Cucina Lucana

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Lagane e ceci (Potenza)

Lagane e ceci (Potenza)

Intervista a Giuseppina Santarsiello realizzata da Erika Penzo

Buongiorno.

Buongiorno.

Siamo nella cucina della signora Giuseppina.

Io sto facendo la pasta di casa.

State preparando il pranzo di oggi?

Sì, sì.

Che cosa cucinate?

 

Lagane e ceci.

 

È un piatto del vostro paese?

 

Sì, sì.

 

Da chi avete appreso la ricetta?

 

Da mia nonna, purtroppo noi siamo persone un po’ all’ antica.

 

Quindi l’ avete appresa da nonna, che l’ ha passata a mamma… passata di generazione in generazione. E come si prepara questo piatto?

 

Con le uova, farina e basta; per la pasta. Poi c’è il condimento dei ceci.

 

Avete cambiato qualcosa nella ricetta?

 

Beh, ci sono le uova. Prima non c’erano: si vendevano.

 

Perché avete aggiunto le uova?

 

Perché le farine non sono più come una volta.

Non ho preso la rasoia.

Metto l’acqua per impastare. E si impasta.

Prima, non sia mai che una nonna vedeva tutta questa farina volare!

Era uno spreco enorme!

C’era una famiglia vicino Montocchio di 7 figli; di cui una, due anzi: Incoronata e Assunta, sono venute a casa nostra e hanno visto che non si badava allo spreco né di farina né di altro. Mentre a casa loro usava la farina solo la mamma; poi le figlie la aiutavano a fare la pasta .

 

Adesso esiste la pasta già confezionata al supermercato, invece.

 

Certo, ci sono tanti tipi di pasta però sono fatti sempre a macchina. Non sono mai fatti a mano come questi.E si lavora per tanto tempo.

 

Adesso lo lasciamo riposare?

 

Un bel po’: una mezz’oretta. Nel frattempo condiamo i ceci.

Io sempre col rubinetto aperto assai: non mi piace gocciolina a gocciolina.

 

Abituata alla sorgente di una volta?

 

Veramente prima si usava andare a prendere l’acqua nei secchi ma soprattutto nei barili di legno, in cui si manteneva davvero buona. Quando mi sono sposata, mia suocera aveva il barile e due appoggi nel muro su cui poggiarlo. Bastava girare appena il rubinetto per riempire bicchieri, tazze ecc.

 

Ora passiamo ai ceci: si toglie il coperchio.

Mettiamo prima questo.

 

Cos’è? Prezzemolo?

 

Prezzemolo e sedano.

 

Gli ingredienti sono scelti?

 

Sono dell’orto mio.

 

Ah! Quindi hai anche un orto?

 

Sì.

 

E cosa coltivi?

 

I pomodori, le melanzane, i fagioli, i ceci, ecc…tutte queste cose

 

Quindi tutta produzione propria?

 

Sì…anche l’aglio.

Prima lo facevo sfriggere un po’, ora metto tutto da crudo chè fa meno male.

Poi metto un po’ di salsa.

 

Anche questa la produci tu?

 

Sì, tutto io. Tutto!

 

Non prendi proprio nulla dal supermercato?

 

No, non ci vado al supermercato. Ci vado veramente pochissimo, perchè sono cose che a me non piacciono, perchè non sai da dove vengono: è questo il problema.

..un po’ d’olio: è olio di Casamassima, è solo messo nella bottiglia De Cecco.

E poi il sale.

 

Il sale grosso?

 

Sì, sì: non va [messo] il sale fino.

..e allora c’è tutto.

 

Ma per i ceci, ho visto che erano già stati puliti.

 

Già messi a sponzo da ieri sera, e poi stamattina li ho messi nella pentola a pressione e si sono cotti, e adesso li ho conditi.

 

Però prima non esisteva la pentola a pressione. Come si faceva ?

 

Dentro la pignatta, si mettevano vicino al fuoco, bollivano, stavano quasi tutta la giornata, e si cucinava la sera.

 

Così si dava il tempo ai ceci di cuocere?

 

Non solo per questo: proprio perchè non c’era chi cucinava. [La cucina] era chiusa, sbarrata, poichè i genitori erano nei terreni: andavano a lavorare nei campi, e poi la sera si ritiravano un’oretta prima e cucinavano.

 

Quindi cucinava tua madre quando eri bambina?

 

Eh sì, e mia nonna quando c’era.

 

E tu, a che età hai iniziato a cucinare?

 

Avevo 12/11 anni.

Quando io avevo 8 anni e mezzo, mia madre è stata in ospedale. Era tempo che si falciava il grano, c’erano gli operai. Mio padre preparava strumenti e ingredienti [=mi rimaneva tutto fatto], e io cucinavo il sugo, la sera il pollo..di tutto.

 

Quindi hai imparato per necessità?

 

Sì, tanto.

Per esempio, il bollito si faceva nella pignatta, non nelle pentole di ora in acciaio.

Si metteva l’osso o un piccione, qualsiasi tipo di carne, però sempre tutto di casa: non c’era niente che si comprava, tranne quando non si stava bene o si era operati o si aveva un bambino.

Allora si metteva la pignatta vicino al fuoco, col piccione dentro; si metteva un po’ di grasso di maiale, la sugna, ma poco poco altrimenti veniva pesante. Se c’era, un po’ di prezzemolo. L’aglio c’è stato sempre, anche la cipolla. Poi un po’ di pomodoro o un po’ di salsa. Prima si usava la salsa: mia madre ha sempre fatto i pelati, pure quando era piccola: pelati, a spicchi…il pomodoro c’era sempre.

L’orto lo facevano sempre: a poco a poco, aprivano 4/5 solchi alla volta, poichè c’era una pozza d’acqua che altrimenti avrebbe trascinato con sè le piantine.

Tutta roba di casa.

 

Quindi è rimasta questa “tradizione” e non ti fidi dei supermercati.

 

No, perché non so da dove vengono [i prodotti].

Solo quando vado a Casamassima compro il pesce e lo congelo: preferisco mangiare cibo congelato; perchè [so che] è fresco, anche se è d’allevamento: non viene dal mare dove chi muore, chi fa e chi dice.

 

Cambia il gusto, il sapore?

 

Il sapore cambia proprio tantissimo. Questa è proprio una cosa vera vera vera: non piace.

Io, per esempio, ho ancora gli anellini di pesce fatti da loro.

Quando alla metà di Giugno vengono a tosare le pecore, mi portano il pesce e io lo congelo.

Vado io a prendere l’olio, [prendo il pesce] e lo congelo.

 

Dunque anche se non è di tua produzione, esigi sapere almeno come è fatto.

 

Sì.

Ma solo il pesce, il resto no: ad esempio il pollo, l’agnello…

Mio marito ha ucciso il montone per fare il cutturieddu.

A Pasqua?

 

No, quando posso lo faccio: non aspetto Pasqua o Natale, come si usava prima.

Allora possiamo procedere con la pasta.

 

Perchè la giri in questo modo?

 

Altrimenti non viene rotonda. Vedi qui che ancora non ho fatto il giro come è doppia, qua no invece.

Ecco fatto: ora la dobbiamo tagliare ma deve riposare 10 minuti perchè altrimenti non si asciuga e viene troppo attaccata.

 

Perchè la hai piegata a due?

 

Per fare subito. Certe volte la faccio a rotolo, e poi la taglio.

Devi vede quando si fanno i tagliolini: piccoli piccoli, sottili sottili.

 

Questo impasto si può usare per qualsiasi formato di pasta di casa?

 

Sì, sì.

Io non la faccio tutta della stessa misura, altrimenti che pasta di casa è?!

 

Quanto tempo sta a cuocere?

 

Nemmeno 5 minuti, perchè è fresca ed è fatta in casa.

Io lo vedo sotto alle dita

 

Come si capisce quando è cotta?

 

Si vede dal bianco. Dentro è bianca e fuori è già cotta: è rimasto poco poco da cuocere.

 

Non si fanno cuocere insieme?

 

No.

 

Si condisce solo?

 

Almeno, noi la abbiamo sempre fatta così.

 

Sai se si fa in qualche altro modo?

 

Eh no: non so se li fanno saltare o meno.

E’ fatto. Adesso se ci vuoi mettere qualcosa sopra…

 

Di solito tu la metti?

 

Eh sì, un po’ di  sedano.

 

Sei soddisfatta di quello che hai preparato oggi?

 

Sì, se la mangiano tutti.

 

Per te cucinare è un modo per esprimere l’affetto che provi per i tuoi cari?

 

Sì. Loro mangiano quello che trovano: sono soddisfatti lo stesso, e io pure.

 

Qualcuno ti aiuta in cucina?

 

No, sono sola, faccio tutto da sola.

Maria sa cucinare. Quando avevamo i terreni sotto la masseria, vicino al fiume, aveva 11 anni e cucinava: era sola: metteva la pentola, faceva tutto da sola, mentre io ero nei campi.

Poi venivo col trattore, col motozappa, e la venivo a prendere: e portava piatti piattini, veniva e faceva i piatti.

Io non facevo niente. C’era mia suocera, mia cognata, mica era solo Maria; però a cucinare era solo lei.

Maria sa cucinare, ma non ha voglia di farlo: non le piace più, però prima faceva pasta al pomodoro, pasta asciutta ecc.. il pollo ripieno: basta che era già stato ucciso; perchè non lo sa uccidere.

Pure Rosanna non lo sa fare.

 

Forse si impressionano..

 

No: non si sono mai cimentate.

Però a fare la spesa sono andate sempre, non appena hanno preso la patente.

 

Quindi per te è importante saper cucinare?

 

Sì, tantissimo. Io veramente so cucinare, specialmente il cutturieddu: si fanno sta nuovi nuovi, perchè si sente davvero poco il sapore della carne di pecora, perchè metto il rosmarino, metto il sedano, qualsiasi tipo di odori. Non si mette la carota né la zucchina.

Io ho imparato da mio padre, che andava a cucinare agli sposalizi.

Prima si usavano le pecore vecchie: si faceva il cutturieddu, il soffritto, la pasta con la pecora, ma non si sentiva il sapore forte della carne.

Quest’anno mio marito ha detto: “questa è carne di vaccino”, perchè io poi tolgo il grasso ecc.

Era buonissimo.

 

Invece cosa non ti piace cucinare?

 

La pasta al forno, perchè mi dimentico tutti gli ingredienti.

Però la pasta con la zucca, ad esempio, la faccio con facilità.

 

Cos’altro sai cucinare?

 

Di tutto e di più: pasta asciutta, pasta in brodo, pasta e fagioli, pasta e lenticchie ecc.

Di solito cosa mangiate?

 

Un giorno sì e uno no la pasta asciutta, però non con la carne dentro: la faccio a parte: polpette, polpettone..

 

Quanto tempo passi ai fornelli?

 

Una giornata intera.

Prima Maria impastava, ma non la sapeva cavare (perchè era piccola, aveva 12/13 anni): quindi la metteva a riposare e mi avvisava, ma alle 8 di mattina! Io tornavo dalla stalla, mi lavavo le mani e cavavo subito la pasta.

Lei me la faceva trovare già pronta, solo non la sapeva cavare, e tuttora non lo sa fare.

 

Non ha mai imparato?

 

Non le andava di imparare.

Ora Rosanna dice alle figlie Barbara e Roberta: “imparate da nonna, chè io non so fare nulla, non so cavare”.

Se vuole fare le orecchiette, non le sa fare, sa fare solo i ravioli ma con la macchinetta; se deve stendere la lagana non la sa stendere!

Un giorno alla settimana, vengo tutte le settimane: Barbara si mette vicino a me, vicino a lu tumbagn; invece Roberta sul tagliere cava, impasta, cava di nuovo ecc.

Prima a Natale si faceva lo spaghetto aglio e olio, e basta.

 

Invece ora: il cenone, il pesce …

 

Prima solo l’anguilla e l’alicetta. A casa mia l’anguilla non è mancata mai.

Anche quando morì nonna, papà disse a mamma: “Incoronata, impasta le scarpedde [=frittelle] e io vado a prendere l’anguilla”.

Tu vuoi fare le pastarelle? Ci vuole la sugna! Perchè col burro, con la margarina ecc. non vengono bene.

 

Si ungono, ma non prendono sapore.

 

Non hanno lo stesso sapore. E io le faccio così, quando le faccio: ormai sono 3 anni che non le faccio, però ho sempre il desiderio che le devo fare.

Prima chiamavamo chi le sapeva cucinare: li facevamo venire qui a cucinare; e invece ora che le sappiamo fare noi, non le facciamo perchè nessuno se le mangia: Leonardo se ne mangia in quantità, anche nel latte; Gerardo pure; Maria più di Rosanna; Rosanna non le tocca, dice che sono grasse e preparo cose che non piacciono.

 

Perchè ora i gusti sono cambiati.

 

Sì, però prima non si stava male come adesso (es. colesterolo) perchè se ne mangiava poco, e due volte al giorno, non tre. Prima la mattina si cucinava: si faceva la verdura…

 

Come colazione?

 

Sì, sì… la verdura, pasta e patate, riso e fagioli ecc

 

Sono ingredienti poveri ma sostanziosi, che riempiono.

 

Ti sostenevano, bello sazio, quel poco che mangiavi (mica un piatto colmo) : poco ma buono!

 

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Lagane con la mollica (Grassano)

Lagane con la mollica
preparate da Maria Leonarda Bonelli
intervistata a Grassano da Carmen Di Leo

Mi hanno detto che lei è una brava cuoca!
Ma… io non è che… cucino, quello che mi viene in mente cucino però riesco a fare delle cose gustose!

Cose semplici ma comunque…
Comunque gustose! Veramente quando ero signorina non cucinavo mai! Cucinava sempre mia madre, non mi volevo mai mettere a cucinare perché non tanto mi piaceva! Poi mi sono sposata e facendo delle cose… incominciava a piacermi cucinare!

Man mano ha imparato!
E man mano ho imparato proprio bene… e facevo delle belle cose… insomma per pochi soldi combinavo…

Quindi lei doveva far bastare questi soldi!
Mio marito, non è che prendeva molti soldi, faceva il muratore però gli davano pochissimi soldi che adesso non mi ricordo… e con quei soldi dovevo andare avanti! poi incominciai ad avere i figli quattro figli… a ventisette anni avevo già quattro figli! E quindi cucinavo bene e tiravo avanti la vita!

Maria… lei ha detto prima che… non ha imparato a cucinare a casa sua dai suoi genitori bensì quando si è sposata e… cosa faceva a casa dei suoi? Quale compito aveva?
Facevo altre cose! La sera prima andavo a riempire l’acqua al fontanino per impastare il pane la mattina dopo all’alba e… facevo prima il “crescendo” cioè il lievito, adesso si usa il lievito, però prima si usava “u crscend”. Significa che si impastava con un po’ di farina un po’ di pasta cresciuta e si faceva questo crescente la sera prima e la mattina presto all’alba si impastava il pane, si impastava dieci chili di farina, si metteva un po di sale, un po’ del crescente che si faceva la sera prima e impastavamo il pane! Poi si metteva a crescere… un paio di ore e… e poi si “schanava” , cioè si facevano delle panette di pane, e… sei o sette panette…

Da un chilo più o meno?
Da un paio di chili… un paio di chili, si mettevano nei tovaglioli, un po’ di farina sotto, si attaccava co stu tovagliolo qua e si…. si metteva sopra alle tavole lunghe che poi ci facevamo… ci facevamo una cosa per mettere sulla testa, praticamente non andava sulla… proprio sulla….

Per poggiare questa tavola…
Per poggiare sta tavola qua e… si metteva sei, sette panette di pane e si portava al forno.Prima si facevano le pizze, in questo forno qua, sempre dalla pasta che…

Che avevate portato…
Che avevamo fatto noi, col pomodoro, e poi si tiravano le focacce e si infornava stu pan qua… e che stava un’ ora e mezza, due ore a cuocere e… poi ce ne andavamo a casa, poi… dopo di due o tre ore andavamo a prendere di nuovo stu pan al forno… per portarlo a casa.

Mentre oggi il pane lo compra o lo prepara ancora lei in casa?
Non si può più fare in casa perché i forni non fanno più… non fanno più infornare, perché lo vendono e giustamente… lo compriamo adesso il pane. Ma è buono lo stesso… è genuino perché… mangiamo ancora roba genuina qui nel paese.

Anche ad esempio la carne dove la comprate?
La compriamo nelle macellerie però è tutta roba “paesana”, hanno ancora gli animali in campagna e li portano a vendere qui a Grassano, li portano al macello e fanno loro la carne… nostrana.

E ad esempio la frutta, la verdura dove la comprate?
Delle volte la portiamo dalla campagna nostra e delle volte la compriamo, ma è tutta roba del paese…genuina.

Però comunque le compra nel supermercato alcune cose…
Qualche volta si, qualche volta si… delle cose che noi non abbiamo… allora le compriamo nel supermercato.

In che senso qualche cosa che non avete? Produce lei stessa dei prodotti?
Allora… d’estate, verso luglio, facciamo la salsa, poi facciamo il pesto e poi facciamo le confetture di… albicocche, di pesche… poi raccogliamo i fichi e facciamo il cotto di fichi per fare i biscotti l’inverno.

Che tipo di biscotti quelli… vabbè… quelli col cotto?
Col cotto, si col cotto, poi facciamo le mandorle, facciamo le melanzane sott’olio, poi prendiamo i peperoni, rossi, e li mettiamo al sole per fare il peperoncino per fare il salame d’inverno.

Quindi li mettete ad essiccare al sole…
Li mettiamo ad essiccare al sole e poi si pestano nel frullino e si fa il peperoncino in polvere… poi facciamo anche i peperoncini che si chiama a “pzzcatedd” si chiama, piccante che ce la mettiamo nella pasta asciutta, nei legumi… ci facciamo la provvista dei legumi pure…

Cioè li cucinate prima?
No, non li cuciniamo, li prepariamo, li mettiamo nei boccacci così d’inverno li prendiamo e li cuciniamo… poi si raccolgono le mandorle verso settembre, per fare il torrone, per fare le paste secche, i biscotti… e poi quando è il tempo di… verso settembre pure, raccogliamo le olive che le mettiamo all’acqua, tutte le provviste per l’inverno.

E ovviamente voi fate la distribuzione ai figli?
E se hai figli… facciamo le provviste e poi… diamo un po’ ciascuno ai figli. Poi raccogliamo le olive per fare l’olio, si va al frantoio, si fa l’olio e… alla fine facciamo il salame verso dicembre.

E avete qualche figlio che magari sta…
Sì, che sta a Milano e ogni tanto faccio qualche pacchettino… faccio due biscotti, mando un po’ di salame…

Ah ok, allora che cosa mettete, salame…
Salame, friselle, biscotti… un po’ di scamorza…

Cose genuine insomma!
Cose genuine che li non ci sono.

E cosa ci cucina oggi a pranzo invece?
E… oggi a pranzo cucino la “Laganedd cà mddic” che si fa all’apparizione di… il giorno di San Giuseppe, però si può cucinare quando pure ti piace…

Quindi lei la fa anche magari…
I giorni così… sì, sì, sì.

Allora ci dice gli ingredienti di questa ricetta?
Per la Laganedda si mette: farina, acqua e un po’ di sale…

Acqua tiepida?
Acqua tiepida si, e basta, poi si impasta.

E poi per la mollica invece?
La mollica: il pane grattugiato, prezzemolo, aglio, acciuga e peperoncino.

Passiamo alla preparazione della pasta.
Allora si mette la tavola… e si mette la farina…

E più o meno come vi regolate?
Ogni pugno di farina per due persone, si mangia due persone, si fa la fonte, si mette un po’ di acqua tiepida e si impasta e poi si stende con il matterello…

Perché la arrotolate?
Perché ogni tanto si attacca sotto e bisogna arrotolarla a sto matterello e poi mettere la farina sotto e poi proseguire, insomma… poi si prende la carrozzella e si fanno delle strisce di un centimetro, più o meno, e si lascia un po’ riposare, seccare…

Più o meno per quanto tempo?
Per una mezz’oretta di tempo.

E intanto che aspettiamo che asciughi, mi dice qual’è il piatto che le riesce meglio oltre alla lasagna di oggi?
Il “cutturriddo”… e gli ingredienti sono: la verdura, cioè i finocchietti selvatici, le cicorie, l’agnello, piselli, fave, un po’ di scamorza, un po’ di salame e poi si mette a cucinare per un paio di ore…

Ah quindi è molto lunga la procedura!
E’ molto lunga perché più cuoce e più si insaporisce.

E invece un piatto che proprio non le piace fare?
Un piatto che non mi piace fare sono le cose ripiene, che si va… che se ne va parecchio tempo…

E quindi non le piace…
Sì le faccio lo stesso però ogni tanto…

E per la preparazione della mollica, invece, vedo che già l’avete macinata.
Sì l’ho fatta ieri sera e adesso l’ho macinata al macinino elettrico…

E mentre prima come…?
E prima si faceva con le mani, perché le cose elettriche non ce ne erano.

Allora adesso state friggendo quindi…
Ho messo la pentola, un tegamino con l’olio, mollica, prezzemolo, aglio, acciuga e poi alla fine metto il peperoncino perché poi si fa un po’ nera se il peperoncino viene messo prim. Intanto si mette a bollire l’acqua, si butta la pasta e si cucina poco perché è fatta a mano.

Quindi due o tre minuti…
Due o tre minuti si, poi si scola ben bene l’acqua della cottura, e si mette sto sughetto sopra. Volendo si può aggiungere anche il passato di pomodoro…

Ah questa è una variante diciamo….
E si n’a variante… Il piatto è pronto buon appetito!

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