o vado io facciamo pasta al forno…una cosa diversa la domenica..
Quanti nipoti avete?
Ho tre nipoti… una nipote che ha compiuto 18 quest’anno..va all’università e due maschi tutti e due sposati ..Mino e Lele…e Antonella che è quella di diciott’anni
Ci parli un altro poco di lei ..Cosa ci vuole dire in più?
Io posso dire …ho due figli meravigliosi e i nipoti meravigliosi che mi vogliono bene…un bene pazzo …che quando qualche volta non sto a casa di mia figlia e vanno i figli…è guai per mia figlia…<>….(la figlia risponde) <>…questo è un caso eccezionale….qualche volta …sono sempre presente con loro che mi vogliono tanto bene……adesso spengo
Adesso che fa?
li passo nel sughetto…e accendo di nuovo.
E ora si fa stare così?
ci metto un po’ di formaggio e li giro…si insaporiscono con il pomodoro
Non mettete nient’altro?
no…solo un po’ di parmigiano…ho messo la cipolla nell’olio e adesso metto poco poco di brodo delle bietole perché più sano per non mettere l’acqua …questo è già un condimento che c’hanno le proteine e ci metto un po’ d’acqua e adesso li faccio bollire un altro poco..poi li spengo …ed è pronta la cena
per quanti minuti?
poco perché sono già lessati senò (nota 5) poi quando si fanno troppo cucinati perdono anche il sapore
Aspettiamo la cottura…ai vostri nipoti piace la vostra cucina?
molto…
Che piatti li piacciono di più?
a loro piace assai la pizza di cipolla…piace la torta che faccio io….per domenica faccio la torta a mio nipote grande Mino che fa quarant’anni ….ieri ho preso le uova da tua nonna che ho fatto la torta
Anche i dolci? A che età avete imparato a fare i dolci?
da ragazza…se volete assaggiare un po’ di torta ce l’ho nel frigorifero perché ho fatto una torta molto piccola di tre uova ..eravamo sette o otto persone…un pezzettino per ciascuno….ed è rimasto un altro pezzettino …Che ve lo faccio assaggiare?…..faccio tutto…biscotti alla crema…crostate all’amarena…
qual’ è il dolce che vi piace di più?
io sono una buona gustaia 6, mi piace tutto ..non ho difetti..
A quanto la cottura ?
la cottura di poco…stanno bollendo…fra qualche attimo già li spengo…questa è la cena per me…una persona….io sono sola…io la domenica vado dai miei figli..i nipoti.. a Lele che abita in campagna…che ha una bella casa in campagna…c’ha dei cani bellissimi…
Cucina lei quando va in campagna?
No…cucina la moglie…noi portiamo qualcosa pronta ….qui la minestra è pronta!
Versiamo nel piatto così facciamo vedere?
sì….il piatto è pronto..
Grazie
di niente
E’ stata gentilissima. Alla prossima….arrivederla….
Arrivederci

Preparazione

Lessare un poco le bietole, poi terminare la cottura in padella conpomodorini e formaggio.

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Cialda (Matera)

Cialda
Preparata da Annunziata Cristallo,intervistata a Matera (MT) il 2007-09-19 da Dora Scasciamacchia.

Intervista

Che devo spegnere la luce o va bene?

Va bene così.

Va bene.

Il tuo nome?

Cristallo Annunziata.

Quanti anni ha, se ve lo posso chiedere?

78.

Dove sei nata?

A Matera.

Sei sposata?

Sposata, con tre figli.

Quanti nipoti?

Eh, per il momento, eh sì… sono sei nipoti e un pronipote, eh.

Lavori?

Lavoro casalingo.

Hai lavorato quando eri giovane?

In campagna, in campagna sì.

Allora, quante volte cucini durante la giornata?

Quando cucino?

Quante volte?

Cucino a mezzogiorno, la sera, la mattina la zuppa del latte, a mezzogiorno cucino e la sera qualche cosa così.

Oggi a pranzo cosa hai cucinato?

Oggi a pranzo ho cucinato pasta… come si chiama… alla carbonara e per secondo… le mozzarelle. Eh.

Per chi hai cucinato oggi?

Per me e per mio marito.

A che ora mangiate?

Per noi, tutti e due a mezzogio… all’una, all’una.

Hai fatto spesa oggi?

Sì.

E cosa hai comprato? Solo ,ciò che ti serviva per oggi, per cucinare…

Abbiamo preso… cioè per noi ce l’avevo già, personale, poi dobbiamo portare… com s’ dsc? Nu dcim il conz a quell che è morto…

Ah, ho capito.

Eh, abbiamo comprato la carne, abbiamo comprato il sal…mh..lo zucchero, l’amaro lucano, le scamorze e la carne, la carne l’ho detto già?

Non mi ricordo, vabbè.

Va bene, e tutte queste cose.

Ho capito. Ma di solito quando vai a fare la spesa come scegli i prodotti? In base al costo, alla pubblicità…

Eh sì, in base al cors.. al costo.

Quelli più convenienti.

Quelli più convenienti.

Quanto tempo trascorre a cucinare di solito?

Bè, diciamo un paio d’ore, a seconda di quello che cucino: se cucino pasta e lenticchie, i ceci ci vuole più tempo, se è pasta asciutta…

E’ più veloce. Quindi la spesa la fai tu o la fai insieme a tuo marito?

Io, io.

Da sola. Quanto tempo ci impieghi?

A cucinare?

No, a fare la spesa.

Ah, a seconda, sto due, tre ore a seconda come trovo la conveniente.

Mi sapresti dire il menù tipico di un giorno normale? Per esempio, dalla colazione.. cosa mangia a colazione di solito?

A colazione il latte con i biscotti.

Poi a pranzo?

A pranzo a seconda le giornate.

Pasta…

Pasta, ho detto, pasta oggi per esempio pasta asciutta col tonno.

E poi frutta o dolce?

Frutta, ho mangiato l’uva, ho mangiato il melone d’acqua…

E il pomeriggio mangi qualcosa, cucini qualcosa?

No, mo basta fino a stasera, la sera poi mangiamo qualcosina così…

Per esempio?

Eh, per esempio quando c’ho, c’ho un po’ fame mi prendo pure due pomodori con una fetta biscottata.

E tuo marito uguale?

Lo stesso, uguale.

Ho capito. Ti piace cucinare?

Sì, che mi piace.

Quale piatto ti riesce meglio?

Eh… quasi tutto, ormai siamo fatti anziani, sappiamo fare tutto.

Pensi di essere brava quindi a cucinare?

Sì, sì, sì, sì.

Cosa dicono tuo marito, i tuoi figli?

No, no, no, non dicono niente.

Tutto a posto.

Tutto a posto.

E qual è il piatto che gli piace di più ai tuoi figli, a tuo marito?

Bè a seconda… se fai pasta al forno…

Va bene per tutti!

Va bene per tutti…cannelloni…

Come decide ogni giorno cosa cucinare?

Eh, un giorno si fa pasta asciutta, un giorno si fa pasta e lenticchie, un giorno si fa pasta e ceci, un giorno…per esempio ieri feci pasta e rape…fatte in casa.

Quindi la fa ancora lei la pasta fatta in casa?

Sì sì, sì la faccio ancora.

Ma ha dei piatti stabiliti per ogni giorno della settimana..oppure..

Eh sì, il lunedì per esempio fa pasta e lenticchie, il martedì si fa pasta asciutta, il mercoledì di nuovo qualche cosa con il legumo, il giovedì di nuovo pasta asciutta, il sabato il brodo.

Ho capito, e invece la domenica, cosa..?

La domenica pasta asciutta, pasta al forno sempre.

E per secondo?

E per secondo sta la carne, un po’ di arrosto…

E il dolce?

E il dolcio sì, pure il dolce.

Quale sono i dolci che fa lei, di solito?

Ma proprio inzom per sbrigare presto la ciambella.

Va bene, che piatto vogliamo preparare? Abbiamo detto? Come si chiama?

Eh…la ciall..la cialda…

Sì, come si chiama, proprio il nome preciso?

La cialledd, la cialledd. Quand ne dobbiam far di ciald?

Eh…non so, di solito lei per quante persone la fa?

Io la faccio per due persone, chè siamo due.

Va bene allora facciamola così. Allora, come si procede?

Si procede: mett l’acqua, accend la cucina, si mette il salo dentro e tutti gli occorrenti che dev… per esempio la cipolla, le olive, se stanno le olive, che ho det..i pomodori sopra alla cialda, e e l’uovo se vuoi mettere l’uovo, se non ne vuoi mettere..

Facciamo quella classica..

E facciamo quella classica.

Quindi per ora si fa bollire l’acqua?

Mo deve bollire l’acqua sì. Il sale lo deve metter o…

Come lo fa..come lo fai tu di solito.

Ah…

Lei, cioè tu lo fai ancora questo piatto?

Che come! L’inverno sì.

Ah, è un piatto invernale.

E’ un piatto invernale, sì.

Ma lo mangiavi quando eri piccola questo piatto?

Da quand’era piccola e ancora oggi. Per esempio la mattina, delle volte..che ci dobbiamo mangiare? Mangiamo sempre il latte con i biscotti, però in inverno, per stare un po’ più caldi, ci mangiamo la cialda.

A colazione.

A colazione.

Conosce qualcun’ altro che ancora cucina questo piatto che comunque è un piatto tradizionale?

Sì!

Si fa comunque…

Sìì, evogli!

Ho capito. Bè, mentre bolle l’acqua le faccio qualche altra domanda!?

Sì, sì.

Allora, chi le ha insegnato a cucinare questo piatto?

Mamma.

Era lei che cucinava…

Sì.

E tu a chi hai insegnato a cucinare?

A cucinare sempre la mamma.

Tu a chi hai insegnato?

Ah, a tutte e due le femminucce. A Lina e a Caterina. A tutte e due.

E invece ai figli maschi no!?

Ai figli maschi no, no, chè uno ce n’ho.

Ah, ho capito. Quindi abbiamo detto che ci sono diversi tipi, diversi modi di fare questa ricetta…

Sì.

Si possono togliere o aggiungere ingredienti.

Sì, sì.

Come ci piace…

Quell che ti piace: si mettono le olive, si mettono pomodori, si mettono uova, si mette la cipolla, famm pigghiè pur la cipoll.

Ah, ok.

La posso prendere o la devi fare normalmente?

No, no, come la fai tu di solito.

Due olive…basta. Mò pomodoro. E dobbiam preparare a spezzettare.

Il pane?

Sì.

Lo fa lei…

Sì, non ti preoccupare. E’ duro il pane! Mamma mia…ce l’aveva conservato…

…eh sì, da un bel po’ di tempo… La quantità di pane è a piacimento!?

Eh?

La quantità di pane…quanto…

Quand ne vuoi fare, eh sì. Se, per esempio, se siamo tutti e du faccio quest pien e basta.

Mamma mì cè call. Lo devi far normalmente o basta che…

Eh, ne facciamo un altro po’ di pane e poi…

Sì chè quest è dur sai come dev gonfiare.

Ah, allora va bene anche così.

Disc a Veneranda da quand…neee a Venerand…sempre a Venerand, a Beatrice, quand da quando ce l’ha questo pane? Conservato?

Poi glielo chiediamo. Ok…

Basta. E mò i pomodori.

Quanti pomodori?

E a seconda…qua bast uno.

Il pomodoro quindi messo spezzettato, messo così?

Eh sì sì, spezzettato. A famm andare a prendere una cipolla.

Sì.

Che dobbiamo metter l’uovo pur o no?

Sì, lo facciamo…classico. Quanta cipolla?

Quest bast un… sìì

Un po’.

Bè …………???????……………..

Quindi quando bolle l’acqua si può spegnere…

Eh sì. Allor l’oliv l’abbiam mess, la cipolla.., il pomodoro, e mettiamo l’uovo.

E ora si fa stare così?

E sì sì, no mò deve cuocere un po’ l’uovo, capito?

Sì.

Eh, mò non bolle più l’acqua che…Di sale è un po’ dolce

Allora, cosa non ti piace mangiare? Un piatto che proprio non…

Le fave non li dire proprio, che poi io mangio tutto, le fafe proprio non..non ne parliamo proprio.

Ti piace di più cucinare o mangiare?

Mi piace cucinare proprio…di cucinare tutto, di mangiare quasi tutto, solo le faf..

Niente.

Niente.

Ho capito. Eh, quindi da piccola cosa mangiava? Quali erano i piatti che le cucinava sua madre..

Eh, lì come si poteva, non è che…la cialda la mattina, poi te ne andavi in campagna e il pane asciutto. Quand si ritirava a mezzogiorno, la sera ci faceva trovare un po’ di.. di pasta asciutta, pasta di semilone, come u chiamet vuj, eh e tutto questo…

Ma tu abitavi nei Sassi quando eri piccola?

Sì sì.

Ma avete mai avuto animali, allevato animali..

No, no, giù ai Sassi sì, abbiamo avuto i cavalli, abbiamo avuto le i polli, abbiamo avuto i conigli..

Che poi mangiavate.

Eh sì, poi si uccidevano e si mangiavano.

Segue delle trasmissioni televisive di cucina?

Com com i è?

Dei programmi in televisione, dove fanno vedere come cucinare.. le ricette..

Sì sì

Le vede quelle..quelle trasmissioni?

Sì sì

Ma qualche ricetta la fate pure?

Eh, delle volte sì.

Quindi qualche volta provate qualche ricetta nuova?

Sì sì.

Lì intanto? Cosa sta facendo?

Eh, che mò dev..

Quindi finché l’uovo si cuoce si..

Eh?

Si tiene sul fuoco finché si cuoce l’uovo.

No, ah sìì……si tiene sul fuoc.

Quindi si versa direttamente sul pane.

Sì.

E i tuoi figli e i tuoi nipoti la mangiano questa qui o…

Sì sì sì

Piace anche a loro.

Io ti devo dire una cosa: Nunzia, Nunzia la figlia di Lina.. un’amica mia mi dette, soch com l’ chiamet vuj, le cicerchj, li conosci?

Sì sì.

Eh. Allor, mi dette questa questa bottiglia di un chilo e diss: dù che a me non mi piacciono proprio, quas che li misi tutt a lei. Prim quand andò alla casa si pres tutt, si mangiò le cicerchie lei: E non è cos che a me mi piac pur quelle cos.

Quindi i tuoi figli e i tuoi nipoti mangiano e cucinano ancora i piatti tradizionali di Matera.

Sì sì sì sì tutto.

Quindi…la cialledda è pronta..

La cialledda è prond.

Pronta da mangiare. Questa si mangia direttamente dalla coppa oppure..

No, dalla coppa. Si mette..

Dalla coppa.

Eh sì. Quando eravam tutt a casa mia vecch, che stiam tutt ragazze e.. ragazze e ragazzi, mio padre facev le.. i cosi così pieni, ci mettavamo tutti d’accordo, tutti in fil e mangiavamo tutti da quel piatto.

Ma solo per la cialledda o per qualsiasi altro piatto?

No, per tutt le altre cos. Per esemp questo quand lo dev mangiare, mprim…subbito, invece le altre cose puoi stare. Però tutt a tavol e tutt e sei figli e madre e padre.

Ed era meglio mangiare così?

Bè avveramend, ier era bell pur, però si stav tutt tutt d’accord inziem al tavol.

Si litigava per mangiare?

No, no.

Tutti d’accordo.

Non si litigava per mangiare. E che cos mi dev dire più?

Quindi si mangiava tutti insieme, invece adesso ci si riunisce tutti insieme per mangiare, tutti intorno alla tavola?

Io quando quando è festa, quando è festa li che li invito tutti qua, stiamo tutti nel salon, madre figlio, nipote, pronipote tutti a quella stanza.

Quindi solo nelle festività ci si riunisce tutti quanti per mangiare..

Sì sì. Chè in settimana, vedi, chi sta a Milano, chi sta in Francia, chi..

Ah, ho saputo che, invece, prima, quando i nipoti, i vostri, i tuoi nipoti erano tutti qua, facevate dei pranzi particolari solo per loro.

Sì sì.

Ho saputo questa cosa…

Sì.

E cosa gli cucinavi? Invitavi solo i nipoti, vero?

Eh, solo i nipoti. Gli piacciono assai pasta e rape, quando facc pasta e similone, com s disc, in italiano?

Semolone.

Semolone, e vabbè. Quand li piacciono assai ai nipoti, a tutti i nipoti! Questa..

Quindi la pasta fatta in casa.

Questa pasta fatta con i diti, co tre dit.

E condita come?

E condit con un sugo semplice, un sugo semplice.

Quindi questo era il loro piatto preferito. Ok..vediamo.. Il tuo modo di cucinare è cambiato nel tempo? Cioè da..da quando ti sei sposata, da allora ad ora fai cose nuove, ricette diverse..

Sì sì sì, si fanno cose nuove, chè giù al sasso non ci stava proprio niente.

Quindi adesso che c’è la possibilità…

Quando eravamo piccoli, non…delle volte non ci stava manco il pane per mangiare.

E secondo te quali sono i cibi che che fanno male?

Bè a seconda, mica a tutti fanno male, per esempio diciamo a mia figlia,a mia nipote pasta e rape gli fa male, eh…a ccì cchiù è bnit…

E cos’è che fa male proprio alla salute? Per esempio ci sono delle cose che tu non cucini per la tua salute? Che non puoi mangiare?

Quand so quelle che diciamo che non gli piace, non li faccio proprio.

E cose che proprio fanno male alla salute, invece?

E che cos fanno male alla salute?

Non lo so, c’è qualche piatto che tu non puoi mangiare per la salute, per il colesterolo..

Ah, a me personalmente a me mò ce l’ho un poco di colesterolo…

Ci sono cose che non puoi cucinare.

Ci sono cose che non posso mangiare, di cucinare mangia mio marito!

Ah, e quali sono per esempio che non…

Eh, per esempio: assai pasta asciutt..

Non si può.

Poco. Il pane un po’ di meno, pure.

Ho capito. E ti piace mangiare la ristorante? Ci vai?

No, no. Non mi piac. Sta ved quand quand sé sposat mio nipot, quell che sta in Francia, che siam andati giù alla Martella, a una sala che sta dietro, passata la Martella, non abbiam mangiato niende! Tutt le cos bè pur la ciald co’ le rape…niende!

Perché?

Chè non ci piacev propr quell che abbiam avuto. Niente.

Perché erano cucinate in modo diverso?

Eh sì, fanno ttu quest cos le fav, le fav mnnat minnate t’rat la buccia …j son arrvat qua e ho mangiato a casa mia.

Cucinato da..da te!

Da me!

E hai mai mangiato dei.. dei piatti, non so, di cucina cinese…

No.

Non..li vorreste provare o non..

No, no non c’ho proprio il desiderio di provare, di assaggiarl.

Per quale festività ti piace di più cucinare? Qualche ricorrenza..Natale, non lo so..

Sì.

Qual è quella che vi piace di più?

Pasta al forno..

Quando..A Natale questo?

A Natale. Le pettole che faccio, i purcduzz…

Mh…sì.. Quindi questi sono i piatti che fate di solito a Natale.

Sì, sì, sì.

E poi invece ci sono dei piatti che magari fai solo d’estate altri sono più invernali…

Eh, faccio l’estate proprio faccio il ris, diciamo il ris in insalata bè.

Freddo.

Quello freddo, sì.

Invece d’inverno?

L’invern sempre queste cos pasta e rape, pasta e..pasta asciutta..

Ho capito. Mmhh… Tu cucini solo a casa tua, qui o..?

No, mò cucino solo a casa mì perché so sposat e se la vedon lor.

I figli.

Ma quand’ern piccol Filomen e Nunzia cucinavo a casa loro, finit di cucinare lo mettev il piatto avanti e me ne veniv qua, per mangiare mio marit che allora lavorara. Eh…

E adesso c’è qualcuno che cucina per te?

Per me, no.

Quando vai a casa dei tuoi figli?

Eh sì sì.

Cucinano loro per te.

Specie quando vado a casa di Giovanna, di mia nuora, non…:.

E ti piace così?

Sì, sì, mi piace. Ti riposi!

E sì. E giustamente! Secondo te è importante saper cucinare?

Sì.

Solo per gli uomini..solo per le donne o anche per gli uomini, in genere?

No, per tutti, per tutti.

Cosa fai quando sei a casa qui e non cucini?

Com…?

Nei momenti in cui non stai cucinando per il pranzo..cosa fai..?

I servizi.

Come trascorri il tempo?

Eh, se non è finit..se non è finit di pulire la cas, mentr per esemp che fai il sugo, e tu fai i servizi, vien, giri il sugo e fai l’altro serviz.

E tuo marito non cucina mai?

No, no. Anzo quest lo sa fare!

Ah bè, almeno questo! Ok. Va bene, e vorresti dirmi qualcos’altro di te? Aggiungere qualcosa?

E che ti posso dire? Dimml tu, io no…

Qualche domanda che non ti ho fatto..? Qualcosa che mi vorresti dire di te..? No…tutto…Ok, va bene così!

Allora, per completare la ricetta? Cosa…?

Si mett l’oglio..

Mettiamo?…crudo, così?

Sì, l’olio crudo si mette alla cialda, sì.

Lo mettiamo?

Se fai il pan cotto è divers: il pan cotto si fa, si fa bollire l’acqua, si mett..però non si fa così il pane, si fa diciamo, così lungo e si mette nell’acqua, quando boll l’acqua, quand hai finito che si…hai bollito il pane, appen, si fa l’olio fritto, coll’aglio..

A parte.

A parte. E si immischia.

E questo è il pan cotto.

e tu scol l’acqu diciam dal pane e metti l’olio già fritto, cò cò l’aglio…

Tutto insieme.

i peperon quell che lo vuole amar…eh, e si fa…

Invece qua crudo.

Bè..abbiam fatt

Ok.

Abbiam fatt.

Grazie.

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Ciambotta (Noepoli)

Ciambotta (Noepoli).
Ricetta preparata da Antonella Mastropirro, intervistata a Matera il 17 gennaio 2010 da Nicola Salvatore Salerno.

Oggi la ricetta che vi presento è la ciambotta, piatto tipico del mio paese, Noepoli, un paese di collina in provincia di Potenza. Gli ingredienti per la ciambotta sono i peperoni di diversi colori (gialli, verdi, rossi), pomodori ben maturi, melanzane molta cipolla, successivamente si aggiungono altri ingredienti che sono le uova facoltativamente si può aggiungere la salsiccia e per completare il piatto si mette una foglia di basilico, ovviamente si mette l’olio di oliva sale e se piace il formaggio. Il tempo di cottura è di circa 30 minuti a fuoco lento.

Ti sei alzata presto per cucinare?
Si, solitamente mi alzo presto, prima di incominciare a fare le faccende di casa, servizi, penso alla cucina.

Quanto tempo impieghi per la cucina?
Solitamente poco perché mi piace cucinare cibi di facile preparazione e veloci.

Sei andata a fare la spesa? Dove?
Sì, in un piccolo negozio qui nel rione.

Hai dei fornitori che preferisci?
Sì, il mercato, per la frutta e verdura e piccoli negozi per tutto il resto.

Perché acquisti da quei determinati fornitori?
Perché trovo che i prodotti sono più genuini, in quanto loro acquistano da piccoli fornitori e anche per questione di fiducia.

Che cosa hai comprato?
Ho comprato le verdure al mercato, e al negozio ho comperato uova e formaggio.

Hai comprato solo quello che occorreva oggi?
Compro quello che mi serve in giornata o al massimo 2 giorni per una questione di freschezza dei prodotti.

Quindi non è per un risparmio?
No.

Quali sono le ricette che sa cucinare?
La pasta cucinata con verdure e legumi, la carne e pietanze tipo la ciambotta.

Cosa le riesce meglio?
Di solito mi vengono bene i primi patti.

Perché?
Probabilmente perché impiego meno tempo per cucinarli, ci metto più passione.

Cosa non le piace cucinare? Perché?
Non mi piace cucinare cibi elaborati perché richiedono tempi lunghi per la preparazione e l’uso di spezie e di altri prodotti.

Che cosa hai cucinato oggi a pranzo?

Ho cucinato gli strozzapreti con le cime di rape. Cominciamo con la preparazione del piatto, prendiamo tutti gli ingredienti, peperoni di vario colori, cipolla, pomodori e melanzane, diamo una lavata.

Chi ti ha insegnato a cucinare?
Mia Nonna.

Quando hai imparato?
Ero piccola intorno ai14-15 anni.

Quando lo ha cucinato la prima volta?
Nello stesso periodo.

Per chi?
Per i miei genitori e miei fratelli.

In quale occasione?
L’occasione, perché mia mamma lavorava ai cantieri forestali e mia nonna quel giorno era assente e io da sola ho cominciato a cucinare e da allora ho capito che mi piaceva cucinare.

Chi cucinava in famiglia quando era bambina?
Solitamente cucinava la nonna, nelle occasioni es. durante le feste o quando avevamo ospiti cucinava mia mamma perché preparava piatti più complessi e particolari.

Hai imparato per gioco o sei stata costretta?
Per gioco.

Come impari nuove ricette? Dalle amiche o parenti? Dai libri o riviste? Dalla televisione?
Dai parenti, dagli amici che poi li personalizzo un po’.

Chi ti aiuta in cucina?
Nessuno. Sto sminuzzando i peperoni, faccio dei grossi pezzi così come anche i pomodori e le melanzane e poi abbondante cipolla (addirittura la possiamo lasciare anche intera) aggiungo dell’acqua, circa ½ bicchiere, aggiungo il sale , l’olio di oliva e una foglia di basilico. Accendo il gas a fuoco lento, metto il coperchio e lascio cuocere.

La dieta alimentare è cambiata? Come?
Sì è cambiato molto perché non si usano più cibi di stagione, es. i peperoni i pomodori le melanzane li troviamo in quasi tutte le stagioni. Una volta questo piatto la “ciambotta” si preparava a fine luglio e tutto agosto. I prodotti non sono più genuini come una volta, una volta si raccoglievano direttamente nell’orto e subito si preparavano le pietanze, adesso per una questione di tempo si và molto sul cibo confezionato o precotto.

Ci sono pietanze che non si preparano più?
Sì ci sono pietanze che non si preparano più tipo per es. i piatti con i prodotti del maiale, cotica e fagioli o la cotica con verdure o altri ancora.

La pietanza che preparerai oggi è una ricetta tipica?
Sì è tipica dei paesi come il mio e nei suoi dintorni.

Perché?
Tipica perché caratteristica di quella zona di quel luogo.

Che significa “tipico” secondo te?
Prodotto di quel posto, caratteristico di quel posto.

E’ un termine nuovo oppure esisteva anche quando eri bambina?
Da quando ero piccola ne ho sempre sentito parlare del piatto tipico di quel luogo.

Conosci qualcuno che questa ricetta la prepara in un modo diverso?
Sì ci sono delle particolarità a seconda del paese, es. alcuni non mettono la salsiccia altri aggiungono le patate o le zucchine.

Da chi ha imparato a preparare questa pietanza?
Dalla nonna.

Hai cambiato qualche cosa nella ricetta? Cosa?
Non è cambiato molto perché i prodotti sono quelli, più che altro la salsiccia la comperiamo piuttosto che produrla in proprio, come anche le verdure acquistati nei negozi.

Qual è la cosa più importante di questa ricetta?
Questo è un piatto unico, completo, alla verdura viene aggiunta la salsiccia, le uova, si può aggiungere il formaggio, si mangia con il pane e poi c’è l’olio di oliva, quindi la peculiarità è che anche in una scampagnata può rappresentare un unico piatto come soluzione a più portate.

In precedenza cosa si utilizzava per il trasporto di questa pietanza?
Anticamente si usava trasportare la ciambotta in un contenitore ricavato dal pane, tenendo conto che il pane allora si preparava in casa e pesava circa 4 Kg, si scavava al centro, si toglieva la mollica e si riempiva con la ciambotta ancora bollente, con la parte superiore del pane si copriva a mo di coperchio.

Entriamo nei dettagli della preparazione… quantità a seconda delle persone, tempi di cottura, ecc.

Per 4 persone sono sufficienti questi ingredienti: 1 cipolla bella grossa, 8 pomodorini, 1 melanzana e 1 peperone tenendo conto che poi va aggiunta la salsiccia e l’uovo. I tempi di cottura una buona ½ ora a fuoco lento, poi bisogna metterci l’uovo sbattuto che richiede qualche altro minuto di cottura ( eventualmente l’uovo si può non sbattuto ma intero ad occhio di bue) cottura totale 35/40 minuti.

Quale sapore deve avere la ricetta per essere buona?

La ciambotta è un piatto dove non si caratterizza un unico sapore essendo un (miscuglio) insieme di cose, non si capisce se è il sapore del peperone o della melanzana, ha un sapore del tutto particolare.

Come si deve presentare nel piatto la pietanza?
È già tutto ben colorato come piatto, basta servirlo in un piatto semplice con una fogliolina di basilico e se si vuole un goccia di olio sopra.

Presti attenzione al colore e alla forma dei piatti o alle posate? Alla tovaglia?
Solitamente no.

Visto che questa pietanza è tutta colorata c’è un’estetica in questo cibo?
Il piatto si presenta già di per sé bello colorato, profumato, per cui essendo un piatto tipico e tenendo conto che una volta si serviva in un unico piatto di terracotta e tutti mangiavano in questo unico piatto posto al centro della tavola, oppure si mangiava in campagna dentro il pane usato come recipiente, oggi non ritengo opportuno presentare il piatto in modo particolare.

Il colore, la forma degli ingredienti per te cosa vogliono dire?
Per alcuni piatti, ad es. le verdure non penso che ci sia bisogno di aggiungere altri ingredienti per dargli la forma, il colore se non aggiungere una fogliolina di basilico. Mentre per piatti tipo la carne, mettere a fianco un contorno un insalata, serve ad abbellire il piatto e renderlo più appetitoso.

Continuando la ricetta bisogna aggiungere altri ingredienti
A cottura quasi ultimata aggiungiamo la salsiccia ( una volta era quella conservata nella sugna) la mettiamo a seconda se ci piace a fettine o a pezzi interi, facciamo delle fettine più spesse del solito, togliamo la pelle e aggiungiamo nella pentola, diamo una girata e facciamo stufare altri 5 minuti. Nel frattempo prepariamo le uova mettiamo 2 uova intere li aggiungiamo, girando il tutto, (le uova possiamo lasciarle intere oppure girandole facciamo un unico composto) lasciando cuocere l’uovo cosi il piatto è quasi pronto. Siamo alle battute finali della ricetta facciamo le ultime domande alla signora prima di ultimare e portare in tavola.

Ti piace sempre cucinare?
Sì.

Ti ritieni brava?
Sì.

Come lo sai?
Perché quando ho gli ospiti finiscono tutto, penso che piace.

Ti fa piacere sapere di essere brava?
Sì.

Conosci altre donne brave in cucina?
Signore anziane come mia nonna, mia suocera.

Che cosa sanno fare bene?
Cucinano molto bene i piatti tipici, ho molte amiche che sanno cucinare i dolci o piatti non italiani o ricette particolari.

Ti piace mangiar bene?
Sì, soprattutto genuino.

È importante saper cucinare?
Certo.

Ti fa piacere sentirti dire che sai cucinare bene?
Sì.

Cosa altro diresti di te per dire chi sei?
Una brava cuoca, Una brava mamma, Una brava infermiera.

Abbiamo finito, la Ciambotta è cotta, si presenta colorata profumata, la serviamo semplicemente su del pane raffermo, con il sugo inzuppiamo il pane e lo accompagniamo con un buon bicchiere di vino rosè, volendo possiamo aggiungere a piacere un po’ di olio e per abbellire una foglia di basilico.

Ricordiamo che per la preparazione di questo piatto abbiamo usato peperoni di vario colore, pomodori, cipolla, melanzane olio di oliva,salsiccia, sale e infine abbiamo decorato con il basilico.

Preparazione
Sminuzzate i peperoni, i pomodori, la melanzana e la cipolla in grossi pezzi versando il tutto in una pentola, aggiungendo ½ bicchiere di acqua, sale, olio di oliva e una foglia di basilico. Accendere il fornello, mettere il coperchio sulla pentola e lasciare cuocere a fuoco lento per circa 30 minuti. A cottura quasi ultimata aggiungere la salsiccia, tagliata a fettine spesse o a pezzi interi, togliendo la pelle e aggiungendo nella pentola, lasciare stufare altri 5 minuti. Aggiungiamo 2 uova intere, girando il tutto, (le uova possiamo lasciarle intere) lasciando cuocere qualche altro minuto. La Ciambotta è cotta, si presenta colorata profumata, la serviamo nel piatto su del pane raffermo, con il sugo inzuppiamo il pane e lo accompagniamo con un buon bicchiere di vino rosè, volendo si può aggiungere un po’ di olio e per abbellire una foglia di basilico.

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Pettole (Matera)

Pettole
Ricetta preparata da Maria Casamassima, intervistata a Matera il 2012-09-14 da Roberta Montemurro.

Buongiorno Signora.

Buongiorno.

Cosa ci prepara oggi?

Prepariamo le pettole. È una tradizione materana però si fanno a Natale.

È una ricetta tipica della sua città?

Sisi.

Che cosa vuol dire per lei tipico? Cos’è una pietanza tipica secondo lei?

Per es. pasta e rape, pasta e fagioli.

E perché è tipica? Si cucina solo nella sua città?

Pasta e rape si, e anche le pettole io so che si fanno solo a Matera.

Conosce qualcun altro che sa cucinare questa ricetta?

Sì.

La prepara in modo diverso?

Non lo so, io preparo la mia ricetta, non so gli altri.

E da chi ha imparato a cucinarla questa pietanza?

Da mia madre.

E di questa ricetta da quando la conosce ha cambiato qualcosa?

Nono, è sempre quella. Come me l’ha insegnata mia madre io la faccio.

E qual è la cosa più importante di questa ricetta? L’ingrediente?

Non c’è un ingrediente speciale, è molto semplice perché è una preparazione come il pane. La storia che mi raccontava mia madre era che la Madonna ha impastato il pane il giorno della Vigilia di Natale, come si faceva di solito all’ora che si impastava, allora dopo dovendo partorire. Il tempo di infornare il pane non l’ha avuto e la pasta è lievitata sempre di più, sempre di più che poi quando se n’è accorta non poteva fare più il pane e allora ha fatto le pettole. Questa è la tradizione che mi ha raccontato sempre mia madre.

Qual è la quantità di ingredienti che utilizza?

Oggi facciamo la quantità di un kg di farina di semola rimacinata, con un cucchiaio di sale ogni kg di farina e un lievito di birra e si impasta.

Ok. E i tempi di cottura quali sono?

Il tempo della crescita della pasta è di 2 ore, 2 ore e mezza e poi si frigge.

Ok allora possiamo iniziare con la preparazione di questo piatto

Va bene.

Lei la mattina si alza presto per cucinare?

Veramente non tanto, prima quando ero più giovane mi alzavo perché dovevo portare i bambini a scuola, era tutta un’altra cosa. Ma adesso ho più tempo di dormire.

Stamattina è già andata a fare la spesa?

Sì, sono andata e sono tornata e adesso preparo.

Dove va lei a fare la spesa di solito?

Io veramente vado all’eurospar, mi trovo bene.

Quindi ha dei fornitori preferiti?

Beh, mi trovo bene dappertutto.

E cosa ha comprato oggi di particolare?

Ho preso i fagiolini, così a pranzo diciamo, un po’ di pettole e un po’ di fagiolini facciamo il pranzo completo.

Quindi ha comprato solo quello che occorreva oggi?

Oggi, si. Di solito vado sempre giorno per giorno a fare spesa.

E quali sono le ricette che lei sa cucinare? Un piatto che le riesce meglio?

Beh pasta e rape mi riesce bene. Quando viene mio figlio dalla Sicilia di solito vuole sempre pasta e rape, perché gli piacciono.

E invece cosa non le piace proprio cucinare? Cosa non preferisce cucinare?

Di solito mi piace cucinare qualsiasi cosa.

Quindi per oggi cosa è previsto per il pranzo? Cosa cucinerà?

Oggi faccio pasta e fagiolini.

Chi le ha insegnato a cucinare?

Mia madre. Sempre la mamma, ciò che faceva la mamma imparavano i figli.

E quando l’ha cucinata questa pietanza per la prima volta?

Ero ragazzina piccola, perché si impastava di solito, poi quando era Natale, all’ora non si usavano tanti dolci, le cose tradizionali erano le pettole che si facevano.

Quindi per chi le cucinava?

Ma ne facevamo tante di pettole, proprio i vassoi pieni perché di solito eravamo, anzi siamo ancora 8 figli, però mia madre non c’è più, e ne facevamo assai.

Quindi in quale occasione le cucinavate? Per il Natale?

Sisi, la vigilia di Natale. Questa era la tradizione.

Invece nella sua famiglia chi cucinava quando era bambina?

Mia madre o le mie sorelle più grandi, perché noi siamo a scalare, io sono l’ultima dei figli.

E ha imparato a cucinare per gioco o perché qualcuno l’ha costretta a imparare?

No, non mi ha costretto, si impara, perché quando vedi cucinare la mamma man mano si impara, lo fai anche tu.

E quando lei impara nuove ricette oggi come le impara? Le guarda dalla televisione, le apprende dai giornali, gliele insegna qualcuno?

Nono, non prendo mai niente. O la invento io qualche cosa oppure quello che mi va di fare faccio. A volte provo qualche ricetta e vedo, se mi va bene la rifaccio altrimenti non la faccio più.

E cucinare per lei è un obbligo o lo fa con piacere?

Nono, lo faccio con piacere, si.

E qualcuno come i vostri figli o vostro marito vi chiedono di cucinare qualcosa durante il giorno o sceglie lei magari cosa cucinare?

Scelgo io e a volte anche a piacere, qualche volta che loro chiedono qualche pietanza che vogliono io gliela faccio con piacere.

Quindi lei segue una dieta settimanale, nel seno che ogni giorno ha un cibo stabilito oppure varia sempre?

No, vario sempre. Quello che mi va di fare quando mi alzo la mattina. Non preparo mai dalla sera per il giorno dopo.

Quindi la dieta alimentare è cambiata ad oggi?

No, per noi no, è sempre quella.

E ci sono pietanze che non si preparano più oggi? Cibi che non preparate più?

Prima si facevano sempre le fave di più. Mi ricordo all’epoca sempre fave, fave. Adesso invece si preparano di più i legumi come ceci, fagioli, ma le fave non tanto le sento più preparare. Se chiedo cosa hai mangiato oggi? Prima dicevano di più le fave, le fave. Adesso invece si e no.

E il suo menù della domenica? Qual è?

Di solito o la pasta al forno oppure il ragù con le braciole e la pasta asciutta.

E lo cucina per qualcuno in particolare? Per i suo figli?

Nono, per me e mio marito, perché mio figlio non ci sta a Matera, quindi solo noi.

E per suo figlio prepara qualche pacco a volte, gli manda qualcosa lì dove abita?

Nono. Quando andiamo noi portiamo qualche cosa ma a mandarlo no.

E cosa preferisce vostro figlio che gli prepariate o portiate lì?

Pasta e rape gli piace assai, oppure gli piace anche il brodo, il brodo che faccio io con il muscolo, a pezzettini, e a lui piace molto, anche a mia figlia, a tutti piace il brodo di muscolo di vitello.

E lei in casa usa il congelatore?

Si lo uso.

E cosa di solito congela? Usa congelare cibi?

I cibi no, perché non mi piacciono tanto questi cibi congelati. Sapete cosa congelo a volte? Le rape, che si mantengono bene, e al momento dell’inverno che non ci sono rape allora io faccio pasta e rape, oppure le rape stufate.

Quindi lei non prepara pietanze e le congela? Le consuma direttamente?

Nono, capita qualche volta che magari è in più e allora congelo. Ma non mi piace, specie la carne a me non piace congelata. Non la compro mai prima e poi dopo la consumo.

Quindi le piace mangiare fresco?

Fresco, sisi.

E in dialetto materano qualche termine tipico, ad esempio come dire quando la pasta è ancora scotta?

“Iè schicnèt”, si sc’cnet la post, mo nana cradj che la vuole più nessuno.

E invece quando è un po’ più brodosa?

Iè brodaus.

Asciutta?

Assit.

Invece una pietanza con troppo olio?

Iè tropp cnzèt (condita).

E nel dialetto locale i concetti di dolce?

Iè dilc.

Salato?

Iè salet.

Aspro?

Iè iocr.

Amaro?

Iè amer.

A lei piace sempre cucinare? È una cosa che le piace fare sempre?

Sisi, mi piace.

Pensa di essere brava in cucina?

Beh, non lo so. Per me penso di essere brava, ma per me stessa, non so per chi mi sta intorno, però mangiano con piacere quando cucino.

E conosce altre donne brave in cucina?

Beh, non lo so, ma penso che siano tutte brave, oggi come oggi con tutte le ricette che si vedono e che si sanno.

A lei piace mangiar bene? Secondo lei è importante mangiar bene e mangiar sano?

Beh si, è importante, come no.

Quindi lei ritiene che sia importante anche saper cucinare?

Beh si. Sapere anche la quantità del sale. Non deve essere né sciapita e né salata. Bisogna saper dosare gli ingredienti. ecco queste sono le pettole, vedi come si lavorano?!

È pronta la pasta o ancora bisogna lavorarla?

Fra poco è pronta che poi si deve far lievitare.

Voi in casa avete una tavernetta o un garage dove conservate qualcosa? Non so, avete delle conserve, preparate qualcosa che conservate?

Prima facevamo le bottiglie, la salsa, i pezzettini. Ma adesso non lo faccio più, le compriamo già tutte belle e fatte. Ma prima si che le facevamo tutte queste cose, era una cosa che si faceva, ora io personalmente non la faccio più.

Per chi le cucina oggi queste pettole? Chi sarete a mangiare?

La famiglia, mio marito, mia figlia, i miei nipotini, mio genero.

Ai vostri nipoti piacciono le pettole?

Sisi. Sono delle cose che piacciono, non sono né dolci, né salati, sono normali. È come al pane. Basta lavorarlo bene, la pasta deve essere più morbida. Ora è pronta la pasta e ora deve lievitare.

Quante ore la facciamo lievitare questa pasta?

2 ore va bene.

E come la mettiamo a lievitare? La lasciamo così?

No, la copriamo e la mettiamo in una tovaglia, così cresce. La pasta è pronta, ora la scopriamo e iniziamo a fare le pettole. Ecco come è lievitata.

Ok. Quindi è pronta per essere fritta?!

Pronta per essere fritta.

Ok.

Accendiamo il gas, mettiamo l’olio.

Quale olio usa per friggere?

Olio di semi di arachidi. Vengono più leggere. Ma anche con l’olio d’oliva vengono bene.

Le frigge in una pentola?

Sisi, una pentola va bene.

Quanto olio usa?

Beh, abbastanza.

Devono essere tutte coperte d’olio?

Sisi.

Quando è pronto l’olio per essere fritte?

Deve essere bollente proprio, allora iniziamo a mettere le pettole.

Quale forma hanno queste pettole?

Io le faccio corte, piccole, ma non c’è una forma definita. Prima si impastavano le mani al vino per prendere la pasta delle pettole, adesso io lo faccio anche bagnandole nell’acqua. Quando non mi trovo il vino uso l’acqua. Aspettiamo che si riscaldi bene l’olio.

Ok. Prima, signora, abbiamo visto che lei nell’impasto ha utilizzato il lievito di birra. Sempre quello è stato utilizzato?

Veramente no. Prima si usava il lievito madre, invece ora si usa quello di birra perché non c’è più il lievito madre. Noi prima quando impastavamo lasciavamo un po’ di pasta, che si metteva in una ciotola, facevamo sopra una croce e si conservava per 8 giorni, quando si impastava di nuovo. E quello si usava anche per le pettole. Invece oggi no, lo facciamo con il lievito di birra perché non si impasta più e non conserviamo più la pasta per il lievito. Aspettiamo ancora un po’ che l’olio sia abbastanza bollente altrimenti si inzuppano d’olio.

Quindi lei prende direttamente dalla ciotola i pezzettini e li mette a friggere.

Si, ora facciamo vedere subito.

Quindi prima si passano le mani nell’acqua e poi si prende la pasta

Si, per non farla attaccare alle mani, con l’acqua si stacca meglio.

Quindi questo è un piatto che si prepara solo nel periodo natalizio?

Sisi, è proprio tipico della vigilia di Natale. Proviamo se l’olio è pronto. Ancora no.

E lei non lo cucina mai il di fuori della viglia di natale questo piatto?

Si che lo cucino, i sono i miei nipoti a cui piacciono tanto le pettole e allora in qualsiasi momento, stagione, le facciamo. Anche nel mese di Agosto, quando ci riuniamo i miei nipoti mi dicono: “zia facciamo un po’ di pettole?!” , perché a loro le pettole che faccio io piacciono tanto e o faccio.

Quindi è brava a cucinarle?

Beh, le pettole specialmente sono specializzata. Un mio nipote mi ha dato il diploma della “Pettola d’oro”.

Quindi l’hanno nominata la migliore “pettolara”

Per i miei nipoti si, non sappiamo per gli altri.

E suo marito l’aiuta mai in cucina o è una cosa della quale se ne occupa solo lei?

No, qualche volta mi aiuta. Io di solito le faccio non troppo grosse le pettole, perché qualcuno le fa più grosse, siccome piacciono più piccole perché sono più croccanti, allora le faccio così, però se qualcuno vuole quella più grossa, ne faccio qualcuna più grossa.

Con quale forma nascono queste pettole? Sono sempre state così o lei ne ha cambiato la forma?

La forma l’ho cambiata perché le faccio più piccole, perché prima si facevano molto più grosse.

(L’olio è pronto e si può iniziare a friggere)

Quante se ne mettono più o meno insieme a friggere?

Fin quando c’è spazio.

Quando lei sa che sono pronte?

Quando sono dorate allora sono pronte.

Sono pronte tutte, anche quelle più grandi. È pronto il pranzo

È pronto il piatto per oggi. Ecco pronto, si può iniziare a mangiare.

Ok. Grazie signora

Di niente, figuratevi. È stato un piacere per me.

Grazie!!!

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