Cucina Lucana

Basilicata in Cucina. Ricette, Eventi, Interviste

“Magnamm” street food lucano e creativo

“Magnamm” street food lucano e creativo

Lo street food (cucina di strada) sta vivendo il suo periodo d’oro con previsioni di nuova crescita. I camioncini che reinventano i cibi di strada in chiave raffinata ma non troppo, stanno diventando le nuove destinazioni del gusto. Un approccio che mantiene quel sapore a metà strada fra sagra 2.0 e stile e consente, spendendo poco, di mangiare fuori dai soliti schemi sia della ristorazione tradizionale che di casa. Ecco allora Magnamm, l’agevole rimorchio dello street food di qualità prodotto dall’ingegno di Nino Palmieri, lucano di Rivello, titolare di una rinomata Osteria situata nei Castelli Romani.

Magnamm è la soluzione ideale per chi decide di dare inizio ad una attività imprenditoriale improntata sul cibo su strada di qualità. Non è solo un comodo rimorchio allestito e certificato per consentire a costi molto contenuti l’avvio alla propria attività di street food per sagre, fiere, o per eventi enogastronomici, per mercati , spiagge o per l’uso all’interno di esposizioni, fiere e centri commerciali. E’ una linea in Franchising dove vengono forniti tutti gli strumenti e prodotti gastronomici da vendere al pubblico, cibi inediti, di qualità e di grande attrattività per accedere ad una vasta clientela, dove la specialità dell’Osteria “a casa di Nino”, la tagliata di pollo accompagnata dalla particolare salsa di porro e salsa di yogurt diventa cibo su strada e dove la pasta artigianalmente prodotta in Basilicata, può essere velocemente servita perché quelli che una volta erano piccoli motocarri Ape Piaggio oggi hanno ritrovato nuova vita diventando piccole cucine itineranti. Magnamm può essere facilmente agganciato ad una vettura di piccola cilindrata, si monta, in 5 minuti, è esente dal pagamento del bollo e dell’assicurazione. La cucina studiata con serbatoio GPL permette di fare agevolmente il pieno direttamente nelle stazioni di servizio, generatore, corrente, tutto rigorosamente a norma. Per coloro che vogliono crearsi la loro arte culinaria su strada, Palmieri offre anche la possibilità di una linea di allestimenti libera, personalizzabile,, oppure con rimorchio non targato ideale per la distribuzione e preparazione di prodotti da vendere in ambienti interni. Un progetto a testimonianza della creatività enogastronomia della gente di Basilicata. il mondo dell’enogastronomia, il cibo, la qualità e genuinità dei prodotti, la ristorazione, sono un elemento valorizzazione e di sviluppo, sul quale si dovrebbe costruire un vero progetto strategico dal momento che la Basilicata ha risorse umane capaci di emergere nei mercati e differenziarsi. Per tornare alla “tendenza” dopo il ristorante stellato, i fasti degli agriturismo, il fascino della gestione familiare e l’era dell’happy hour e dei ristoranti nei centri commerciali, questa è l’epoca dell’ “apro un food truck”.

I negozi escono dai locali. Sempre più spesso: lo scorso anno è nata un’impresa ambulante ogni ora. Insomma bar e ristoranti aumentano, ma sono sempre meno tradizionali. Colpa del caro affitti e delle imposte, ma è anche così che si alimenta il boom dello street food e dei negozi online. E’ quanto emerge da un’analisi condotta dall’Osservatorio Confesercenti sulle nuove imprese aperte nei settori del commercio e del turismo nel 2015. E non è un caso che ha aperto i battenti il Sanremo Street Food Festival, prima edizione di un evento all’insegna del cibo da strada. E’ così che i sapori della tradizione culinaria italiana si sono ritrovati nella cornice del Festival della canzone italiana. Secondo una ricerca sulle motivazioni che spingono le persone verso il cibo di strada: al primo posto perché costa poco, per il 40% degli intervistati; perché è veloce, per il 16,5% degli intervistati; per il gusto di farlo, per il 14%; per la sua crescita qualitativa, nell’11% dei casi. L’8% ha invece chiamato in causa la varietà dell’offerta, mentre appena il 3,2% sceglie il cibo su strada semplicemente perché è buono.

Fonte: MelandroNews

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Chef lucani a Sanremo per promuovere la Basilicata

Per il secondo anno consecutivo otto chef lucani a Casa Sanremo dal 7 al 14 febbraio
La Basilicata a Sanremo con i suoi chef. Per il secondo anno consecutivo il Lucania Food Experience, il team di chef professionisti lucani, sarà presente come chef resident a Casa Sanremo, dal 7 al 14 febbraio, nella settimana del Festival della Canzone Italiana. Tutto questo è possibile grazie al Consorzio Gruppo Eventi di Vincenzo Russolillo e a Dispensa Italiana che da anni ormai, con Casa Sanremo, si occupano dell’hospitality del Festival e hanno riconfermato i cuochi lucani tra i loro collaboratori.
Lo scopo principale del team sarà quello di cucinare per lo staff dell’Ariston, ma sarà un’occasione importante anche per promuovere la Basilicata, con cooking show ed eventi a cui il team prenderà parte. A Sanremo andranno gli chef Enza Crucinio, Giuseppe Masiello, Pierpaolo Battafarano, Cosimo Andreulli, Andrea Uccelli, Alessandro Ferrara, Gianfranco Bruno e Francesco Pastore, con il presidente dell’Associazione Arci M.A.C. e coordinatrice del team Maria Grazia Settembrino.
Le giornate, e soprattutto i piatti che gli chef prepareranno, saranno quotidianamente documentate con dei video che andranno in onda sulla pagina ufficiale di Jonica Tv, web tv media partner del team. Tra i partner ufficiali del LFE team ricordiamo la Lucana Salumi di Picerno, Palazzo Pucci di Rocca Imperiale, Candonga Fragola Top Quality del Club Candonga, Pizzicannella di Marconia, Hotel Villa Cirigliano di Tursi, Hotel Villa del Lago di Senise e Fe.Vi frutta di Policoro.
Per Maria Grazia Settembrino: “A due anni dalla nascita del LFE team, possiamo ritenerci soddisfatti dei risultati ottenuti: abbiamo promosso la nostra Basilicata in prestigiosi eventi, tra i quali Casa Sanremo. Ringrazio il Gruppo Eventi e Dispensa Italiana che ci hanno riconfermato per il secondo anno come chef resident, così avremo la possibilità di far parte di un parterre illustre e partecipare a cooking show che saranno ripresi da emittenti televisive nazionali e internazionali. Siamo davvero orgogliosi di poter promuovere la nostra regione attraverso la gastronomia, con i piatti che gli chef prepareranno durante la settimana del Festival”.
Casa Sanremo, lo ricordiamo, è il luogo di aggregazione per tutti i giornalisti, gli artisti e gli addetti ai lavori che confluiscono ogni anno nella cittadina ligure per il Festival della Canzone Italiana. Un luogo dove il mondo dello spettacolo, della musica e del cinema si incontrano, e dove nascono iniziative artistiche e musicali in un ambiente ricercato accompagnato da momenti di intrattenimento e culturali, una location resa precisa da un roof di indiscussa qualità dove la cucina regionale la fa da padrona.

Fonte: SassiLand.com

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Federico Valicenti al Cohouse di Roma

Quando l’alta cucina diventa social eating

L’alta cucina fa social eating: al Cohouse, temporary restaurant allestito nella mensa dei ferrovieri di Roma, al Pigneto, sulla Casilina Vecchia, carrellata di chef stellati per una cena. Sold out (90 posti) per Andrea Fusco del Giuda Ballerino (Bernini Bristol) e il suo stile global: ha proposto capesante in tempura al nero di seppia, latte di cocco, guanciale e cipollina, guancia di vitello con purea di patate e fave di cacao tostate. Dolce in stile vegan con funghetti di crema bianca di latte di cocco, latte di mandorla, olio di oliva e cioccolato bianco. Lo ha seguito Lele Usai (Il tino di Ostia) con crudo di rossi di Mazara, melograno, zenzero e liquirizia, gnocchi al mandarino con trippa di baccalà e spinaci. Il locale è un club privato: per partecipare è necessario “affiliarsi” sul sito.

Si radunano, scambiandosi pubblico, location e ricette i cuochi dello Chef sharing group: un incrocio di cucine dei territori da Milano al Parco del Pollino, in nome della sharing economy. L’idea è partita da Roma, dove Marco Maestoso con il suo supper club a Ponte Milvio riunisce colleghi per comporre menù a più mani, tramite facebook: la rete diffonde il messaggio e chi vuole si aggrega.
Sua la capasanta semicruda e la rivisitazione dell’amatriciana (gnocchi al posto dei bucatini, polvere di guanciale, vellutata di pecorino) in tandem con le patate in crema, battuto di lardo e biscotto a rosmarino di Carlo Andrea Pantaleo (Milano 37, a Gorgonzola), che rievoca le sue origini salentine preparando anche la finta frisella con crumble di curcuma, gambero rosso di Sicilia e pomodori essiccati al limone. Poi l’uovo floreale in tegamino, con erbe, spezie e cavolo viola. Torna la Puglia nei piatti di Roberto Cazzato che per il primo appuntamento gioca in casa, presentando nel suo locale romano, Il Salento in una stanza, la seppia nel granaio con acqua di pomodoro giallo e il carciofo brulé allo spumone di melanzane. Il prossimo evento è fissato per sabato 24 a Casa Maestoso.
L’ultima adesione al gruppo arriva dalla Basilicata: è quella dell’acclamato Federico Valicenti che cucina nel cuore del Pollino, a Terranova. Porta in tavola i piatti arcaici della sua terra – scapece, ciambotta, mosti cotti, carni speziate ed erbe aromatiche – con qualche sperimentazione: previsto per febbraio l’ evento romano.

Fonte: http://food24.ilsole24ore.com/2016/01/quando-lalta-cucina-diventa-social-eating/

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Che il trend salutista non fosse affatto una moda passeggera ce ne siamo resi conto già da un po’. I modi della sua evoluzione sono però sorprendenti.

La classifica delle 10 tendenze fondamentali sul nostro modo di alimentarci nel prossimo futuro è stata stilata dal magazine New Nutrition Business: perché i cambiamenti delle nostre abitudini stanno scuotendo anche il mercato tradizionale del food & beverage, con tanto di golose opportunità di business per le aziende del settore. In altre parole, ne vedremo delle belle: essere preparati è allora il solo modo per non farci troppo influenzare da quelli che potrebbero essere solo spot pubblicitari.

Dal glutine all’olio di palma, la mania dei cibi free. Scopri le star fissate con le diete “senza”

1- Bevande ridefinite. Sarà boom per le acque vegetali, come quelle di cocco e betulla: entro il 2025 rappresenteranno un mercato da ben quattro miliardi di dollari.
2- Snackification. Dai formaggi agli insetti, trionfo degli snack, senza limiti.
3- Lattiero-caseari 2.0. Prodotti teoricamente tradizionali rinascono nel solco della naturalità.
4- Nuove frontiere del dolce. Spazio a proposte con basso contenuto di calorie e zuccheri.
5- La grande frammentazione. I consumatori sono sempre più esploratori di cibo, alla ricerca di novità e interessati alla varietà. E sono anche facilmente influenzabili dalle informazioni che ricevono sui temi dell’alimentazione.

Latte vegetale: la top 5, per gli intolleranti al lattosio
6- Naturalmente funzionali. Sarà boom per questi prodotti (sono quegli alimenti, freschi o trasformati, naturalmente ricchi di molecole con proprietà benefiche e protettive per l’organismo).
7- Food & beverage di origine vegetale. Una tendenza non guidata solo da convinzioni vegane o vegetariane, ma anzitutto dalla crescente passione dei consumatori per le novità. Già nell’ultimo anno, del resto, il latte di mandorla per esempio ha registrato un incremento delle vendite del 50% negli Stati Uniti e del 20% in Spagna.
8- E-commerce. L’evoluzione del commercio elettronico fornirà una spinta ulteriore anche all’affermazione del trend salutista, permettendo alle aziende di rivolgersi direttamente ai consumatori.
9- Proteine. Si prevede una forte crescita dei cibi proteici ma soprattutto negli Stati Uniti, molto superiore rispetto ai livelli degli altri Paesi.
10- Free-from. Riflettori puntati sui senza glutine e i senza lattosio, che continueranno la loro ascesa.

Fonte e articolo completo: http://www.oggi.it/benessere/news/2015/12/16/il-cibo-tra-mode-diete-e-salute-le-10-tendenze-che-guideranno-il-2016-dagli-insetti-ai-free-from-conoscerle-conviene/

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Parma ha festeggiato il prestigioso riconoscimento di Città Creativa Unesco della Gastronomia, assegnato lo scorso 11 dicembre. Una grande folla si è radunata domenica in piazza Garibaldi e ha brindato insieme al sindaco Federico Pizzarotti e al presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini.

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