Cucina Lucana

Basilicata in Cucina. Ricette, Eventi, Interviste

I dolci di Natale (Gravina in Puglia)

I dolci di Natale (Gravina in Puglia)

Intervista a Raffaella Fruttuoso realizzata da Anna Grande

Ciao Raffaella.

Ciao Anna.

Cosa ci prepari oggi?

Le cartellate, visto che siamo quasi nel periodo natalizio allora cominciamo con le cartellate.

Bene, quali sono gli ingredienti per questa ricetta?

Senti, ai tempi antichi si usavano fare in un modo, poi noi con la modernità abbiamo aggiustato qualcosa. Mentre noi a casa con mamma facevamo… con… si metteva farina, verdeca olio e uova, mentre ora anziché dell’olio mettiamo il burro che più leggero nelle cartellate, abbiamo modificato questa cosa, però gli ingredienti sono sempre gli stessi.

E’ una ricetta tipica di Gravina?

Sì Sì, questa è molto antica, già dei nostri nonni, mamma e io continuo ancora questa tradizione perché a me piace pure, sono una casalinga a tutti gli effetti allora piace rinnovare le tradizioni che si usavano una volta.

Questa ricetta chi te l’ha insegnata?

Mia madre.

Bene ci fai vedere Raffaella come si prepara?

Ecco, in base alla quantità, non oggi facciamo solo 750 gr ho detto di fare. Allora misuriamo la farina prima.

La impasti a mano?

Sì sì, la impasto a mano. Allora su 1 kg si mettono 4 uova, 100 grammi di zucchero e 100 g di burro e poi il resto impastato con il vino bianco. Allora misuriamo lo zucchero. Le uova, perché ogni 250gr va un uovo. Prima sciogliamo il burro, si fa a fuoco lento per non farlo…

Questi ingredienti Raffaella ce li avevi a casa o sei uscita per comprarli?

No, li ho sempre in casa perché giustamente servono sempre sia il burro le uova, zucchero, ne prendiamo a  quantità. Lo devi muovere così quello non si riscalda molto, sennò annerisce il burro hai capito?

Un piccolo trucchetto.

Sì, vedi rimane bello chiaro. Poi quando lo versi non devi mettere subito al centro, vedi devi fare degli incavi qua così, sennò se lo metti sulle uova, hai capito?

Si cuociono le uova sì.

Poi in questa stessa padellina metto a riscaldare il vino.

Anche il vino deve essere caldo quindi?

Sì, tiepido. Ecco ora prima sciogli lo zucchero qua così, con le uova. E si lavorano così  fin quando si finisce di inzuppare la farina. Prima si usavano fare le taglioline, ora con la tecnica moderna che è uscita la macchinetta della pasta allora le strisce noi le lavoriamo alla pasta…alla macchina. Si aggiunge un altro poco di vino per finire di impastare tutta la farina che abbiamo messo.

E’ una ricetta difficile da preparare?

No. Difficile no, ci vuole molto tempo per fare le cartellate perché le devi tagliare le striscioline e poi unirle, e diciamo là si perde tempo di più. Intanto si fanno dure se no poi la pasta quando è morbida le striscioline si ammosciano e vengono tutte schiacciate invece la pasta deve essere un po’ dura. Se ne va poco vino, hai visto?

Non ce ne vuole molto?

No.

Deve avere la giusta consistenza l’impasto.

Sì, perchè ci sono le uova che quelli sono umido e allora fanno lavorare la farina. (“Rosaria entra!”). Ora la pasta è pronta e ora cominciamo a pezzettini a lavorarle alla macchina per tirare le fasce e fare le cartellate. Le nostre mamme ci hanno insegnato che quando si finisce la pasta si fa il segno di croce e si dice “Signore benedici questa pasta” oppure “Cresci pasta come crebbe un signore nelle fasce”. Noi facciamo la croce e diamo il bacio. E allora poi si mette la pasta qui. Ecco si taglia a pezzetti…

Quindi l’impasto si chiude cosi non si secca?

Sì, cosi non fa la crosta sopra. Ecco questa è la lavorazione della pasta.

Prima mi dicevi Raffaella non esisteva questo…

Sì, prima non esisteva, li facevamo a mano, tante taglioline e poi si tagliava…con il matterello! Pure lei qua a casa usava fare così. Eravamo quattro amiche, stavamo una settimana a fare sempre cartellate…

Il periodo di Natale vi riunivate voi amiche…

Sì sì, e facevamo le cartellate, un giorno per ciascuno.

Quindi la cucina è anche un momento di…

Incontro! Tante volte la devi fare che la pasta…scoppietta… si fa bella liscia pure. Senti  come scoppia. Ora questa dopo lavorata si fanno le fasce. Allora…

Poi si fa sempre più sottile la pasta?

Sì. Addò l’ha mis, che numero? All’ultimo Ecco la sfoglia.

Quindi l’impasto è venuto un po’…

No, per fare i panzerottini la sfoglia si fa un po’ doppia, capito?

Quindi con lo stesso impasto delle cartellate si fa un’altra ricetta tradizionale di Natale.

Sì, ecco vedi, i panzerottini.

Cosa si mette dentro?

Di pasta reale che è mandorle, zucchero, le chiare delle uova e un limone grattugiato.

Anche questa era una ricetta che faceva tua mamma?

Sì sì, è vero Rosaria? “Sì, solo che anticamente si facevano di ceci.” Mamma raccontava che la gente povera li facevano così. Arrostivano i ceci e li condivano con vin cotto, cannella, pepe garofano, tutti gli aromi che si mettevano. Gli aromi invernali sono quelli tesoro mio. E allora per quelli erano così, invece chi poteva di più, stava in buone condizioni diciamo faceva una vita, come devo dire… più agiata… e allora facevano con le mandorle, con la pasta reale, veniva chiamata così e li friggevano uguali come quelli dei ceci. In dialetto si chiaman “Calzuncidd”. L’calzunciddr in dialetto gravinese.

Questa è la forma tipica dei calzoncelli o l’avete modificata nel tempo?

No, noi li facciamo più piccoli, invece prima li facevano più grossi.

È un lavoro di velocità?

No, non è tanto un lavoro di velocità! Ah di velocità tra…

…Per l’impasto che si secca…

Sì.

…Di pazienza, di precisione sì…

Sì, devi stare bella calma, tranquilla e allora ti devi mettere a fare queste cose e non pensare ne alla cucina, ne alla casa, a niente. Poi questi ritagli si lavorano di nuovo e si consumano lo stesso a fare gli altri calzoncelli. Poi devi dire ad Anna  facciamo 5 kg… quasi 5 kg io o 4.5 kg dipende…

Fai le cartellate per tutta la famiglia quindi?

Sì, abbiamo i figli, poi sai quando è una festa hai da regalare a qualcuno..

Ora prepari le strisce per le cartellate?

Sì, una volta tirate le strisce alla macchinetta, cominci a fare le cartellate.

Ma c’è un giorno in particolare nel quale si fanno le cartellate?

Sempre prima di Natale, nella settimana prima di Natale. Devono essere tutte simili le strisce. Vabbè, se ti viene una più grossa una più piccola non fa niente. Ecco ora si incominciano a fare le cartellate.

Si pizzica la pasta?

Sì, eh vedi?  Questa è piccolina ma va bene. Ecco guarda.

Eccola che bella, la prima cartellata.

La prima e la seconda.

Ti piace fare le cartellate Raffaella?

Molto, solo che ti stanchi perché ne fai assai, ma sennò piace.

 Ora cosa dobbiamo fare Raffaella?

Le dobbiamo friggere, poi le mettiamo tutte  testa in giù così sola l’olio sulla carta assorbente e poi le passiamo nella coppa dove poterle offrire. Ora per friggere io uso l’olio di semi di arachidi perché è stato consigliato anche dai medici e perché la frittura viene leggera e ben chiara.

È importante il colore della cartellata?

Sì sì. Ecco. Poi mentre li friggi devi stare attenta per non farli guastare. Hai visto come stanno Anna?

Sono bellissime. Queste in dialetto hanno un nome..

L’calzunciddr.

E le cartellate invece?

L’chiosr.

Quindi adesso dobbiamo decorare?

Sì. E mischio lo zucchero a velo con un po’ di cannella, guarda, appena proprio per dare l’odore delicato della cannella senno se è troppo guasta e mischi lo zucchero con la cannella. Dopo che hai preparato i vassoi, con il colino li passi sopra questo preparato.

Si può fare anche in altri modi oltre allo zucchero?

Con il vino cotto, di fichi e anche con il miele, a chi piace il miele possono anche passarsi con il miele, però il miele e il vino cotto vanno riscaldati sul gas e si passano uno uno la volta. Allora prendiamo il colino, questo è il fiocco per dire auguri. I nostri medici se li aspettano queste…specialmente alla signora qui, glieli chiede proprio. Bhe sta bene? Li sto facendo raffreddare sennò vedi  lo zucchero poi si inzuppa e non sembrano belli. Fammi vedere se c’è un foglio per incartarli.

 

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Il calariello (Gravina in Puglia)

Il calariello (Gravina in Puglia)

Intervista a Angela Angiulli
Realizzata da Marica Tafuri

https://vimeo.com/281588739

Allora Angela, cosa ci prepari oggi?

Oggi prepariamo un calariello che è un piatto antichissimo di Gravina e quindi partiamo con l’olio d’oliva.

Lo mettiamo nella pentola?

Sì, si mette l’olio nella pentola…

E questo è un piatto tipico di Gravina?

Sicuramente è tipico non solo di Gravina, ma è antichissimo, perché sin da piccola con mia nonna ho imparato a vedere come lo cucinava… Dopo di che si mettono i pezzetti dell’agnellone. Adesso si va in macelleria, ma una volta questo piatto si preparava in campagna dove vivevano i pastori nelle masserie, ammazzavano una pecora e poi con tutte le verdure intorno li preparavano e si faceva il calariello. Cosi è nato il calariello.

E questo è un piatto che fai spesso o raramente?

No, è un piatto che piace anche a tutta la mia famiglia, spesso lo faccio però per tradizione viene fatto in particolare intorno a Natale. Alla gente che piace lo fa anche a Pasquetta. Dopo che abbiamo depositato la carne ci va la cipolla, puliamo la cipolla.

 Quindi qual è l’ingrediente principale?

L’ingrediente principale è la cipolla, un aglio intero, per non essere molto forte anche qualche pomodorino.

Quindi questi sono gli aromi che servono per dare il sapore…

Gli aromi per dare all’agnellone i sapori… Quindi si parte con il depositare la carne, poi si mette la cipolla e gli diamo leggermente una sciacquata.

E poi qua si aggiungono…

Si fa non a pezzi sottili, ma a pezzettini un po più grossi, perché poi viene cucinata e si vede proprio che c’è la cipolla.

Da chi hai imparato a fare questa ricetta?

Questa è una ricetta che mi ha insegnato mia nonna quando ero piccolina, vedendo lei ho imparato, poi ho continuato con la mia mamma e questi sono piatti che abbiamo sempre preparato in famiglia.

Quindi sin da subito hai imparato a cucinare…da piccolina?

Sì… Ora metto l’aglio a pezzetti grossi così ad alcuni che non piace…poi andiamo ad aggiungere una carotina giusto per il sapore.

 E tua madre lo faceva pure così o tu lo cucini diversamente?

No, io ho imparato da mia nonna, ho imparato da mia mamma e continuo con la mia tradizione.  E’ una tradizione, i sapori sono sempre quelli…

Secondo te è cambiata la cucina di oggi rispetto a quella del passato?

E’ cambiata perché prima si prendeva tutto dalla campagna, adesso pochi hanno l’orticello e quindi per dare tutti i sapori a questo piatto sono costretti ad andare dal fruttivendolo a prendere le verdure, carote… Perché non tutti… Io spesso prendo le verdure che ho nell’orticello e quando le verdure non ci sono tutte anch’io vado dal fruttivendolo. Poi si aggiunge qualche pomodoro e un pizzico di sale.

 E cosa cucini solitamente?

Questo si va… Sulla cucina.

 Ok…

Si mette a cucinare per venti minuti a fuoco leggermente basso per non farlo attaccare perché ci abbiamo messo solo l’olio, si copre e si lascia per venti minuti. Poi si prendono le verdure…

Quindi di solito le verdure le coltiva tuo marito?

Normalmente bisogna prendere tutti i tipi di verdure… A partire dagli spinaci… Sono andata dal fruttivendolo a prendere un po’ di verdure perché nell’orto non avevo tutto.

 Quindi hai fatto la spesa oggi?

Sì, ho fatto la spesa per oggi per fare il calariello e c’è chi vuole tutte le verdure, a partire dagli spianci, la cicoria lunga, la bietola, poi mettiamo la cim d rep ( le cime di rapa) perché dà sapore… Poi ci va anche il finocchio.

A te piace cucinare?

Sì, a me piace la cucina, in tutti i modi… Tutti i piatti, però in particolare quand s parl d fe sti piatt tradizionali ( quando si parla di fare questi piatti tradizionali) li cucino più volentieri perché sono stata abituata ai sapori e tutto.

 Quindi ti ritieni brava? Ti hanno mai detto sei brava a cucinare? Ti fanno complimenti?

Normalmente i complimenti me li fanno, perché io adoro la cucina, la amo… mi dedico molto alla cucina…i miei figli mi fanno molti complimenti. Allora io le verdure le pulisco e le lascio intere, dopo averle lavate le sminuzzo per non togliere i sapori nell’acqua delle verdure.

Ci sono dei piatti che non ami cucinare?

Ma forse… no! Nella cucina adoro tutti i piatti.

 Quindi cose più semplici e tradizionali… Come questo piatto qui.

Io uso pochissimo la panna, perché uso sempre l’olio d’oliva e non uso burro… Perché mi hanno insegnato a fare in questo modo.

Tu cosa preferisci cucinare di più i primi , i secondi, o dolci?

In genere… Ripeto io mi dedico molto alla cucina perché ho sei nipotini e ogni volta che vengono a casa mi chiedono le orecchiette… non sono abituati ad andare a comprare delle briochine perché li ho abituati sin da quando erano piccoli i miei figli. La domenica non si andava al bar a prendere i dolcini, però non è mai mancato, ho fatto la mia ciambella che sono abituata a fare e loro erano felici e io mi dedicavo a loro sempre. Sono una casalinga.

Da sempre hai fatto la casalinga?

Da sempre sono di professione casalinga e spesso uso le cose tradizionali che mi hanno insegnato da piccola mia mamma e i miei nonni.

Quindi come stai pulendo questa verdura?

Allora questa verdura l’ho pulita in grosso modo lasciando tutto a pezzi grossi, dopo di che li lavo per 4/5 volte fino a quando non mi sono assicurata che è ben pulita… Quando l’ho pulita tutta passano i venti minuti della carne che sta cucinando e poi viene depositata nella stessa pentola, facendo un filo di verdure e condimento. Ci mettiamo tutte queste verdure e poi man mano che faccio i passaggi vi spiegherò come si fanno.

 E questa che verdura è?

Questa è la cicoria, la c’coria long (la cicoria lunga)

 Si usa proprio per preparare questo piatto qui in particolare?

Sì, sì, è una verdura abbastanza conosciuta in molte zone, almeno a Gravina… E’ la cicoria che si può fare insieme al calariello, si può fare anche con l’olio crudo, con il purea di fave perché abbina abbastanza bene. Una cicoria che sembra amarognola se è un po vecchia, ma se è freschissima è buonissima. Poi ci aggiungo anche la bietola perché in questo calariello come ho detto prima vanno tutti i tipi di verdure per insaporire la carne.

E quindi quali altri piatti tipici di Gravina cucini di solito?

Di piatti tipici ce ne sono tanti… A partire dal calariello, poi ci sono le solite orecchiette con le rape conosciute anche fuori Gravina, è un piatto che io faccio spesso e lo mangiano volentieri anche i miei nipotini. Cerco di insegnarli la cucina tipica di una volta.

 Infatti hai abituato anche loro a mangiare cose tradizionali?

Sì, perché  loro mi chiedono spesso “nonna quando ci fai le orecchiette?” e io spesso mi dedico a loro… Ho sei nipotini e cerco di accontentarli e di insegnarli anche queste tradizioni che andando avanti nel tempo si stanno perdendo e noi dobbiamo insegnare a questi ragazzi i piatti tipici perché è un peccato poi perdere queste tradizioni…

 Quindi i piatti di una volta avevano un sapore diverso rispetto a quelli di oggi?

Sì, perché noi abbiamo usato sempre l’olio extravergine d’oliva puro senza che… Invece adesso usano l’olio che vanno a comprare e poi chissà se fanno delle magagne dentro… ok, queste sono le verdure e buttiamo le rimanenze.

Ora bisogna lavarle?

Bisogna lavarle…

 Ora Angela cosa stai facendo?

Queste verdure sono state lavate  3/ 4 volte, mi sono resa conto che l’acqua sia bella limpida e pulita , non c’è nessuno residuo e adesso la scolo.

Ma ora la tagli questa verdura o va inserita così nella pentola?

No, viene leggermente sminuzzata perché è troppo grossa e io la lavo così per non far perdere un po’ di sostanze delle verdure in acqua e preferisco tagliarla dopo. Adesso facciamo questo passaggio… La sminuzzo…

Di solito come impari a cucinare?

Di solito ho avuto sempre la mia mamma che è stata sempre casalinga come me e ha usato sempre prodotti naturali della campagna e quindi vedendo lei ho imparato e mi sono appassionata a vedere questo tipo di cucina. Queste verdure vengono sminuzzate in questa maniera…

Ma tu usi dei trucchi in cucina?

Direi di no, non ci sono trucchi perché quando si fa la cucina tipica che mi hanno insegnato non ci sono tanti trucchi, uso sempre cose al naturale come olio d’oliva, perché ho ricevuto questo insegnamento. Preferisco passare questi messaggi anche ai miei figli che hanno bambini e dico sempre loro di usare prodotti naturali.

 E la domenica invece cosa cucini di solito?

La domenica a volte le orecchiette con le polpettine, le orecchiette fatte al tegamino con le polpettine, oppure prpark u tumbem ( preparo la pasta al forno) come la preparava mia madre con le polpettine e l’uovo sbattuto, preparato jind o cttur (nella teglia) che si usava una volta, insomma quello tradizionale di Gravina che fanno quasi tutti ed è buono.

 E ai tuoi nipoti piace anche questo?

Sì, sì, ai miei nipoti tantissimo, forse piace più delle lasagne che fanno adesso, perché le mamme di oggi non tutte sanno preparare u tumbem (la pasta al forno) come l’ho imparata io da piccola e quindi i bambini quando la preparo la preferiscono di più delle lasagne ed è tutt’altra cosa perché adesso stanno venendo fuori tanti piatti nuovi ma non sono tradizionali.

Quindi ora stai sminuzzando questa verdura?

Sto sminuzzando le verdure che adesso vengono depositate nella pentola…

Hai qualche negozio di fiducia dove vai a fare la spesa? 

Sì, sì, sono abituata ad andare da uno che mi serve bene che conosce i miei gusti e che voglio sempre la cosa naturale e non tutte quelle cose che fanno adesso, se posso prendere la roba biologica è meglio perché sono abituata in questo modo… Allora… Dopo che abbiamo sminuzzato queste verdure si va davanti alla pentolona dove sta già cucinando la carne da venti minuti.

Si è creato il sughetto!

Aggiungiamo un po di acqua e disponiamo le verdure in questa maniera… Tutto il misto di verdure.

Quindi sulla carne ci va il misto di verdure?

Sì, poi ci mettiamo qualche pomodoro giusto così tagliato a due pezzi, poi ci mettiamo un po’ di formaggio.

Si fa a strati?

Si fa a strati per dare il vero condimento alle verdure. Ci va un pochino di sale.

 Ma lo fai tu così o lo faceva anche tua madre?

Io sono abituata a farlo in questa maniera e l’ha fatto anche mia madre, però tante lo fanno leggermente diverso anche se gli ingredienti sono sempre quelli, sempre le solite verdure, lo stesso agnellone, però c’è chi fa lo uno strato di carne e uno di verdure ma il sapore è sempre lo stesso, la tradizione è quella e non cambia molto però io lo faccio sempre così. In venti minuti sono cotte le verdure e la carne e adesso in questo stesso profumo di carne cuciniamo le verdure.

 E’ abbastanza lungo quindi il procedimento di questa ricetta?

Ma… Di preparazione… Venti minuti di cottura per la carne e altri venti trenta minuti di cottura tra verdura e carne e circa in un’ora è già tutto pronto. Ogni strato bisogna condirlo sempre con pomodorino.

Ti svegli presto la mattina per cucinare?

Spesso…  Se sono da sola un po meno, ma se ho ospiti oppure vengono i miei figli che devo preparare per più persone e devo preparare cose che richiedono più tempo allora la mattina qualche ora prima mi sveglio.

 E cucini da sola o ti fai aiutare dai figli?

No, no sempre da sola perché sono abituata.

 E ti da fastido…?

Sin da piccola l’insegnamento di madre madre è stato quello di mettermi in cucina.

 E la tua giornata tipo qual è? Cioè ti svegli la mattina e vai a fare la spesa?

Dipende da quello che devo preparare… Se c’è da fare la spesa giornaliera la faccio perché ogni giorno esco e prendo il pane e il latte. Molto spesso quando trovo la roba che si può mantenere in dispensa la prendo e la tengo per il giorno dopo perché la mattina non ti puoi soffermare e pensare quello che faccio oggi.

 E questo è l’ultimo strato?

Questo è l’ultimo strato, adesso si copre  e si mette a fuoco basso e si cucina per venti minuti e poi il piatto è pronto.

Ok.

Adesso mettiamo l’olio crudo.

 Perché metti l’olio?

Per il condimento la carne vuole sempre un po’ d’olio d’oliva extravergine. Adesso si deve insaporire.  Si lascia cucinare e quando è pronto possiamo servirlo e vi faccio vedere come viene servito.

Angela, e ora cosa fai?

Questo je l’avanz ( è la rimanenza) di tutte le verdure, io non butto niente. Ora me lo preparo e faccio una bella minestra di verdure che sarebbe u mnstroun.

E cos’è?

E’ buonissimo, ci metti tutte le verdure ed è un piatto che fa bene, così non buttiamo niente. Il minestrone è un avanzo di tutte le verdure e riesc na zupp d verdur ( esce fuori una zuppa di verdure).

 E questo lo prepari per domani?

Si posso prepararlo per domani ed è un giorno in cui sono tranquilla, non butto niente e fa bene. E’ salutare. Quando si va dal contadino non prendo mai poca verdura ma fazz u calarid e pigghjk do verdur ( prendo un po’ di verdure) quan avanz bsogn conzumarl ( quando avanza bisogna consumarla), allour nu bell mnstroun ( allora un bel minestrone) con il pane arrostito, oppure con la pasta, con i cavatellini come faccio spesso, l cavatidd p l cicr ( i cavatelli con i ceci).

A mezzogiorno cosa cucini?

A mezzogiorno ho deciso già di fare i cavatelli con la rucola che ha portato mio marito dalla campagna e quindi cavatelli, rucola, faccio un sughetto e si mette prima la rucola, si fa dare un bollo, po s’aggiungn l cavatidd ( poi si aggiungono i cavatelli) e quando tutto è pronto si scola e si aggiunge il sugo con una bella spolverata di formaggio: la rcotta fort ca s grattuggsc ( la ricotta forte che si grattugia) e da un bel sapore ed è un piatto molto antico che piace a tutti.

Di solito decidi tu cosa cucinare o fai decidere a tuo marito o ai tuoi figli?

Dcitc semb ji ( decido sempre io), mio marito è una persona che adora la mia cucina, se poi arrivano i miei figli e mi fanno delle richieste particolari gliele preparo volentieri.

Li accontenti…

Cerco di accontentarli facendoli capire che la cucina antica è la più prestigiosa.

Quindi ci tieni molto a queste tradizioni?

Sì, io cerco di mantenerle queste tradizioni, perché le ragazze di ora vanno sempre alla scoperta di piatti molto veloci da preparare, utilizzano roba congelata, già pronta e questo non va bene. È vero che ci siamo noi genitori e per questo dobbiamo cercare di insegnare ai nostri figli la cucina di una volta, senza ricorrere a questi piatti veloci, congelati… Perché lavorano e fanno questo, ma non va bene.

 Quindi nel frattempo il nostro calariello sta cucinando.

U calaridd ste cousc ( il calariello sta cucinando).

Ci vuole ancora molto?

Forse ancora qualche… 10/15 minuti perché devono cucinare le verdure. Nan s fascn scousc ( non si fanno cuocere troppo) ma devono essere al dente per dare il giusto sapore.

Quindi Angela, ora come…serviamo?

Vediamo se è cotto… Lo vedo puntando la forchetta e mi accorgo che è cucinato tutto. Ora facciamo cam s faciaj na volt ( ora facciamo come si faceva una volta) s pghjiaj u piatt da minz chil ( si prendeva il piatto contenente mezzo chilo di  prodotto) e si metteva a tavola. Si prendono tutte le verdure senza toccare la carne che sta sotto e si depositano. Noi di una volta usiamo u piatt gran ( il piatto grande).

Perché si usava fare così prima?

Sì sì, si usava il piatto grande d crait.

 Cosa significa?

Era di terracotta, invece adesso si fanno le porzioni nel piatto, mentre prima si metteva a tavola e ognuno si serviva. Queste sono tutte le verdure depositate dopo.

Quindi c’è la verdura sopra e la carne sotto?

Sì sì, la carne l’abbiamo messa a cuocere prima con la cipolla e poi si aggiungono le verdure. Quann a da fe u piatt ( quando devi preparare il piatto) si prendono tutte le verdure senza mischiarle con la carne.

 Perché è importante non mischiare le verdure con la carne?

Sì, altrimenti le verdure si mischiano tutte, la carne va cucinata qualche minuto prima.

E tu lo servi sempre così in questo piatto?

Sì, sono abituata o tip andic ( come si faceva anticamente), s mttaj u piatt a tavl e tott la famighj s’assdaj a tturn e s mangiaj ( si metteva il piatto a tavola e tutta la famiglia si sedeva intorno al tavolo per mangiare). Ecco…

Non aveva ogni persona il suo piatto?

No… Prima c’era un piatto che si faceva girare per la tavola, si prendeva u pizz ca vuliv ( si prendeva ognuno il pezzo che preferiva), lo mettevi nel piatto e mangiavi, invece adesso fanno le porzioni.

E quindi ora abbiamo finito!?

Questo è u calaridd alla gravnes ( il calariello alla gravinese) e si mette un po’ di brodo.

Lo versi tutto quel brodo o è importante versarne solo un po’?

Un po’… Se poi ne hai bisogno… Dopo di che si aggiunge u pcurin ( il pecorino) perché prima si usava il pecorino, adesso si usa molto meno, perché soprattutto la gioventù non lo mangia, mangiano più grana. Questo è il calariello alla gravinese.

Va bene…

E’ un piatto antico e povero, prima si faceva tutto con carne  e verdure che si aveva, mentre adesso bisogna recarsi dal fruttivendolo. Questo è il piatto… Il piatto è servito!

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Ragù di carne (Gravina)

Ragù di carne (Gravina)

Intervista a Anna Marvulli
Realizzata da Maria Mascellaro

Buongiorno.

Con chi ce l’hai?

Con te.

Ah devo dire anch’io buongiorno.

Nonna ti sei alzata presto per cucinare?

No, normale sette e mezza, mi alzo sempre così.

Quanto tempo impieghi per la cucina?

Bhe il tempo che ci vuole. Ma per il sugo?

No, in generale.

Bhe, se ne va il tempo.

Sei andata a fare la spesa?

Stamattina sono andata.

E dove sei andata?

Al supermercato perchè ho preso la carne, il latte e tutto quello che serviva senza andare ad altre parti.

Ma hai dei fornitori o dei supermercati che preferisci?

No, dove mi trovo; vado qua che è vicino. Se mi trovo ad un’altra strada e devo prendere qualcosa vado lo stesso.

Quindi che cosa hai comprato oggi?

Ho preso la carne il ragù misto, due braciole, due pezzetti di salsiccia, due pezzetti di agnellone, la pancetta del maiale (la ventresca), due pezzetti di vitellino.

Quindi hai comprato solo quello che serviva oggi?

Sì, per fare il sugo di oggi.

Quali sono le ricette che sai cucinare?

Eh  tante ne so fare, siamo casalinghe, lo posso dire?

Certo, e cosa ti riesce meglio e perché delle cose che sai fare?

So fare la pasta di casa, le tagliatelle, i cavatelli, le orecchiette che facciamo con le rape o con i broccoli.

Invece cosa non ti piace cucinare e  perché?

Per esempio mi piacciono i calzoni di ricotta ma non li faccio perché sto sola e sono un po’ fastidiosi da fare; però mangio tutto e so fare tutto.

Quindi oggi cosa mangi a pranzo, il sugo che stai cucinando?

Sì quello che stiamo cucinando, altrimenti avrei fatto la pasta con le rape.

Chi ti ha insegnato a cucinare?

Mamma, nonna perché quando eravamo più piccole guardavamo come facevano loro e abbiamo imparato.

Ti ricordi quando hai cucinato la prima volta e per chi?

No perchè andavamo a scuola, poi alla sarta e poi quando mi sono sposata a 19 anni ho cominciato a cucinare per noi.

Invece quando eri bambina chi cucinava in famiglia?

Mamma e nonna.

Ma hai imparato per gioco o sei stata costretta?

No, mi piaceva vedere come facevano loro, anzi prima si accendeva il fuoco con la legna oppure il sugo si faceva sulla cucina a carbone, non come ora che c’è il gas.

Come impari nuove ricette? Dalle amiche , dai perenti, dai libri o dalla televisione?

Dalla televisione, un po’ dai libri, un po’ la fantasia.

Chi ti aiuta in cucina?

Io… Io e io.

La dieta alimentare è cambiata negli anni  e come secondo te?

Secondo me non è cambiata, coma mangiavamo continuiamo a mangiare.

Quindi continui a mangiare le stesse cose che mangiavi quando eri piccola?

Sì, più o meno.

Ma ci sono dei piatti che non mangi più rispetto a quando eri piccola?

Erano sempre quelli pasta e ceci, pasta e lenticchie pasta e cicerchie perché  erano cose che c’erano sempre in casa, non si andava tutti i giorni al negozio a comprare. Il pane si faceva in casa e le focacce.

Quindi bene o male continui a mangiare tutte le cose che mangiavi da piccola

Sì.

Il piatto che prepari oggi (il sugo) è una ricetta tipica?

Sì, anche se alcuni ingredienti ora si comprano mentre prima li facevamo in casa.

Per te tipico cosa significa?

Me  lo devi dire tu.

È un termine nuovo o esisteva  già quando eri bambina?

Non so ancora cosa significa la parola tipico.

Conosci qualcuno che questa ricetta la prepara in modo diverso?

Sì alla genovese, o alla bolognese? Per chi non può mangiare il soffritto si mette tutto insieme e si mette a cucinare ed è buono lo stesso senza far friggere la carne nell’olio.

Sai se il sugo di carne così come lo hai fatto oggi si cucina in altri posti?

Cioè in altri paesi? E che ne so io.

Questo piatto chi ti ha insegnato a cucinarlo? Sempre tua madre?

Sì, lo abbiamo sempre fatto.

Hai cambiato qualcosa nella ricetta rispetto a quando lo faceva tua madre a casa tua?

Prima si faceva anche senza carne perché a volte non si trovava o non si comprava quindi si faceva il sugo semplice con pasta e ceci o due spaghetti.

Secondo te qual è l’ingrediente più importante in questa ricetta?

Abbiamo messo tante belle cose; ho detto che nelle braciole si mettono cinque cose? La cosa importante è che ci siano quelle cinque cose.

Quale sapore deve avere la ricetta per essere buona?

Bhe , buona… buonissima.

Come si deve presentare nel piatto questa pietanza?

Rossa.

Presti attenzione al colore o alla forma dei piatti e delle posate, alla tovaglia?

E come no, bisogna mettere la tovaglia pulita, tutti i piatti , le posate , i bicchieri.

Ti piace sempre cucinare?

È necessario, non è che piace tanto ma stiamo in casa siamo casalinghe e lo facciamo.

Quindi lo fai più per necessità?

Sì.

E ti ritieni brava?

Bhe sì.

Come lo sai di essere brava?

Perché quando ci sono i nipoti i figli dicono è buono il sugo oggi, è buono quello che hai preparato oggi.

Quindi ti fa piacere di sapere di essere brava.

Come no.

Conosci altre donne brave in cucina?

Sì, ci sono anche più brave di me.

Cosa sanno fare per esempio?

Bhe i tortellini, i ravioli che io non so fare perché faccio le cose più semplici.

Ti piace mangiare bene?

Come no.

È importante saper cucinare?

Certo. Una deve prendere marito deve fare i figli e se non sa cucinare…

Cosa diresti di te per dire chi sei?          

Che devo dire? Sono Anna Marvulli, ho 72 anni, ora sono vedova, ho cinque figli tutti sposati, undici nipoti, un pronipote insomma tutte queste belle cose.

Ok perfetto .Questo è il piatto finito?

Si può mangiare.

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