Cucina Lucana

Basilicata in Cucina. Ricette, Eventi, Interviste

Il pasticcio anzese (Anzi)

Il pasticcio anzese (Anzi)

preparata da Rosa Giorgio
intervistata da Cristina Scalese

https://vimeo.com/264024869

Buongiorno Rosa.

Buongiorno.

Ti sei alzata presto per cucinare?

Sì, mi sono alzata presto.

Quanto tempo impieghi per la cucina?

Un’ora.

Sei andata a fare la spesa?

Sì, sono andata al supermercato (da Massimo) e dal contadino.

Come mai sei andata dal contadino?

Perché i prodotti sono genuini. I prodotti dei supermercati possiedono i conservanti.

Cosa hai comprato?

Ho comprato le uova, il salame, la toma, la ricotta e la scamorza.

Che cosa cucini di solito?

Di solito cucino pasta e lenticchie.

La pasta la fai in casa?

Sì, la faccio in casa.

Preferisci la pasta fatta in casa?

Sì, preferisco la pasta fatta in casa.

Come mai?

Perché è più di sostanza.

Oggi a pranzo cos’hai cucinato?

Oggi a pranzo ho cucinato la pasta fatta in casa.

Cosa a te non piace cucinare?

Il pesce.

Perché?

Perché non è mai stato di mio gradimento.

 Chi ti ha insegnato a cucinare, Rosa?

Mia madre.

Quando hai imparato?

Ho imparato quando avevo 15 anni. Poi, i miei genitori andavano a lavorare nei campi e io cucinavo per la famiglia.

Quindi hai imparato per necessità?

Sì, per necessità.

Come fai a imparare nuove ricette?

Seguo alcuni programmi di cucina in televisione.

L’alimentazione com’è cambiata?

L’alimentazione è cambiata perché sono cambiati i prodotti utilizzati. Oggi, si utilizzano i prodotti del supermercato. In questi prodotti, a differenza di quelli del contadino, ci sono i conservanti che incidono negativamente sulla salute.

Quali sono le pietanze che, secondo te, non si preparano più?

La pasta di casa si prepara davvero poco perché per la preparazione c’è bisogno di molto tempo e la gente, andando a lavorare, preferisce acquistare i prodotti direttamente nei supermercati.

Cosa ci cucini oggi di buono?

Oggi faccio il “pasticcio”.

Quali sono gli ingredienti?

Gli ingredienti sono: la farina, 3 uova, il sale.

Io vedo qui che hai sbattuto anche un uovo, a cosa servirà?

Questo servirà per ricoprire sopra il “pasticcio”.

Quindi ora stai facendo l’impasto?

Sì. Sto facendo l’impasto.

Secondo te, affinchè sia buono questo pasticcio qual è il segreto di questa ricetta?

Il segreto è dato dalla stesura dell’impasto e dagli ingredienti.

Qui ad Anzi, le signore, utilizzano un’altra preparazione della ricetta oppure seguono questa ricetta?

No, seguono questa ricetta. Questa ricetta la seguono anche nei paesi vicini ad Anzi.

Gli ingredienti del pasticcio li hai modificati oppure sono quelli tradizionali?

No, non ho cambiato niente. Utilizzo gli ingredienti tradizionali.

Quindi, l’impasto come deve essere?

L’impasto deve essere morbido, non duro.

In occasione di quale festività si prepara il pasticcio?

Si prepara a Pasqua.

Quante persone possono mangiarlo?

5 persone.

Quindi, adesso, cosa farai con l’impasto, Rosa?

L’impasto lo faccio riposare e adesso preparo il ripieno.

Di cosa c’è bisogno per il ripieno?

Occorre la ricotta, la scamorza, le uova sode, il salame e un po’ di sale.

Adesso cosa farai?

Adesso dovrò stendere l’impasto con il matterello e, poi, unire il tutto.

 L’impasto è terminato. Adesso preparerò il “pasticcio”.

 Quindi hai preparato 2 basi, giusto Rosa?

Sì sì.

A cosa servirà questa base?

Questa base serve per unire il ripieno.

Quindi deve essere steso bene l’impasto, vero?

Sì sì.

E per te, Rosa, è importante saper cucinare?

Sì, per me è importante. C’è bisogno di molta volontà.

Ti fa piacere quando gli altri ti dicono che sai cucinare?

Sì sì, sono contentissima.

Adesso, adagiamo il ripieno sulla base. Il ripieno è composto con ricotta, toma, formaggio, scamorza, uova e salame.

Quindi adesso cosa farai, Rosa?

Adesso unisco il tutto e poi lo inforno.

Bisogna fare attenzione quando si chiude il tutto, vero?

Sì sì.

Perché bisogna fare molta attenzione?

Perché, altrimenti, quando lo si inforna non viene bene.

Adesso cosa farai, Rosa?

Adesso lo inforno.

Per quanti minuti?

Per 25 minuti.

Adesso bucherello con una forchetta il pasticcio altrimenti gonfia.

Quindi, cosa succede se gonfia?

Se gonfia non riesce bene il “pasticcio”.

A cosa serve l’uovo sbattuto sul pasticcio?

Servirà per dorare il “pasticcio”.

E’ pronto il pasticcio, Rosa?

Sì, è pronto. Adesso lo impiatto e poi è pronto per mangiare.

Perfetto, Rosa. Io ti ringrazio per questa preziosa intervista, per queste utili informazioni che mi hai fornito e ti auguro una buona giornata.

Anch’io ti ringrazio e adesso è tutto pronto per mangiare.

Va bene, grazie. Ciao.

Ciao.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Scarole e cicoria con cotiche di maiale / Patate e peperoni cruschi / Sciuscillo (Anzi)

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 https://vimeo.com/34635223

Intervista a Camilla Mente         

Camilla a che ora ti sei alzata stamattina? Ti sei alzata presto per cucinare?

Mi sono alzata al solito orario, non troppo presto.

Piu o meno?

Alle sei.

Quindi presto?

Diciamo che per me non è presto. Sono abituata a svegliarmi a questo orario per organizzarmi la mia giornata a casa: faccende domestiche, spesa, cucina..insomma tutto quello che fa una casalinga.

Quanto tempo impieghi per la cucina?

Dipende dalla cucina. Ci sono cucine per le quali ci vuole molto tempo come quella che ti ho preparato oggi ed altre, invece, che si fanno, diciamo, all’ultimo momento ad esempio uno spaghetto con il pomodoro; non ci vuole molto tempo per prepararlo.

Oggi, ad esempio, che cosa hai cucinato?

Eh oggi ho cucinato la verdura cioè cicorie e scarole: il nostro piatto tipico che poi dopo vi farò vedere come è stato preparato.

Sei andata a fare la spesa stamattina?

Si.

Dove?

Da Massimo Fieno, un negozio vicino casa mia.

Come mai da Massimo e non in un altro negozio?

Perche Massimo è una persona di fiducia, tiene la roba buona e neanche troppo cara. E’ vicino casa ed è comodo.

Hai detto che Massimo è una persona di fiducia: che cosa intendi con il termine “ fiducia”?

Sai spesso la gente , pur di vendere, ti da anche cose che non sono fresche; invece Massimo è onesto , è appunto di fiducia, nel senso che se ha non so le mozzarelle che sono del giorno prima non te le vende.

Hai detto che questo negozio è vicino casa tua; presuppongo, dunque, che vai tutti i giorni a fare spesa?

Certo.E’ a due passi da casa quindi non occorre che io faccia spesa magari una volta a settimana quando ho la comodità di prendere giorno per giorno quello che mi serve per la mia cucina quotidiana. E poi ci sono dei prodotti, come il pane, che tu compri giorno per giorno. Quindi, alla fine, si va comunque tutti i giorni a fare spesa.

Quindi Massimo è l’unico negozio dal quale ti rifornisci?

Si anche perché c’è molta scelta; in genere ha di tutto anche la frutta. E’ davvero un eccezione che io vada da qualche altra parte; diciamo che non capita quasi mai. Oggi la maggior parte delle persone va a Potenza a fare le grandi spese riservando ai piccoli negozi di paese solo i prodotti di uso quotidiano. Dicono che si risparmia.

E tu non condividi questa idea del risparmio?

Indubbiamente si risparmia ma a volte il risparmio lo puoi trovare anche in un negozio di paese come io da Massimo; quindi perché far guadagnare un estraneo piuttosto che una persona che conosci? E poi per quello che compro io; non ho famiglia, siamo solo io e mia sorella e non consumiamo chissà quanta roba, il necessario.

Quindi oggi hai comprato solo quello che serviva per la cucina quotidiana?

Si, solo quello che serviva oggi.

C’è qualcosa in particolare che ti piace cucinare, non so, preparare una ricetta piuttosto che un’altra? O magari c’è qualcosa che non ti piace affatto cucinare e perché?

Cucino un  po’ di tutto, non c’è niente di particolare che mi piace o non mi piace cucinare.

E qualcosa che riesce meglio?

Mi riesce quasi tutto. Basta metterci l’amore e la passione e tutto riesce.

Chi ti ha insegnato a cucinare?

Mia mamma e mia nonna.

Hai imparato da piccola?

Diciamo non troppo piccola, ero quasi adulta.

Come mai così adulta?

Perché non mi piaceva, prima non mi piaceva. Poi mi è nata man mano questa passione. E poi ho sempre lavorato, diciamo che non avevo tempo per dedicarmi anche alla cucina.

Ricordi quando hai cucinato per la prima volta? Magari c’è stata una particolare occasione?

Non c’è stata un’occasione particolare; quando mia madre non c’era ho dovuto cucinare.

Quindi non hai imparato per gioco, non so per curiosità?

No. In un certo senso sono stata costretta. E poi , come ti ho già detto, lavoravo.

Quando eri bambina chi cucinava a casa?

La mamma e la nonna.

Inventi nuove ricette oppure riproponi quello che ti hanno insegnato?

Praticamente faccio sempre quello che mi hanno insegnato, poi qualche volta capita che cucino qualcosa di diverso. Però non troppo spesso, ecco.

E quando ti capita di preparare qualcosa di nuovo da dove impari? Non so dai programmi televisivi tipo  “ La prova del cuoco”, da libri di cucina o da suggerimenti di amici?

In realtà quelle rare volte in cui capita di fare qualcosa di insolito, di diverso non prendo spunto da niente di tutto ciò; lascio libero sfogo alla mia fantasia, alla mia immaginazione e poi quel che ne esce, esce.

E in questi casi in cui prepari ricette originali, ti capita che il prodotto finito magari non è come te lo aspettavi? Magari non viene bene?

Quelle poche volte che mi sono cimentate in nuove ricette, il risultato è stato sempre buono anche perché dopo anni di esperienza in cucina impari a fare perlomeno gli abbinamenti giusti.

Mi hai precedentemente detto che vivi con tua sorella. Ti aiuta in cucina?

A volte lo fa ma la maggior parte delle volte cucino io anche perché lei è fissata con la dieta; a me, invece, piace mangiare.

A proposito di dieta: che cosa intendi tu per dieta? E’ cambiata, a tuo parere, la dieta alimentare?

Per me la dieta è il controllo dell’alimentazione che però deve fare chi ne ha bisogno. Ad esempio se una persona soffre di diabete alto deve evitare di mangiare quei cibi che gli fanno alzare il diabete perché sennò la persona si sente male. Oggi, invece, soprattutto tra i ragazzi, si fa la dieta per essere magre.

Quindi si pensa alla dieta come ad un qualcosa che, in un certo senso, ti permette di raggiungere la bellezza estetica così come ci viene riproposta anche dai modelli televisivi?

Esattamente. Prima , invece, queste cose non esistevano. Se si era magri è perché non si aveva il cibo, perché la gente era povera. Oggi invece il benessere porta a questi comportamenti. E poi si dice che le ragazze diventano anoressiche!

Quindi in che cosa è cambiata per te la dieta?

Credo che non sia cambiata, prima non esisteva almeno in questo senso.

Ci sono pietanze che non si cucinano più?

Sicuramente oggi si cucinano cose diverse rispetto al passato; abbiamo più disponibilità alimentari. E magari quei piatti poveri oggi non si preparano più o si preparano solo in determinate occasioni. Ad esempio prima si facevao la “ cuccia”, un insieme di ceci, mais, farro e grano. Fino a qualche anno fa, ad Anzi, la cucinavamo in onore di Santa Lucia, il 13 dicembre quando si faceva anche la festa di quartiere. Scomparsa questa festa, questa pietanza non si cucina più. Magari la si cucina in casi davvero eccezionali.

Che cosa ci prepari oggi Camilla?

La verdura:cicorie e scarole con cotenna e cotechino.

E come le cucini?

La verdura è stata precedentemente bollita, poi lessata; questo è quello che ho fatto stamattina altrimenti ci voleva troppo tempo; il resto lo facciamo adesso così ti spiego come si cucina questo piatto. Ora la facciamo consumare nel brodo che abbiamo ricavato dalla cotenna e dal cotechino.

Anche questi li ho fatti bollire stamattina.

Sono verdure paesane o sono state comprate?

No sono paesane, quelle campestri.

E qua invece che cosa abbiamo?

Qui ci sono le patate che stanno bollendo come contorno della nostra pietanza che dopo farò ad insalata. E poi ci sono dei peperoni, quelli secchi che hanno un nome tipico. Noi li chiamiamo paparul crusc che vuol dire essiccati.

E come sono stati fatti questi peperoni per essere così?

Questi sono peperoni freschi che sono stati seccati al sole e dopo verranno fritti nell’olio e diventeranno croccanti.

Vedremo dopo come Camilla ci prepara i nostri peperoni.

Quindi questa è una ricetta tipicà?

Si tratta di una ricetta molto antica. Innanzitutto è una ricetta povera perché anticamente questi prodotti venivano consumati solo dalla gente povera; quindi si mangiavano quasi tutti i giorni . Inoltre, anticamente, questi tipo di verdura si cucinava in un occasione paticolare: nel pranzo di nozze, probabilmente come antipasto arricchito con la cotenna, il cotechino e le polpette di formaggio.

Che cosa intendi per tipico?

Qualcosa di tradizionale che è stato tramandato nel tempo.

Il termine tipico esisteva anche quando eri bambina?

Credo di no. Quando ero piccola non esistevano cose tradizionali prodotti poveri. Nella mia famiglia a volte mangiavamo anche pane e cipolla quando non c’era altro. Infatti i peperoni, le patate, il cotechino erano cibi poveri che si mangiavano quasi tutti i giorni, soprattutto le patate. Ora invece le servono nei ristoranti come piatti tradizionali.

E questa cucina si prepara in altri posti?

Penso di sì. Questi prodotto sono tipici di un po’ tutta la Basilicata.

Da chi hai imparato a preparare questa pietanza?

Questo dalla nonna.

Hai cambiato qualcosa nella ricetta o è rimasto tutto invariato, così come ti è stato insegnato?

No non ho cambiato nulla.

Ritieni che nella ricetta sia presente un ingrediente più importante rispetto ad un altro?

Indubbiamente il cotechino e la cotenna, la roba del maiale che dà sapore a tutto il resto.

Per quante persone hai cucinato?

Per sei persone. Ho messo, infatti, sei pezzi di salsiccia, sei pezzi di cotenna, sei polpette di formaggio  che ancora devo fare e più o meno due chili di verdura.

E per quanto riguarda le patate e i peperoni?

Un chilo di patate  e 300 g di peperoni.

La ricetta per essere buona deve avere un gusto particolare?

Quella viene sempre bene perché fatta  con la roba di maiale, con roba paesana, quindi genuina.

E la pietanza presenta una forma particolare, si serve in modo particolare nel piatto?

No niente di particolare. Io servo la verdura con la cotenna e il cotechino, in un altro piatto le patate e in un altro ancora i peperoni. Però , ad esempio, sbriciolo un po’ di peperoni sulle patate per dargli più sapore.

Vediamo ora Camilla che fa le polpette. Quante uova metti Camilla?

Facciamo tre uova poi vediamo quanto formaggio se ne va.. poi magari ne mettiamo un’altra.

Eh hai capit cum’è u fatt.. non lo so si v’ì manget.. tu t’ì mang? O travagl mej.

Allora Camilla che cosa stai facendo in questo momento?

Sto spezzettando i peperoni per poterli friggere.

Come mai così piccoli?

Mah per comodità… per friggerli. Sono più comodi per poterli girare. Guarda gli ho tolto anche i semi!!

Hai detto prima che si tratta di peperoni essiccati.Quanto tempo ci vuole per farli essiccare?

Per questo ci vuole tempo. Si mettono nel mese di settembre e a novembre-dicembre sono pronti. Questi sono anche i peperoni con cui si fa la polvere.

Allora Camilla che fai?

Ora faccio le polpette e le metto nella verdura che dialettalmente si chiamo sciuscill che letteralmente significa formaggio.

Quanto tempo vogliono stare le polpette nella verdura?

Dieci minuti ma neanche dopodiché le nostre foglie sono pronte per essere mangiate.

Ora peliamo le patate per farle ad insalata dopo che hanno bollito per circa mezz’ora.

Friggiamo i peperoni.

Li togli subito Camilla?

Se no si bruciano. E si fanno a poco non li puoi mettere tutti in una volta. Ora con l’olio dei peperoni condiamo le patate.

E come mai con l’olio dei peperoni?

Perché in questo modo vengono più saporite. Ora è tutto pronto e si può mangiare: le patate con i paparul crusc sbriciolati, i peperoni, qui abbiamo a coir ( la cotenna) e il cotechino. Ora è pronto si può mangiare.

Questo è un pezzo in più. Come dessert ho fatto la pizza con la nutella anche perché so che vi piace. E’ il mio pezzo forte come sai.

Quindi questo non è un piatto tipico?

No, non è un piatto tipico; è un omaggio a voi giovani.

Ti piace cucinare?

In passato non mi piaceva. Man mano, poi, mi è venuta la passione.

Ti ritieni brava?

Abbastanza perché quando cucino e c’è qualcuno a casa, apprezza:mi fanno sempre i complimenti.

E’ importante per te saper cucinare e perché?

E’ importante saper cucinare anche perché si cucina tutti i giorni. Quindi diciamo per necessità ma è anche un piacere cucinare e soprattutto mangiare.

Grazie Camilla per la tua disponibilità.

Ah non c’è di che Mariangela.

 

Ricetta preparata da Camilla Mente intervistata ad Anzi (PZ) il 6 luglio 2009 da Mariangela Lorenzo.

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Lagane e ceci (Anzi)

Lagane e ceci (Anzi)

Intervista a Carmela Bellettieri  

Ti sei alzata presto stamattina?

Si.

Quando tempo impieghi per cucinare?

Un paio d’ore.. a seconda.

A che ora ti sei alzata stamattina?

Alle sei.

sei andata a fare la spesa?

Si, dopo le otto.

Dove?

Eh… nei vari… nei negozi dove che abitualmente faccio la spesa.

Hai dei fornitori che preferisci?

Eh…?

Dei fornitori?

Si, si ho dei fornitori che preferisco.

Perché acquisti sempre da quei determinati fornitori?

Eh… perché qui nel paese quelli sono i migliori secondo me.

Che cosa hai comprato?

Quindi… stamattina ho comprato la carne, poi ho comprato il lievito per fare la pizza e il pesto per fare la pasta, il tonno, il pane e un po’ di sedano e un po’ di frutta

Hai comprato solo quello che occorreva oggi?

No… no anche per domani, qualche altra cosa… insomma

Quali sono le ricette che sai cucinare?

Le ricette semplici… di una volta… quindi… e poi anche altre cose.

Cosa ti riesce meglio?

Eh… quello che faccio abitualmente… le ricette che faccio abitualmente.

Cosa non ti piace cucinare?

Ma… un poco il pesce perché non lo facciamo abitualmente… insomma… allora non mi riesce sempre bene.

Che cosa hai cucinato oggi a pranzo?

Oggi ho fatto fusilli con pesto e tonno.

Chi ti ha insegnato a cucinare?

Eh…mia madre… insomma… un poco anche da sola…poi…via via con… insomma cucinando sempre tutti i giorni… quindi ho… le ricette le ho fatte pure a gusto mio… a secondo

Quando hai imparato?

Eh… ero grande… insomma

La prima volta che hai cucinato quando è stato?

E’ stato tanti anni fa… insomma… non che… ero ragazza… così… e poi ho sempre cucinato.

Per chi?

Per la famiglia… in genere… insomma

Chi cucinava in famiglia quando eri bambina?

Mia madre.

Hai imparato per gioco o sei stata costretta?

Ma… ho imparato perché dovevo imparare…. Insomma… diciamo…non costretta proprio però… per necessità…

Come hai imparato le nuove ricette?

Eh… le leggo… e pure dalle amiche e avvolte leggendole pure sui giornali qualche ricetta che mi piace… insomma… la copio… ho un mio quaderno

Dalla televisione?

Ma… pure dalla televisione, però più qualche dolce così… ma non molto.

C’è qualcuno che ti aiuta a cucinare?

Veramente… no.

La dieta alimentare è cambiata?

E si…si, sono cambiati tanti alimenti, gusti pure… anche dalla nuova famiglia rispetto a quella di prima…

Come?

Prima erano cibi… erano pasti molto semplici… adesso è diverso… più elaborati… insomma sono nuovi alcuni proprio.

Ci sono pietanze che non si preparano più?

Ma… non mi ricordo… ma in genere io ogni tanto le ripeto alcune delle vecchie ricette… insomma le facciamo… le faccio… insomma

La pietanza che preparerai oggi è tipica?

Eh… si.

Perché?

Eh… perché mi è sempre piaciuta e quindi lo ripetuta sempre.

Che significa tipico?

Cioè che è vecchia. E’ una ricetta antica… insomma… che ho fatto sempre.

E’ un termine nuovo oppure esisteva anche quando eri bambina?

No…è nuova… insomma…perlomeno allora…all’epoca non lo sentivamo questo termine.

Conosci qualcuno che questa ricetta la prepara in un modo diverso?

Ma… può darsi pure…si qualcuno che fa delle variazioni… così…però… non è che mi sono mai confrontata con qualcuno che l’ha cambiata.

Si cucina anche in altri posti?

Eh si… si, è una ricetta molto semplice e quindi è della… è della zona.

Da chi ha imparato a preparare questa pietanza?

Sempre da mia madre…pure da mia nonna quando andavo a pranzo a casa sua… quando ero ragazzina.

Hai cambiato qualcosa nella ricetta?

No… no più o meno è la stessa.

La ricetta…

Eh…quindi questa ricetta…queste sono le laghen’ e ciec’… appunto si impasta la farina di grano duro con acqua tiepida e sale fino ad ottenere un impasto elastico e poi si impasta sempre fino, poi, a fare una sfoglia circolare col matterello e sempre usando la farina per… appunto… per metterla…farla sulla spianatoia e… poi l’arrotolo un poco. Quando è fatta molto sottile col matterello e… taglio…faccio dei…insomma… una specie di tagliatelle… e si delle tagliatelle… che so larghe un tre, quattro centimetri

In dialetto come si chiamano?

Le laghen’ e… abbiamo detto le laghen’… queste lo faccio con un coltello molto affilato… queste fettuccine così larghe poi le faccio stare un poco sulla spianatoia fino a quando si induriscono e poi… insomma le verso nell’acqua calda quando è il momento e nel frattempo poi… io ho già cotto i ceci, magari il giorno prima oppure la mattina e… i ceci li ho messi a bagno… cioè già la sera prima e poi dopo li cucino in una… pignata… cioè una pentola di coccio a con acqua e certe volte metto pure un poco di… per farli cuocere…. Un po’ di sale e bicarbonato e stanno tutta la notte e la mattina li cuocio. Se c’è il fuoco a terra vengono ancora meglio. Poi intanto in una padellina faccio soffriggere aglio e olio e… da togliere quando è soffritto l’aglio e poi metto qualche pomodorino, basilico, sale se a qualcuno piace il pepe. Ma io in genere pepe non ne metto. Poi scaldo la pasta, la scolo e mischio tutto questo composto fino a quando… insomma diciamo… è ben amalgamato e dopo la servo a tavola… insomma

Come si deve presentare nel piatto la pietanza? Presti attenzione al colore e alla forma dei piatti o alle posate? Alla tovaglia?

Beh… certamente secondo i componenti della famiglia quando mangiano, quando vogliono, metto più… di meno, insomma… sopra molto basilico… un altro poco… chi lo vuole… e ripeto se proprio qualcuno vuole il pepe ma in genere non lo preferiamo

Ti piace sempre cucinare?

Ma… si… si abbastanza.

Ti ritieni brava?

Ma… un poco… per certe cose… per certe ricette si… mi vengono bene… altre no.

Ti piace sapere di essere brava?

Ma… non c’ho mai pensato… comunque.

Conosci altre donne brave in cucina?

Eh… si. Si tante amiche, colleghe… sono molto brave…

Che cosa sanno fare bene?

Eh… tutto per la cucina. Alcune più per i dolci… e altre per la… in genere… per le paste e cose… insomma

Ti piace mangiare bene?

Non proprio sempre cibi elaborati… pure questi molto semplici… come i laghen’ e ciec’… il riso con le lenticchie… queste…

E’ importante sempre saper cucinare?

Beh… penso di si… insomma

Ti fa piacere sentirti dire che sai cucinare bene?

Eh… si. Qualche volta i complimenti cioè… fanno piacere.

Cos’altro diresti di te?

Eh… che sono ordinata quando cucino… insomma non mi… la cucina rimane sempre molto… a posto, il lavello pure… subito lavo i recipienti che ho sporcato nel cucinare…

 

Ricetta preparata da Carmela Bellettieri intervistata ad Anzi (PZ) il 27 giugno 2009 da Giuseppina Venturi.

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